Il Cannolo

Il Cannolo

Nell’entroterra siciliano,lontano tantissimi km dai luoghi di villeggiatura,le estati sono calde e identiche da millenni,solo la tecnologia separa un estate del 2015 ad una del 1915,ma forse nemmeno quella a dire il vero,tutto è troppo lento vecchio e uguale.

Un paesino,meno di mille abitanti,una chiesa,un barbiere,un circolo nobili retaggio di un epoca che fu,e una pasticceria,la mia,aperta da generazioni.

Il padre di mio padre,mio padre ed ora io facciamo da sempre gli stessi dolci,e sopratutto i stessi identici cannoli,venduti sempre alla stessa identica gente,ma quel giorno,il 5 agosto del 2015 fu diverso.

Ero nel mio laboratorio,intento a fare le bucce di cannoli,per poi rivenderli la domenica,avevo l’impasto della cialda e lo stavo arrotolando nella cannuccia di metallo,per poi friggerla,quando sentì il campanello del negozio,la cosa mi stranizzò non poco,visto che a quell’ora e in quel giorno della settimana non veniva nessuno.

Dalla porta del laboratorio,da dove poteva intravedersi il bancone del negozio,un negozio molto piccolo ma ben curato,con rifiniture in legno,vidi il parroco ed uscì.

Non era solo,era con una coppia.

“Buongiorno carmelo” disse con un marcato accento trapanese,luogo di origine del parroco

“questi sono due miei ospiti,mio cugino vincenzo e la sua consorte” indicandomeli

“la signora sara,lei è una pasticcera amatoriale ed io le ho detto che qui ci sono i migliori cannoli della zona”.

Sorrisi sotto i baffi,i nostri cannoli erano davvero molto apprezzati e venivano dalle zone linitrofe per comprarli.

Guardai meglio la coppia,lui un uomo sulla sessantina,basso,stempiato,conpantalone scuro,nonostante il caldo e una camicia azzurra,infilata dentro i pantaloni,che metteva in risalto la sua pancia,con una cintura anonima in bella vista.

Lei invece… lei no,lei si che si faceva notare.

Sicuramente molto più giovane di lui,occhi ammalianti verdi come l’erba dei campi,vestito nero lungo,con una larga scollatura sul seno,capelli scuri lunghi,portati dietro le orecchie, ,magra ma con un seno prosperoso,e con appena un filo di trucco.

Stonava pesantemente insieme al marito.

“Vorremmo 2 cannoli” mi disse il signor vincenzo

“Li sto preparando,saranno pronti per il pomeriggio” dissi io

“Peccato,nel pomeriggio c’è una funzione in chiesa” disse il parroco

“Ma li state facendo ora?” chiese lei

“Si,un po’ li faccio ora e il resto nel pomeriggio”

“Potrei vedere come fate?,sono stata da sempre curiosità di sapere come si fanno i cannoli,io li amo” disse guardandomi e facendo un sorrisino celato

“Per me non c’è problema,se vi volete accomodare”

“No no” disse il prete “c’è nunzia,la perpetua, che ci aspetta per mangiare,eravamo passati giusto per i dolci”

“Che peccato” disse la signora sara

“Se vuole io fino alle 6 circa li preparerò,se fate in tempo potete passare”

“Vincenzo,tu che dici ? posso passare nel pomeriggio,poi potrei farteli a casa” disse lei facendogli gli occhi dolci,evidenziando quanto quell’uomo ci teneva ad accontentarla.

“Poi si vede” disse lui sornione

Il prete si avvio verso la porta e l’apri facendo tintinnare la campanella “ci vediamo carmelo”

“Arrivederci” disse il signor vincenzo

“Mi raccomando,tenga il cannolo caldo per me” disse ridendo ma con gli occhi molto seri fissati ai miei.

Che strano episodio pensai,ma avevo altro da fare,rientrai in laboratorio ed iniziai a lavorare sui cannoli da preparare.

