Il mio padrone di casa

Il mio padrone di casa

Avevo da poco preso il diploma di ragioniere ma quella non sarebbe stata la mia attività, da un anno ero diventato uno scrittore, non di successo ma riuscivo ad andare avanti, a 19 anni ero un giovane uomo magro con capelli lunghi neri con piccole mesches bionde, il mio corpo però non era per nulla virile anzi nella parte bassa somigliava di più a quello di una donna, fianchi larghi gambe affusolate con pochissimi peli e un culo di cui andavo orgoglioso, alto sodo perfettamente diviso in due e piuttosto risaltante rispetto al corpo, mio padre appena diplomato mi buttò fuori di casa, io ero il figlio degenere, ero gay e pure un pò effeminato nel viso, un viso dai lineamenti molto delicati, occhi azzurro cerulei, ero un bel ragazzo ma gay.
Dopo vario cercare trovai un monolocale in una casa a ringhiera, la casa aveva una sala cucina, un piccolo bagno e una piccola camera da letto, non era messo bene, le pareti erano un pò scrostate, i caloriferi quasi neri dalla sporcizia, il lettino aveva una gamba un pò cadente ma a me andava bene per il momento, ero felice perchè finalmente autonomo, appena arrivato e messo a posto le mie cose cominciai a lavorare per un nuovo romanzo, dovevo scriverlo per forza e prendere al più presto un pò di soldi perchè il romanzo precedente non era andato molto bene, stavo giusto battendo sui tasti del computer quando alla finestra si presenta il mio padrone di casa
“Ciao ragazzo lavori a quest’ora?”
“Perchè che ora è?”
“Ma è la una di notte”
“Vede io lavoro quando mi viene l’ispirazione, quando il racconto mi viene fuori facilmente”
“Allora il mattino dormi”
“Mi bastano 6 ore ma dirette”
“Allora ti saluto io vado a dormire”
“Buonanotte signor Franchi”
“Buonanotte a te Ivano?”
“Ivano Cenci”
Mi rimisi a lavorare e finii verso le tre di notte, salvai il racconto e chiusi il computer, andai a letto con solo addosso un paio di mutande faceva un caldo pazzesco ed io non avevo un ventilatore, meno male che il mio appartamento si trovava al settimo piano così poteva arrivare un pò d’aria da fuori il palazzo.
Mi addormentai dopo un’ora buona ma dormii bene fino alle 10 del mattino mi alzai e mi feci una leggera colazione, dovevo stare attento ai soldi visto che il racconto di prima mi aveva fruttato poco, dopo colazione uscii di casa per fare 4 passi prendere il pane e qualcosa per il pranzo, verso la una tornai a casa, pranzai poi mi misi a letto a pensare al mio racconto ma faceva caldo per cui mi alzai e uscii ancora di casa feci un lungo giro mi fermai a prendermi un piccolo trancio di pizza e senza accorgermi passai vicino alla mia casa editrice salutai il portinaio che mi fermò
“Signor Cenci guardi che c’è un piccolo assegno per lei”
“Ohhh grazie signor Torti ne avevo proprio bisogno”
Il portinaio mi portò l’assegno, lo misi in tasca senza neppure guardare la cifra, si era fatto ormai scuro ma io non avevo voglia di tornare a casa, ad un tratto passai vicino ad un bar frequentato da gay e dentro c’era il mio padrone di casa, rimasi meravigliato il signor Franchi non mi sembrava essere gay, mentre pensavo a questa cosa lui mi vide
“Ivano dai vieni che ti offro una birra”
“Ohh grazie ne sentivo proprio i bisogno”
“Ma Ivano lei deve proprio contare i soldi che spende?”
“Bè ora starò meno attento ho ricevuto un assegno della mia cada editrice e mi potrò permettere qualcosa in più”
“Bravo se lo merita, vede Ivano io vivo solo e qui trovo molti amici gay come me”
“Pensi sono passato tante volte da quà e non mi sono mai accorti di questo locale”
“Ma per entrarci ci vuole la tessera o altrimenti qualcuno di qui che la conosce e la invita a bere”
” E lei ha la tessera”
“Certo da 10 anni ormai”
“Hey ragazzi lui è Ivano Cenci il mio nuovo inquilino, ha solo 19 anni ed è uno scrittore in erba”
Ricevetti tanti saluti diedi la mano ad almeno 20 persone ricevetti almeno 10 pacche sulle spalle, insomma un’accoglienza festosa, bevuta la birra il mio padrone di ed io ci mettemmo in cammino verso casa nostra, quando arrivai alla mia ci congedammo con una stretta di mano poi entrai in casa, una volta spogliatomi mi misi a letto presi l’assegno e lessi la cifra
“700.000 lire” mi vennero le lacrime agli occhi dalla gioia, quella cifra per me era tantissimo, con quei soldi potevo andare avanti per un bel pò, fare dei lavori urgenti in casa comprarmi qualcosa per vestirmi e mangiare finalmente per un bel pò di tempo qualcosa di serio.
