I sandali e lo smalto nero di Costanza

I sandali e lo smalto nero di Costanza

Il ristorante era pieno di gente e c’era un gran rumore. Marco sedeva ad una tavolata di 20 persone e davanti a lui si trovava Costanza, l’oggetto dei suoi desideri. Era la fine di maggio e c’era stato un gran sole per tutta la giornata. C’erano stati poco meno di 30 gradi e quindi tutti quanti indossavano vestiti leggeri. Magliette a maniche corte, qualche camicia e vestito femminile, ma soprattutto, la maggior parte delle ragazze indossava scarpe aperte o ballerine. Costanza indossava dei sandali neri brillanti a fascia unica, con un piccola cinghiettina sui lati. Quella sera si era messa con molta cura lo smalto nero. Marco l’aveva notato quando la compagnia di amici si era ritrovata in piazza prima di andare al ristorante. Aveva subito iniziato a fantasticare. Era da quasi un anno che non riusciva a vederle i piedi e ritrovarseli davanti così all’improvviso l’aveva eccitato terribilmente. Oltre ai sandali aveva addosso un paio di jeans blu scuro molto aderenti e un canottiera nera. I lunghi capelli neri le cascavano sulle spalle nude e i suoi occhi, grandi e splendenti, si posavano spesso addosso a Marco, che sedeva di fronte a lei. Marco rimase sorpreso nel vedere che lei gli stesse dedicando tutti quegli sguardi. Non la conosceva molto bene e non avevano molta confidenza, l’unica cosa di cui era sicuro era che si masturbava spesso guardando le sue foto. Appena era riuscito a scoprire il suo cognome le aveva chiesto l’amicizia su facebook e aveva cercato tra le sue foto una in cui le si vedessero bene i piedi. Era arrivato all’ultimo album e le speranze stavano iniziando a svanire, quando all’ennesimo scorrimento della rotellina del mouse, aveva trovato un primo piano perfetto dei suoi piedi. Nella foto i suoi piedi erano praticamente uguali a come erano quella sera. Sandali e smalto nero su jeans attillati. Dopo aver trovato quella foto aveva ringraziato il signore e si era masturbato tre volte in meno di un ora. Con il passare del tempo aveva iniziato a masturbarsi meno spesso guardando quella foto, ma ritrovarsi davanti la versione dal vivo, tornava a fare il suo effetto. Quando pochi minuti prima era riuscito a vedere quei pei piedi affusolati e fini, la sua mente era tornata a tutti quei momenti in cui aveva immaginato di riempirli di sperma, sporcando anche i sandali e il fondo dei pantaloni. Se avesse potuto, sarebbe stato in grado di trattenere l’orgasmo per ore intere solo per poter schizzare di più su quei bei piedini. Mentre Marco stava addentando un crostino del suo antipasto, fantasticando su quei piedi stupendi, Costanza per sbaglio lo urtò sotto il tavolo. Marco la guardò un secondo, lei sorrise ma poi si mise a parlare con una ragazza che si trovava al suo fianco. Ad un certo punto da sotto al tavolo venne un leggero rumore, come se qualcosa fosse cascato per terra. Marco preso dalla curiosità e dalla voglia di guardare ancora i piedi di Costanza, fece cadere il tovagliolo per terra e si chinò per raccattarlo. Il leggero rumore era stato causato da un sandalo di Costanza caduto per terra, che aveva lasciato nudo il suo piede destro. Marco iniziò a pensare che una sorta di Dio dei feticisti stasera aveva deciso di dargli una prova della sua esistenza. Si trattenne sotto al tavolo per qualche secondo, facendo finta che il tovagliolo fosse finito chissà dove. Quando tornò su e si rimise a sedere, notò che Costanza lo stava guardando. Marco pensò immediatamente che si fosse accorta di tutto e fu preso da un profondo imbarazzo. Distolse subito lo sguardo e fece un commento banale su una battuta appena detta dal ragazzo che sedeva alla sua sinistra. Costanza non smetteva di guardarlo. Marco iniziò a sudare leggermente. Non si vergognava troppo del suo feticismo per i piedi, però non gli piaceva nemmeno l’idea che la cosa fosse pubblica. Se Costanza l’aveva capito, poteva essere un problema. Mentre Marco si rimproverava di quanto fosse stato avventato nel gettarsi sotto al tavolo con quella foga, il piede di Costanza lo sfiorò una seconda volta. Il contatto durò un paio di secondi. Il piede destro, nudo, salì su per il polpaccio e poi riscese. Marco non ci poteva credere. Non poteva essere successo veramente. Prima che potesse rendersi bene conto di quello che era successo, il piede di Costanza sfiorò di nuovo la sua gamba. Questa volta la carezza fu molto più lunga e molto più decisa. Il suo piede destro arrivò sino all’interno coscia, e Marco fu subito colto da una violenta erezione. Costanza continuava a guardarlo con insistenza e Marco non sapeva cosa fare. La sua bocca si era riempita di saliva e sentiva che tutto il suo basso ventre si stava contraendo insieme al suo membro.