Erano le 4,avevo finito di riempire alcuni cannoli e sentii la campanella del negozio,era la signora sara,con lo stesso vestito di prima,ma con i capelli attaccati a treccia e un rossetto rosso che risaltava molto sulla sua pelle candita,lei era già davanti il bancone,il negozio deserto e senza nemmeno salutarmi indicò un cannolo

“mi dia quello”

chinandosi allungò il braccio per indicarlo e la profonda scollatura del vestito si abbassò consentendomi di vedere il suo seno abbondante.

Fissando il suo seno presi il cannolo.

Era un cannolo medio,circa 15 cm,ripieno di ricotta e goccie di cioccolato con alle estremità due mezze ciliegie candite,una per lato.

Il rosso esaltava in mezzo al bianco della ricotta e al colore scuro della cialda impastata con il cioccolato,avvolsi il cannolo al centro in un tovagliolino e lo diedi a lei.

La signora si alzo con il busto e allungo la mano per prendere il cannolo,lo afferrò con la destra,tenendolo tra il pollice e il medio,e mantenendo larghe le altre dita

“È bello pieno” disse soppesandolo e facendo un sorriso malizioso.

“Si signora,a me piace rimpierlo il più possibile di ricotta e far felici le mie clienti” dissi io rivolgendole un sorriso altrettanto malizioso.

Mi fissava con quesi suoi occhi verde smeraldo,mentre portava in bocca il cannolo,quando le sue labbra sfiorarono la ricotta si fermò,socchiuse un poco gli occhi,e stringendo le labbra usci la lingua.

Con la punta toccò e disegnò un cerchio sulla circonferenza della ciliegia,fece questo movimento per due volte,poi poggiò le labbra sulla ciliegia,quasi a baciarla,succhiandola dalla base alla punta,infine affondò la lingua nella ricotta,guardandomi ancora,e tirò via la ciliegia tra i denti per due,interminabili,secondi,che fecero sussultare il mio cuore e il mio pene.

Allontano il cannolo dalla sua bocca portandolo verso me.

“Il resto lo mangio a casa”

fece una pausa mentre io presi il cannolo,lo misi su un vassoietto e lo incartai e lo ridiedi

“sono sicura che il tuo cannolo sarà il migliore che proverò”

io non sapevo che dire,lei poso il cannolo incartato sul banco,si diresse dietro al bancone dalla cassa

“allora me lo fai vedere o no come si fa questo cannolo?”

Entrò dentro il laboratorio ed io appresso a lei,era un po’ più grande del punto vendita,aveva al lato della porta d’ingresso il lavabo,nella parete di fronte un grosso frigo e a degli scaffali con i miei attrezzi e nella parete a destra il forno e la porta che portava ad un cortile interno ed a un magazzino,ed al centro della stanza un grosso tavolo di marmo rettangolare.

“Signora sara ora le detto la ricett…”

lei senza guardarmi,dandomi le spalle mi interruppe e mi disse

“quella la trovo dove voglio,a me interessa che mi mostri la manualità nel farli buoni come il tuo”.

Io quasi ignorai le sue parole fissandole il culo,il suo abito nero a gonna lunga le stava d’incanto,le calzava alla perfezione dietro facendo risaltare il suo culo perfetto e tondo.

Sul tavolo c’era dell’impasto scuro,colore dato dal cacao,che usavo per le bucce e il sac à poche con la ricotta e le scaglie di cioccolato,mi misi di fronte a lei ,dal lato opposto del tavolo,presi della pasta e con il mattarello,tenuto con una mano al centro, l’appianai,poi la tagliai con una rondella taglia pasta in maniera ovale,infine presi una canna di metallo e l’avvolsi li sopra

“ecco come si fa,ora provi lei”.

La signora sara mi aveva fissato con stupore,quasi facessi movimenti magici,poi fu il suo turno di provare,prese la pasta e il mattarello,tenendolo all’estremità con due mani e inizio ad appianare la pasta,la quale venne più spessa da un lato e più fine dell’altro “uffa non mi riesce”disse lei sorridendo

“aiutami tu”.

