Il suo grande cazzo

Il suo grande cazzo

Lui parlava sempre di sesso, era ossessionato dal sesso, parlava di lunghezze dell’organo maschile, profondità dell’organo femminile, diceva che esistevano tre tipi di dimensioni del pene e la sua era la più esagerata, “il mio è 26 cm in erezione”, io non gli davo credito fin quando una sera lo tirò fuori. Dio, era vero..: ce l’aveva proprio grosso e lungo! Voleva fare sesso con me, io non volevo per la paura di essere penetrata da quel cosone enorme di quelle dimensioni. Ma ormai l’aveva tirato fuori quindi gli feci una sega mentre steso di lato mi leccava il seno, mi toccava il ventre ma quando arrivò lì lo bloccai; gli dissi di non averlo mai fatto e che adesso non me la sentivo. Nonostante avesse molta foia capì, giunse all’orgasmo mentre con molta forza con la mia mano continuavo a tirarglielo su e giù e dopo di chè ci sistemammo e ritornammo a casa. Era un ragazzo volgare, molto sconcio, tutti mi avevano messa in guardia, mi avevano detto che era un pazzo, un violento e lo scoprii senza ritegno; parlava di sesso come se non avesse altri pensieri per la testa, ne parlava con naturalezza come se fosse un argomento qualunque e da parlare con chiunque, ne parlava sempre e se provavi ad interromperlo alzava la voce a continuava a dire zozzerie. Così decisi di non frequentarlo più.

Nel frattempo negli anni a seguire ebbi una storia molto deludente, e quando questa storia finì definitivamente rividi questo mio amico dal cazzo enorme, e forse per delusione, forse per solitudine tornai a frequentarlo. Una sera avevo bevuto troppo, allora lui se ne approfittò; andò in un parcheggio e si buttò addosso; cominciò a leccarmi sui vestiti, io cercavo di dimenarmi ma lui non si fermava e mentre leccava mi guardava male. Non volevo farlo con lui ma mi sentii bagnata, allora vedendo che non si fermava gli chiesi di andare in un posto più buio perché temevo che qualcuno potesse vederci. Non se lo fece dire due volte; andammo nei pressi di una campagna e una volta lì cominciò a spogliarsi, io ero titubante e allora lui mi alzò la maglietta e cominciò a ciucciarmi un capezzolo mentre massaggiava con forza l’altra tetta. Passava con foia la lingua da un capezzolo all’altro, li mordeva mentre continuava a guardarmi male. Dovevo fare pipì e dovetti scongiurarlo di fermarsi perchè dovevo uscire dalla macchina ma non mi ascoltava. Poi mi lasciò andare e mentre ero fuori, lui finì di spogliarsi; si tolse anche i jeans e tutto il resto e si mise il preservativo. Fatta la pipì, vidi che ero terribilmente bagnata e dovetti usare tre fazzolettini profumati per pulirmi. Entrai nella macchina e quando lo vidi completamente nudo con il suo organo in erezione, pensai che forse non avrei dovuto asciugarmi così bene viste le sue dimensioni…! Si schiantò addosso, mi sdraiò e mise le mie gambe sulla sue spalle, abbassò la testa tra le mie gambe e cominciò a leccarmela; prima mi leccò il clitoride, poi dentro la figa e lì cominciai a emettere dei suoni con la voce che non riuscii a trattenere:
– “ah ah ah ah ah”
si fermò e mi disse :
– “è duro come il ferro! Non ce la faccio più, te lo devo schiacciare adesso!”
e cominciò a sbattermelo. Spingeva forte e diperata lo scongiuravo:
– “piano, ti prego fai piano!”;
lui non mi ascoltava, guardava come il suo organo mi penetrava ed aveva una faccia quasi scocciata e delusa perché il suo organo entrava solo per metà. Io emettevo degli “oh oh oh” pesanti e ritmati che non riuscivo a trattenere e più spingeva più diventavano forti. Lui arrivò di lì a poco, si sfilò il preservativo, si pulì e se ne infilò un altro. Me lo rinfilò e io ricominciai ad urlare mentre sentivo che il suo organo si stava indurendo sempre di più, vidi il suo sorriso perfido sempre più soddisfatto perché un po’ per volta stava entrando sempre un po di più. Spingeva spingeva, urlavo, cercavo di trattenermi, non ce la facevo, mi urlava:
– “ti piace come ti scopo?” non potevo rispondergli, non riuscivo a parlare, ansimavo e urlavo di continuo e lui cattivo imitava i miei “oh oh oh”. Non riuscivo a respirare, ansimavo forte mentre lui me lo mise tutto e soddisfatto spingeva mentre mi guardava male e continuava a urlarmi nelle orecchie:
– “ti piace come ti scopo?”
– “che figona che hai!”
– “lo vuoi tutto? Tra un po’ entrano pure le palle!!”. Il suo organo era riuscito a penetrarmi tutta, il mio orgasmo fu un qualcosa di continuo, non riuscivo più a distinguere niente, lo trattenevo a me mentre le mie urla non lasciavano spazio più a nulla…

Tornai a casa dopo un’ ora e mezza di rapporto sessuale continuo e quasi ininterrotto dove mi penetrò in più posizioni, ma ad un cero punto lo fermai perché non ce la facevo più, lui voleva continuare ma gli chiesi di smettere, ero stremata. Una volta a casa, mi guardai allo specchio: ero paonazza in viso, gli occhi terribilmente lucidi, mi spogliai, mi misi sul bidet e mentre la lavavo sentii il mio buco così dilatato che la mano poteva entrarci dentro senza troppi sforzi. Mi misi con le gambe aperte d’innanzi lo specchio della mia camera e vidi il buco della figa dilatato così tanto che mi venne voglia di richiamarlo e rifare ciò che non avevo voluto che lui continuasse a fare. Non lo feci ma nel mio letto pensando al suo cosone, mi toccai e giunsi ad un altro orgasmo potente…..

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