In sauna a Tunisi

In sauna a Tunisi

Fammi sapere che ne pensi? ciao Mauro

Eravamo fidanzati da circa un anno ed i nostri rapporti molto frequenti ed estremamente passionali. Entrambi venivamo da lunghe storie iniziate a 18 anni e finite male. Le classiche storie post adolescenziali, durante le quali si cresce e si cambia. Avevamo iniziato il nostro rapporto quasi per gioco e questo si basava interamente su una prepotente attrazione fisica. Poi con il tempo abbiamo scoperto di amarci. Fortunatamente, i nostri rapporti erano sempre molto istintivi e sanguigni. In particolare Paola una volta “partita” si scatenava in ogni senso perdendo completamente il controllo ed esternando ogni suo istinto bestiale. Inutile dire che una volta raggiunto l’orgasmo il solo ricordarle le sue parole, la infastidiva. Ciononostante i nostri rapporti erano sempre stati del tutto normali pur se conditi da innumerevoli fantasie.
Quell’estate decidemmo di andare in vacanza in Tunisia. Una vacanza di assoluto riposo di quelle che si passano interamente in costume da bagno. Alloggiavamo in uno splendido albergo di Djierba attrezzato di animazione, discoteca, fumeria, negozi e quant’altro di turistico ci possa essere in quei posti. Ma ciò che attirò la nostra attenzione fu l’ingresso di un bellissimo bagno turco finemente decorato da dove provenivano sbuffi di vapore profumato. Sbirciammo dalla porta, ma, attraverso quella impalpabile nebbia, riuscivamo a malapena ad intravedere dei corridoi fatti di mura rivestite da piccole mattonelle azzurre. Un cartello indicava che in quel posto si facevano massaggi tonificanti e rilassanti. Fui io a proporre a Paola di entrare, tanto per fare qualcosa di nuovo, dopo le gite sui dromedari e le fumerie. Una volta dentro mi resi conto che il personale del bagno era interamente costituito da sorridenti uomini di colore a dorso nudo che indossavano solo quei leggeri pantaloni bianchi molto larghi tipici del nordafrica. Paola è una ragazza bionda, con gli occhi verdi e di statura alta, con un seno molto prosperoso e delle lunghe gambe. Insomma un genere di donna per niente diffuso da quelle parti. Sulle prime rimasi un po’ perplesso pensando alle innumerevoli storie raccontate dagli amici a proposito delle donne bionde in Tunisia, ma poi mi resi conto che il personale era gentilissimo e che se erano stati assunti dalla direzione dell’albergo dovevano per forza essere gente fidata. Paola mi guardò e notai in lei uno strano sguardo. Quel posto vaporoso che confondeva la vista era intrigante. Ci condussero in una grossa vasca piena d’acqua calda e ci lasciarono lì per una quindicina di minuti. Fu estremamente rilassante. Dava la sensazione di una sauna con la differenza che oltre a respirare il vapore profumato eravamo immersi in acqua. Lì c’erano delle altre persone, maschi e femmine, che parlottavano sommessamente fra loro. Poco dopo un uomo venne a prenderci e ci condusse in un’altra sala, più piccola della prima, dove c’eravamo soltanto noi. Ci chiese se entrambi volevamo fare il massaggio rilassante. Paola annuì mentre io optai per una serie di docce, una calda e l’altra fredda alternate, che erano poste in un angolo della stanza. L’uomo invitò Paola a sdraiarsi su una lastra di marmo lì posta a mo’ di lettino ed indicò a me le docce. Iniziai la mia seduta. Dalla posizione in cui ero potevo benissimo vedere Paola distesa mentre l’uomo la massaggiava lungo la schiena. Poco dopo notai che il mulatto indugiava sulle natiche di Paola e che questa aveva girato la testa dalla parte opposta alla mia. Quando azionavo la doccia calda i getti di vapore mi impedivano di vedere chiaramente quello che succedeva, ma intuii che l’uomo aveva detto a Paola di girarsi ed ora lei era con la pancia verso l’alto e le gambe semi aperte. Il iniziò a massaggiarle l’interno delle cosce partendo dal ginocchio e, in breve tempo, giunse quasi all’inguine. Quando le mani del mulatto la sfiorarono lì Paola ebbe un sussulto e chiuse le gambe. Il mulatto mise le mani sulle sue ginocchia e le allargò con forza aprendogliele di nuovo. Io osservavo