Girai il tavolo e mi misi esattamente dietro di lei

“la guido io signora sara ”

presi la pasta che aveva spianato e con le mani la rimpastai

“ora provi di nuovo con il mattarello,ma con delicatezza,il mattarello è duro ma va usato con molta delicatezza per avere dei buoni risultati”dissi sorridendo.

Lei lo prese per le estremità e inizio piano a spianare la pasta,io a quel punto,portai il mio mento sopra la sua spalla destra,il corpo quasi a contatto con il suo e feci scivolare la mia mano sotto il suo braccio destro,prendendo il mattarello al centro

“si rilassi e lasci che guidi io il mattarello”.

Lo facevo scivolare dai polpastrelli al palmo della mano,accarezzandolo,lei seguiva i miei gesti,poi le misi una mano sul fianco e quasi sussultò

“deve accarezzare il mattarello con tutto il corpo”

e dicendo questo iniziai gentilmente a muovere il corpo in funzione del movimento del mattarello,lei inizio a fare lo stesso e muovendosi inizio a poggiare le sue natiche sul mio bacino.

Fu un gesto istintivo il mio,al suo muovere il bacino e strusciarsi contro me,portai la mano dal suo fianco verso la sua pancia e poi giù a sentire sotto il vestito l’orlo delle sue mutandine,e contemporaneamente a girare la faccia sfiorando con le labbra il suo collo,sentendone l’odore di buono ed eccitazione che emanava.

Lei piego la testa verso sinistra quel tanto che bastò per farsi baciare appena sotto il lobo dell’orecchio,ma poi con un movimento rapido,si giro con tutto il corpo di scatto e ritrovandoci viso a viso mi baciò.

Sentivo le sue labbra carnose strofinarsi sulle mie,la sua lingua vogliosa cercare la mia,e come in una danza le nostre lingue si toccavano e accarezzavano a vicenda,ed io potei assaporare il sapore di quella donna tanto vogliosa.

Portai le mani sotto le sue cosce e l’aiutai a sedersi sul tavolo,con velocità mi levai il falare e la maglietta,ero eccitatissimo e quasi volavo ma lei mi teneva fermo piantandomi le sue unghie sulla schiena.

Avevo voglia di lei,anzi no… avevo bisogno di lei,un bisogno carnale ed impellente.

Misi una mano sotto la sua gonna,le accarezzai la coscia fino a raggiungere con le dita il tessuto morbito delle sue mutande,lo sfioraì piano,mentre lei allargava sempre di più le gambe,percepivo sotto le dita,dietro il tessuto,due montagnette con un solco nel mezzo dove stava adagiato il mio dito medio,che batteva ritmicamente proprio lì.

“Mmm siii” sussurrava piano lei sulle mie labbra,stringendomi più a se.

Con l’anulare spostai il bordo delle mutandine,sentendo al tatto la sua pelle calda,con l’indice e il medio sfiorai le sue grandi labbra,dapprima lentamente,poi sempre più veloce

“aaaa… siiii… lììì…” continuava lei,tra un bacio e un altro.

Si stacco da me un attimo e prendendo la gonna da sotto,senza farmi staccare la mano dalla sua vagina,si levo il vestito su uno scaffale,io ammirai il suo seno prosperoso tenuto dentro un reggiseno di pizzo nero,ma anche quello durò poco perché la signora sara lo levò,mostrandomi orgogliosa la magnificenza del suo petto.

“Che seno stupendo”

le dissi fissandolo,lei non rispose,semplicemente si inarcò all’indietro la schiena pemettendomi di tuffarmi con la faccia li in mezzo,odorai a lungo il gran solco tra le sue tette,per poi baciare la sua tetta sinistra,dall’interno verso centro,mentre il dito medio era sul suo clitoride roteandolo molto lentamente,continuando a baciarle il seno, le labbra incontrarono la sua areola e di conseguenza il suo capezzolo,che duro e turgido come un chiodo fini per essere massaggiato dai miei denti

“continua carmelo,aaaa… il mio capezzolo…” iniziò a dire lei a voce sempre più alta,mentre con una mano mi tirava a se.

