In palestra 1

In palestra 1

Avevo acquistato le quote di una palestra in centro città. I due miei soci erano due culturisti che erano più bravi a praticare che ad insegnare. Anche le pubbliche relazioni non erano il loro forte. Io, pur non essendo “gonfio” e muscoloso come loro, avevo sempre praticato sport ad alto livello e il fisico non mi mancava.
Passavo lunghi periodi in palestra tra schede, ore di fitness e dimostrazioni sul corretto uso di attrezzi e pesi.
Avevamo anche una piccola stanza con lettino dove praticavamo massaggi ed elettrostimolazione.
Quasi sempre aprivo io il mattino dato che facevamo anche servizi di sicurezza di sera/notte e loro preferivano allenarsi il pomeriggio.
Questi erano orari frequentati da molte giovani mogli, casalinghe e da qualche artista che normalmente lavoravano solo le sere dei fine settimana.
Grazie alla mia posizione e al fisico che non mi mancava, ho potuto sfruttare diverse occasioni.
Alcune ve le racconterò.

Lezione di “step”. 8/10 ragazze/donne davanti a me salgono e scendono dal loro attrezzo a ritmo di musica. Fare sfoggio di indumenti sportivi succinti e provocanti era cosa comune. Io vestivo una tuta aderente stile lottatore di lotta greco/romana.
Facevamo molti esercizi. Alcuni mettevano in evidenza le loro parti “anatomiche” e la zona del mio “cavallo” a fine lezione, pur essendo accuratamente sistemata, era abbastanza evidenziata.
Tutte raccolgono i loro oggetti felici e si dirigono verso lo spogliatoio. Solo una coppia di amiche si attardano in sala.
Io – “non andate a fare la doccia? 🙂
Barbara – “un po di stretching e andiamo”.
Lucia – “non ho voglia di andare, devo preparare il pranzo per Stefano (marito)”.
B – “comunque…..complimenti per il pacco!”
Rimasi bloccato per qualche secondo.

  • “che dici, mi fai diventare rosso!”
    B – “perché? È tutta la lezione che ce l’ho davanti al naso.
  • “beh, sei molto bella, ma sei sposata altrimenti te lo avrei fatto vedere meglio.”
    B – “e perché non lo fai? Mica glielo vado a dire!”
    Guardo Lucia, la migliore amica di Barbara, che si allontana dicendo: – “io devo andare. Ci sentiamo.”
  • “non scherzare, Barbara, poi sono fatti tuoi!”
    Lei si avvicina, allunga l’indice teso, lo passa lungo tutto il mio membro e fissandomi con sguardo ammiccante e provocattorio
    B – “fammi vedere…..”
    La prendo per mano, la porto nella stanzetta del lettino e chiudo a chiave.
  • “ora non scappi più!”
    B – “non ci penso nemmeno!”
    Mi butta le braccia al collo e mi infila la lingua in bocca!
    L’abbraccio, l’afferro per i glutei, la sollevo e la siedo sul lettino.
    Stringendo i suoi fianchi su di me le faccio sentire tutta la mia eccitazione contro il suo sesso.
    Le sfilo il top e rimane con il seno nudo. Una seconda piena, con due areole piccole dalle quali si ergono due capezzoli di almeno un centimetro duri come il mio uccello.
    Mi sfilo le spalline della tuta e le porto fino ai fianchi. Lei le afferra e alzandosi me la sfila fino ai piedi inginocchiandosi davanti a me.
    Il cazzo esce e scatta verso l’alto. Lo afferra con una mano e inizia a leccare le palle, poi tutto il tronco per arrivare ad afferrare la cappella con le sue morbide labbra.
    Lo scappella fino in fondo e con l’altra mano mi accarezza lo scroto e affonda la sua bocca ingoiando quasi tutto il mio membro.
    B – “Mmmhhhh! Bello!”
    Lo sega con la bocca succhiandolo divinamente. Sono molto, troppo eccitato. La blocco. La sollevo per le spalle è le sfilo i pantacollant colorati.
    Non porta intimo, come me, e la sua figa quasi totalmente liscia, se non per una piccola freccia di peluria che indicava il clitoride, è già completamente bagnata.
    Passo una mano lungo la fessura e raccolgo un po’ dei suoi umori.
  • “sei tutta bagnata, hai voglia? Quant’è che non scopi!”
    B – “molto!”
  • “troppo direi! Se non ti scopa si merita di essere cornuto!”
    B – “ho fatto la ceretta tre giorni fà, ma non se n’è accorto. Non si è mai avvicinato. Non ricordo quando è stata l’ultima volta che mi ha toccata!”
  • “ora te la tocco io!”
    La riappoggio sul lettino, le allargo le gambe e inizio a leccare il suo frutto succoso.
    Mugola, sposta la testa indietro e gocciola. Continua a bagnarsi sempre di più.
    Io le infilo due dita dentro e mi concentro sul clitoride.
    Con il medio e l’anulare dentro di lei e i polpastrelli rivolti verso l’alto massaggio il suo interno, mentre succhioe lecco quel bottoncino teso con grande passione senza trascurarne ogni millimetro.
    B – “così, continua, siii, dai, daiiiiii!”
    Mi prese per i capelli con entrambe le mani fermando le mie labbra sulla sua figa e, dimenandosi spasmodicamente, spruzzò diversi fiotti sul mio viso e la mia bocca.
    Con la faccia zuppa mi stacco da lei, le appoggio il cazzo sul clitoride, lo struscio allargando le grandi labbra, e lo spingo dentro con decisione.
    Sobbalza un attimo e poi si lascia andare sul lettino posando un piede su di esso per potersi aprire il più possibile. Anch’io poso un ginocchio sopra e comincio a spingere l’uccello tutto dentro, fino a sentire la cappella contro il suo utero. Le palle continuavano a sbattere sui suoi umori che traboccavano copiosamente dal suo sesso.
  • “te lo pianto così in fondo che ti esce dal culo! Quando avrò finito tuo marito non lo cercherai più per un bel po’!”
    Schizzò un’altra volta ed io ho dovuto metterle una mano sulla bocca per non farla urlare troppo forte.
    Ho continuato a scoparla senza sosta mentre lei stringeva forte i bordi del lettino.
    B – “sfondami, sfondami! Godo come una porcaaaa!
    Un terzo orgasmo la scosse fortemente. Tanto liquido così non mi credevo potesse uscire da una figa!
    Si alzò e, preso in mano il mio cazzo grondante dei suoi umori, mi fece sdraiare. Poi salì sopra di me e con decisione se lo infilò nuovamente tutto dentro di colpo. Mi cavalcava con grande foga, sbattendo forte il suo inguine contro il mio. Risaliva fin quasi a fare uscire la cappella per poi sbattere contro le palle.
    B – “fammi sentire quanto ti piace scoparmi! Godi che vengo anch’io! Dai! Godiamo insieme! Vengo, vengo, vengoooo!
    Schizzsi anch’io.
    Le riversai dentro 4 o 5 getti di sperma.
    Continuò a scoparmi finché esausta non si appoggiò con il suo seno su di me. La figa grondava di sperma e umori.
    B – “questo sì che è un sevizio completo da personal trainer! E pensare che è stato quel cornuto ad insistere perché io venissi in palestra!”

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