Mi misi a letto e al mattino uscii per portare l’assegno in banca poi iniziai a fare delle compere, andai dal ferramenta per il letto, poi da un colorificio per pitturare la casa, pulire i termosifoni, stuccare i buchi nelle pareti poi comprare qualcosa da mangiare per mezzogiorno e altro da mettere in frigo, comprai qualche bottiglia di vino, birra e una bottiglia di spumante, poi venendo verso casa passai vicino ad un negozio di intimo e di abiti, un abito attirò la mia attenzione, era rosso con pantaloni e giubbetto alla bolero attillati, ai piedi un paio di scarpe con un tacco piuttosto grosso e alto almeno 6cm., era da uomo ma era un abito eccitante, poteva passare per un abito bisex, entrai nel negozio e lo comprai, poi di corsa a casa.
Una volta arrivato mi misi subito al lavoro, misi a posto la gamba del mio letto, poi pulii a fondo i miei termosifoni e poi ci passai il pennello, pulii il pavimento e ci misi sopra un pò di giornali vecchi infine sbiancai la casa, feci presto era solo 35mq., guardai l’orologio e mi accorsi che erano passate 4 ore da quando ero arrivato, erano le 15 del pomeriggio, tolsi la birra dal frigorifero e mi preparai un piattone di spaghetti aglio olio e peperoncino, finito questo un bel pezzo di formaggio, la birra finì ben presto ma era sazio e contento.
Stavo mettendo a posto l’abito che avevo comprato quando alla finestra appare il mio padrone di casa
“Ciao Ivano come và?”
“Buongiorno signor Franchi venga dentro, sa ho visto l’assegno e mi sono concesso una bottiglia di spumante brut, venga che le offro un bicchiere o anche di più”
“Hey Ivano ma questo è l’appartamento che ti ho dato?”
“Si coi soldi l’ho messo un pò a posto”
“Cavolo dici a posto? sembra un’altro l’hai messo proprio bene, ti dovrò fare uno sconto sull’affitto”
“Dai beviamo insieme”
Lo spumante era bello freddo e faceva molto caldo così i bicchieri divennero 2, 3 insomma finimmo la bottiglia, eravamo alticci e ridevamo per un nonnulla, eravamo seduti vicini vicini e ad un tratto le nostre bocche si unirono in un unico lungo bacio, la passione divampò dentro di noi così ci spogliammo a vicenda e andammo nella camera da letto qui lui mi mise supino, poi mi venne vicino sul letto mi prese le gambe e se le mise sulle spalle puntò il suo cazzo al mio culo e mi penetrò completamente, rimanemmo fermi un pò a baciarci poi cominciò a scoparmi prendendo subito un buon ritmo, mi scopava e mi baciava, nessuno parlava ma i nostri occhi erano fissi negli occhi dell’altro e i suoi occhi mi dicevano
“Ora ti prendo e ti faccio mio”
“Si prendimi lo voglio anch’io”
Il ritmo aumentò gradatamente fino a diventare martellante
“Ivano sono felice che anche tu sia gay, hai un culo stupendo, femminile e un buco bello largo”
“Signor Franchi quando l’ho vista in un locale gay ne sono stato felice perchè capiva il mio stato visto che anch’io sono gay”
” Si gay e passivo proprio per me Ivano”
“Sono felice che lei mi scopi, mi è piaciuto subito signor Franchi”
“Chiamami Marco per favore”
“Si Marco dai scopami scopami per bene fammi sentire il tuo godimento”
“Si Ivano ora ti sborro nel culo dopo te lo tappo così la mia sborra ti rimane dentro, Ivano ti piace travestirti?”
“Ohhhhh si tanto, quando abitavo coi miei mi ero fatto una dote ma quando se ne accorto mio padre ha buttato via tutto, però oggi mi sono comprato un vestito che potrebbe farmi passare per un travestito”
“Siiii eccola arriva la sborra arriva siiiiiiiii”
Il mio culo fù invaso da 8 fiotti di sperma denso e caldo Marco mi rimase dentro e continuammo a baciarci poi il suo cazzo si ammosciò uscì da me e gli pulii perfettamente il cazzo, una volta rimessoci a posto gli feci vedere il vestito, volle assolutamente vedermelo indosso e lo accontentai
Cominciai col perizoma di pelle rosso le calze lunghe quasi fossero delle autoreggenti, il pantalone perfettamente attillato dove il mio culo poteva evidenziarsi, la camicia rosa shocking e il bolero, una volta finito Marco si mise a girarmi attorno poi sorridendo mi disse
“Se vieni nel mio bar vestito così ti violentano tutti, sei troppo sexy, provocante, se vai in giro così sei pericoloso”
“Dai Marco non esagerare”
“Guarda ora devo andare ma ti giuro che ho detto la verità ciao Ivano”
“Ciao Marco”

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