La mia eccitazione era alle stelle,staccai la mano dalla sua vagina e la bocca dal suo capezzolo e chinandomi mi misi a scendere in basso con la testa,con le labbra sfiorai la sua pancia e il suo ombelico,mentre lei con un gesto veloce della mano,sposto il mattarello e la pasta appianata per il cannolo,e si distese con la schiena sul tavolo,fino a che non mi ritrovai con la faccia tra le sue cosce ormai aperte,avevo davanti la sua vagina,coperta solo da uno strato di tessuto,le mutande,leggermente bagnati dalla sua eccitazione,e con forza iniziai a succhiarle e leccarle,bagnandole completamente dalla mia saliva,così facendo,bagnandole,le sue forme intime risaltarono di più,a quel punto spostai le mutande,e portai le mie labbra sulla sua vagina succhiando selvaggiamente,con avidità e quasi sete di quei suoi umori che,misti alla mia saliva,scivolavano dagli angoli della mia bocca e si depositavano sulle sue cosce,usavo la lingua per penetrarla quando più profondo possibile,sentendo,in un misto di estasi ed esaltazione lei che ormai ad alta voce diceva

“siiii carmelo,leccala,fammi sentire la lingua dentro… mmmm ”

e nel momento in cui leccai e succhiuai il suo clitoride ritto e duro esclamo gridando in estasi

“lii… lii,succhiami lii”

Il pene mi batteva forte dentro i pantaloni,con qualche difficolta riuscì a sfilarli con una mano rimanendo con i boxer.

Lei aveva portato una mano sulla mia testa e quasi mi forzava a tenerla tra le sue gambe,fin quando tenendomi per i capelli,non fece un po’ di forza per farmi alzare,io seguii il suo gesto ed alzandomi,ancora con la sua essenza sulle labbra e sulle dita mi avvicinai alla sua bocca,le poggiai il dito medio sulle labbra,lei lo assaporo ad occhi chiusi e poi,con il mio dito ancora nella sua bocca,la baciai facendole assaporare la sua stessa eccitazione.

Ci baciammo con passione e voglia,lei però mi spinse in avanti con le mani sul mio petto,guardò i miei boxer, il mio pene scalpitava lì dentro,scese dal tavolo e si inginocchio davanti a me

“voglio vedere il tuo cazzo,lo voglio”

piano piano,con gesti lenti,mi sfilò i boxer,portando il mio pene verso giù,facendo scivolare l’elastico sulla mia asta e poi sulla cappella,quando fu sul punto di scoprirlo tutto il mio pene,come avesse una molla,saetto davanti alla sua faccia nella sua interezza e 19 cm si stagliavano davanti i suoi occhi impressionati

“ma è magnifico” disse lei

scappellando il mio grande dal suo prepuzio che in parte ancora lo teneva inprigionato,facendo comparire una cappella lucida e brillante.

Resto un attimo a rimirare il mio pene,tenendolo stretto dall’asta con la mano destra,si bagno il labbro superiore con la lingua e adagio completamente la mia,seppur non piccola,cappella nella sua bocca.

Sentivo la sua lingua roteare sulla cappella,mentre con passione succhiava e muoveva la mano come per prenderlo più in fondo il bocca,e quasi si sforzava a farne entrare sempre di più,tanto che a tratti sentivo il suo palato sulla cappella

“siiii,lo succhi così,lo prenda tutto… fino in fondo “

era tutto estasiante,ma quello che mi colpiva,oltre la passione di questo pompino,erano i suoni eccitanti che faceva,suoni goduriosi,sbuffi e risucchi,suoni gutturali quasi,ma che componevano la musica più eccitante che c’era

“continui,lo succhi tutto,lei è una gran porca signora sara”

le dicevo,e lei alzando gli occhi obbediva per darmi ancora più piacere,un piacere proibito che però era estremamente bello.