attonito la scena mentre una eccitazione bestiale saliva dentro di me. Paola mi fissò negli occhi e, forse, vi lesse quello che stavo provando perché non si trattenne ed aprì le gambe in modo osceno, spalancandole completamente davanti al tunisino che, lestamente, iniziò a massaggiare le sue cosce nella parte interna, proprio vicinissimo ai suoi slip. A quella vista sentii il mio glande gonfiarsi con prepotenza. In quel momento il tunisino si girò e mi guardò soffermando il suo sguardo sul mio costume. Fu lì che mi accorsi di avere il membro eretto e che la mia eccitazione traspariva con evidenza dal costume. Il mulatto a quella vista si rigirò e riprese il suo lavoro muovendo ancor di più le sue mani che ormai toccavano le mutandine di Paola. Lei si aprì ancora di più e vidi le dita del mulatto scansare delicatamente le mutandine ed inserirsi nella figa di Paola. Un uomo stava toccando la figa della mia ragazza!
Chiusi l’acqua calda e vidi chiaramente che il tunisino aveva scansato completamente le mutandine scoprendo la figa aperta dall’eccitazione. Aveva infilato due dita fra le grandi labbra di Paola e con l’altra mano stava titillandogli velocemente il clitoride. Proprio come piaceva a lei. Vidi che una sua gamba si muoveva e notai che il mulatto le stava appoggiando su un piede il suo membro attraverso i pantaloni. Probabilmente l’uomo non portava le mutande perché il membro, che doveva essere di notevoli dimensioni, gonfiava molto i pantaloni e gli permetteva di strusciarlo bene sul piede di Paola. A questo punto l’uomo cambiò posizione e si mise di lato a Paola afferrandole una delle sue grosse tette e continuando a masturbarla con l’altra mano mentre le appoggiava il membro su un ginocchio. Paola venne quasi subito come potei notare dalle contrazioni che avevano le piante dei suoi piedi e da come apriva oscenamente le gambe. Pochi istanti dopo, si alzò dal lettino e mi venne incontro chiedendomi se avessi finito le mie docce. Io annuii e ci dirigemmo verso l’uscita inseguiti dal tunisino che ci invitava a tornare per altri massaggi più approfonditi.
Salimmo in camera ed io, ancora eccitato, le chiesi se le era piaciuto. Lei mi rispose che sì, il massaggio le era piaciuto. Le chiesi se le era piaciuto anche il resto e lei, senza guardarmi, mi chiese di cosa stessi parlando. Io insistetti e lei mi disse che avevo capito male, che sicuramente non avevo visto bene in mezzo a quel vapore, che non era accaduto nulla di tutto ciò che le dicevo. La costrinsi a guardarmi ed inizia a palparle le tette. I suoi capezzoli erano grossi e turgidi. Le misi una mano fra le gambe e constatai che era ancora bagnata fradicia. Iniziai a sditalinarla e lei cominciò ad eccitarsi. Mise un piede sul water e si aprì totalmente. Fu allora che perse il controllo ed iniziò a dirmi che l’avevo fatta toccare da un negro e che la cosa l’aveva eccitata enormemente. Mi disse che in quel momento aveva desiderato prendere in mano il cazzo di quell’uomo. Non sapeva come aveva fatto a trattenersi. Iniziò a sussurarmi cose oscene nell’orecchio. Mi disse che con il piede aveva sentito il cazzo del negro che secondo lei era due volte più grosso del mio e che aveva avuto una voglia fottuta di prenderglielo in bocca e di farsi scopare selvaggiamente. Mi disse che vedeva negli occhi del negro un desiderio enorme e che lui, se lei l’avesse lasciato fare ancora, l’avrebbe certamente scopata. Mentre diceva queste cose io la stavo penetrando con una foga mai vista, tanto che, dopo pochi istanti venimmo entrambi. Scemata l’eccitazione Paola mi guardò negli occhi e, con una faccia seria mi ammonì: “E’ stato fantastico, ma non mi ci portare mai più altrimenti non mi controllo e me lo faccio mettere anche nel culo da due negri come quello di prima…”. Non ci fu bisogno di altre parole. Dal suo sguardo serio capii che era vero.
Dopo quel giorno abbiamo pensato molte volte a quel centro massaggi, e, ancora oggi, quando ci pensiamo e ce lo raccontiamo mentre si scopa, ci eccitiamo in un modo sempre diverso.

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