D’un tratto vidi che con la mano cercava qualcosa sul tavolo,alle sue spalle,non trovandolo,lasciò la morsa delle sue labbra sul mio pene,ma continuando a stringerlo e girandosi verso il tavolo prese quello che cercava,la pasta.

“Cosa ha intenzione di fare?”dissi ridendo

“voglio fare il cannolo come piace a me” rispose

Tenne la pasta tra le sue mani,e gentilmente l’avvolse sul mio pene,poi la strinse tra le mani modellando la pasta sulla mia asta

“questo è il mio cannolo”.

Io ero colpito da quel che aveva fatto,allora per completare presi il sac à poche e spremendolo davanti i suoi occhi rimpì la mia cappella di ricotta,la sciando solo una piccola parte della punta scoperta,lei fissò per un attimo il risultato e con la lingua mi leccò lì,che sembrava una ciliegia rossa all’apice del cannolo,lecco piano piano la ritotta,poi tiro la buccia all’indietro e prese tutta la cappella il bocca,mentre la ricotta le contornava le labbra

“lo sapevo che questo era il cannolo che desiderava,lo succhì tutto”

quando infine fu sazie e soddisfatta e la pasta si era modellata bene al mio pene,con delicatezza la sfilò,la pasta si allargo delicatamente nel passare sulla mia cappella,più spessa dell’asta del pene,ma non si ruppe,quando fu fuori,la appoggio sul tavolo e con la lingua leccò i pochi residui di pasta e ricotta sul pene,poi si alzo e questa volta fu lei a baciarmi tirandomi a se,sporcando le mie labbra di ricotta.

Dopo un lungo bacio dove lei stava a coscie aperte ed io le strusciavo il mio pene eretto in mezzo alla vagina,mi chinai un poco,lei capendo le mie intenzioni,mi prese il pene e puntandoselo dentro mi permise di penetrarla con facilità,anche perché ormai era bagnatissima.

Sentivo quanto era calda,la sua vagina come un guanto di seta piano piano si allargava al passaggio lento del mio grosso glande,andavo con delicatezza vedendo e godendo con gli occhi della sua espressione,con gli occhi chiusi e la bocca spalancata ansimava piano man mano che entravo dentro lei,quando fui per quasi metà dentro con un movimento repentino di fianchi la penetrai in profondità,rimanendo per un attimo fermo,lei spalanco gli occhi e per un attimo trattenne il respiro

“ti sento… fino in fondo” disse abbracciandomi.

Spingevo forte,tenendola per i fianchi,mentre le sue mani cercavano stabilità lungo i bordi del tavolo da lavoro.

“ E’ caldissima sara,la sento mia ”

le dicevo io spingendola a me ad ogni colpo del mio pene dentro lei,ed ad ogni colpo sentivo che contraeva i suoi muscoli

“ fammi venire,lo sento tutto,siii… siii… sbattimi ”

portò la sua mano destra sul clitoride,piegò la testa in avanti,quasi a voler vedere la penetrazione,inizio lentamente a far roteare il palmo della sua mano sul clitoride facendo dei versi osceni da rabbrividire

“aaaa… aa..” per poi tratterene il fiato.

Fu proprio allora che senti il rumore della campanella della porta,alzai gli occhi e prima di vederlo lo senti

“ signor carmelo,sono vincenzo il cugino del prete ”

a tali parole il mio cuore si fermo,poi dalla finestrella della porta che immetteva sul banco lo vidi.

La signora sara era immobile,ma sentivo che contraeva di più le gambe,

“ salve ” dissi ” scusi ma sto lavorando ” mentì ” posso aiutarla? ”

la signora sara capì che suo marito non poteva vederla,e quasi ossessivamente inizio a spingere i suoi fianchi verso me e a toccarsi con foga,come se la voce di suo marito,mentre veniva scopata da un altro uomo l’eccitasse più di ogni altra cosa.

” Ha visto mia moglie? ” disse

mentre io muovevo i fianchi lenti,risposi cercando di rimanere quasi impassibile

“ è passata prima,e mi ha detto che tra breve viene ”

a quelle parole lei ormai in un raptus erotico si toccava a muoveva i fianchi con il mio pene dentro,raggiungendo l’apice del piacere

“ quando viene ” disse lui “può dirle che è passato il suo amore? ”

Io feci ok con la mano,e contemporaneamente senti le mie cosce che si bagnavano,mentre lei quasi meccanicamente ancora si toccava dopo essermi venuta addosso,era sfinita,aveva avuto un orgasmo pazzesco,bagnando me e parte della tavola e le sue mutande.

Mi staccai da lei,la sollevai e a me e le dissi

“ signora sara lei è veramente un gran tro… ”

non mi fece finire di parlare che mi baciò ,io ricambiai quel bacio caldo e passionale, facendo scivolare le mie mani sui suoi fianchi,poi le sussurai tra un bacio e l’altro

“ ora si giri”

lei lentamente mi obbedi,si tolse le mutandine e poggiò la pancia sul marmo,mostrandomi il suo bel culo,a quella vista non potei resistere,misi le mani sulle sue natiche e quasi con forza le apri,lasciando in bella vista il suo ano e la sua vagina,presi di nuovo il sac à poche e feci cadere lentamente della ricotta lì,mi abbassai e con voluttà spinsi il mio viso li in mezzo portando la lingua sulla sua vagina piena di ricotta e salì pian piano leccandola fino al suo ano,spinsi dentro la punta della lingua,quasi a fatica,sentendo il sapore del suo più intimo posto misto a ricotta

“aaa… il mio culo,piano piano… siii… sento la lingua,è…è… fredda…mmm mi stai riempiendo di ricotta”

Aveva un sapore indecrivibile e meraviglioso,migliore di qualsiasi altro dolce che sapevo fare infine riscesi per riassaporare la ricotta che era nella sua vagina,lei ad ogni mio tocco di lingua sospirava ed ansimava.

Quando la mia bocca fu soddisfatta mi alzai,e puntai la mia cappella verso la sua vagina ormai larga e bagnata,fu facile entrare questa volta e spinsi subito fino in fondo con forza,abbassai lo sguardo e vidi che aveva della ricotta ancora nulle natiche,la raccolsi con il pollice e,mentre lei godeva di questi movimenti che le procuravano un misto di piacere e solletico,l’adagiai tutta sul suo ano,infine con un gesto secco e deciso infilai quella ricotta e il mio pollice destro dentro il suo culo, lei che era ancora piegata sul tavolo raddrizzo la schiena ed io istintivamente le afferrai la treccia,ed a ogni colpo dato con i finchi per penetrarla con con il pollice la penetravo più a fondo roteandolo,sentendo tutto il calore del so morbido interno

“aaaa… che fai,non lì… il dito… mmmm…mi sento piena,mi fai impazzire la figa”

mi diceva,mentre stringeva e contraeva la sua vagina e il culo,duro un infinità di tempo o forse pochi minuti,ormai tutto era relativo,e c’erano solo le nostre carni che volevano questi momenti,e ne volevano tanti.

Io ero esausto,e i miei colpi si fecero più lenti,lei capendolo si giro con la faccia,mi mise una mano sull’addome e con delicatezza mi spinse

“ora voglio farti godere io” disse seria con quei suoi occhi ammalianti

Mi spinse delicatamente a terra,io intuendo il suo pensiero,mi adagiai con la schiena sul pavimento,il mio pene proteso all’insù,come un obelisco di carne

“a guardarlo così mi sembra ancora più grosso”disse eccitata

Poi porto i puoi piedi all’altezza dei miei fianchi,e piano piano si abbasso,prese il nio pene con una mano,è fece strisciare la cappella tra le sue grandi labbra

“carmelo,voglio farti impazzire,voglio che non mi dimentichi più”

“signora sara stia sicura che è già indimenticabile”

Con un gesto secco,si infilo il mio pene dentro,sbattendo con il culo sulle mie cosce,poi salì piano,quasi a farmelo uscire per poi riabbassarsi velocemente,sentivo la pelle della mia asta tirarsi verso il basso,quasi a volerla strapare,e quando inizio a muovere i fianchi oltre a fare su è giù impazzì

“signora,si muova,si muova” gridavo in un raptus impazzito di godimento ed estasi

Protesi le manie le braccia all’insù e lei afferrò le mie mani con le sue,riuscendo a darle stabilità e permettendole di muoversi ancora più veloce

“mi stai riempendo tutta,mi spacchi,come.. come.. mi piace..”gridava

Io non ce la facevo più ed ero sul punto di venire

“signora sara,sto per venire” le dissi

Lei in tutta fretta,si alzò,ed io mi alzai con lei,mi afferrò il pene tra le mani e inizio a farmi una sega con la mano destra mentre con la sinistra inizio a toccarsi velocemente per venire

“dai fammi venire”la intimavo

metre lei in una danza di mani frenetica masturbava me e si masturbava,io a fatica cercavo di non esplodere per venire nell’attimo esatto che veniva lei,quando il ritmo delle sue mani iniziò a farsi più caotico capì che stava per venire,infatti di lì a poco la senti ansimare

“aaaa… siii… aaaa… ven..go”

a udire quelle parole mi lasciai andare,una scarica di adrenalina parti dalla testa e dalle gambe per confluire sul mio pene,e quasi avessi avuto una scarica elettrica che mi attraversava,senti il mio pene irrigidirsi e iniziai a venire copiosamente.

“sborr…o” riusci a dire mentre le ginocchia quasi cedevano

Un fiotto di sborra le fini sulle labbra mentre ancora ansimava,e poi ancora a sporcarle il viso e la guancia.

Ci guardammo negli occhi,respirando a fatica,lei sporca di me e viceversa,raccorse quello che aveva sulle labbra con il dito e fissandomi lo assoporò con gusto si alzo e lentamente mi bacio.

Rimanemmo così per qualche minuto,muti stanchi e soddisfatti,poi le venne fretta,si vesti di corsa dicendomi che suo marito la stava aspettando,si rimise il suo vestito nero e quasi silenziosamente mi bacio per l’ultima volta andandosene.

Io rimasi immobile non capendo bene cosa realmente fosse successo,non credevo sul serio che era capitato proprio a me,poi respirai profondamente,mi rivesti e fini di lavorare,ma con la testa al pensiero di quei irripetibili momenti.

Il giorno dopo,di mattina presto sentì la campanella,usci al bancone ed era il parroco con il signor vincenzo e la signora sara

“buongiorno”dissi

“buongiorno” risposero i due uomini

mentre la signora faceva l’indifferente ma cercandomi con gli occhi

“oggi noi andiamo”disse il signor vincenzo “vorremmo portare dei 4 cannoli,me li prepara?”

io annui,entrai nel laboratorio,li presi e usci con un pacchetto con i 4 cannoli,ma uno lo tenevo in mano e lo porsi alla signora sara

“questo è quello che ha fatto lei signora sara”

era più grosso degli altri,si vedeva a occhio nudo

“cara”disse vincenzo “ma.questo è un cannolo gigante ”

ridendo,la signora rispose

“colpa degli attrezzi di nino”

io feci un sorriso così come lei,mentre gli altri due non capirono la battuta.

Pagarono e si avviarono all’uscita salutando

“arrivederci e ritornate”dissi mi maniera cortese

“Tra qualche mese”disse la signora sara”ritorneremo di sicuro per assaggiare di nuovo il tuo cannolo carmelo”.

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