“Andiamo fuori a fumare una sigaretta”
Costanza pronunciò questa frase quasi come se fosse un ordine. Marco nonostante non fumasse si alzò dalla sedia in un attimo. Lei si rimise il sandalo che si era sfilato e uscì dal ristorante seguita da Marco.
“Carini questi sandali eh?”
Costanza gli gettò addosso l’occhiata compiaciuta della persona che sapeva. Marco riuscì solo a balbettare un si tremolante.
“Poi con lo smalto i piedi diventano ancora più carini no?”
Gli propose questa finta domanda con aria innocente, come se potesse essere la cosa più naturale da dire in quel momento. Marco non sapeva cosa rispondere. Costanza cercava il suo sguardo senza riuscire a trovarlo. Se fosse stato fisicamente possibile, con quegli occhi, sarebbe riuscita a trafiggerlo da parte a parte.
“Guarda che so tutto eh.”
Marco si maledisse per esser stato così maldestro da farsi scoprire.
“Lo so già da molto tempo, non è perché ti sei chinato, anche se devo dire che è stato assolutamente evidente che lo hai fatto solo per guardarmi i piedi. Comunque so anche moltissime altre cose. Ti verrebbe un infarto se solo tu potessi immaginare cosa so.”
Marco continuava a non saper cosa dire. Costanza adesso era riuscita a incrociare il suo sguardo, mentre era lì per strada, appoggiata ad una macchina e con una sigaretta in mano.
“Vuoi sapere cosa altro so?”
“Va… va bene”
Balbettò un po’ impacciato Marco.
“So che ti masturbi spesso guardando le foto dei miei piedi. So che lo smalto sulle unghie ti eccita da morire. So che tra le tue fantasie erotiche c’è quella di avere un orgasmo sui piedi di una ragazza senza che lei ti tocchi. So anche che ti piace venire sopra ai piedi con ancora i sandali sopra. So che ti sei masturbato tante volte sulle ciabatte di tua cugina Francesca. So che ti piacerebbe poter venire due volte di fila sui piedi di una ragazza o che ti piacerebbe trattenere l’orgasmo per un bel pezzo in modo da venire di più”
Costanza terminò l’elenco come se gli avesse appena raccontato delle cose ovvie. Sembrava che conoscesse alla perfezione ciò di cui stava parlando, ma che soprattutto sapesse molto di più.
“Vuoi che continui?”
“Come fai a sapere tutte queste cose?”
“Questi non sono affari tuoi, ma sappi che oggi è il tuo giorno fortunato”
“In che senso?”
“Perché adesso stiamo per andare a casa mia… e indovina sui piedi di quale ragazza verrai stasera?”
Marco rimase impietrito. Non si sarebbe immaginato una situazione del genere nemmeno nella sua fantasia più sfrontata. Stava succedendo davvero?
Costanza iniziò ad incamminarsi verso la sua macchina. Marco la seguì subito. Forse si trattava di uno scherzo, magari di un’allucinazione, però una cosa era sicura, se davvero stasera fosse venuto sui suoi piedi, avrebbe coronato uno dei suoi sogni erotici.
“Ma gli altri nel ristorante?”
Marco si rese conto che pronunciando quella frase forse aveva commesso un errore imperdonabile
“Chi se ne frega”
Oggi doveva essere il giorno fortunato di Marco. I due salirono sulla macchina. Costanza non abitava molto lontano e quindi sarebbero arrivati velocemente. Marco si sentiva inquieto perché non riusciva a spiegarsi come lei potesse sapere tutte quelle cose. Sarebbe potuto essere normale se si fosse semplicemente accorta che gli stava guardando i piedi, ma come faceva a sapere tutto il resto? Marco indugiava sul fargli delle domande. Non sapeva da che parte cominciare, per cui si arrischiò sulla domanda più diretta.
“Ma tu come fai a sapere tutte queste cose su di me? A malapena ci conosciamo”
Costanza fece una risatina, come se Marco gli avesse posto una domanda molto divertente.
“So leggere nel pensiero, che domande”
Marco rimase in silenzio. Guardò Costanza attraverso le leggere luci dei lampioni che filtravano dai finestrini della macchina, e gli apparve bellissima. Aveva gli zigomi alti e rotondi, ben evidenti e la pelle vagamente abbronzata si sposava alla perfezione con le tonalità scure degli occhi e dei capelli. Rimasero entrambi in silenzio per alcuni minuti, fino a che Costanza non disse:
“So anche che ti piacerebbe se una ragazza ti dicesse delle volgarità mentre sei lì che ti stai toccando”
Marco fu sconvolto da un’erezione incontrollabile
“Ti sei sempre vergognato di chiederlo a qualsiasi ragazza, ma non ti preoccupare stasera farò anche questo. So già quello che vorresti che io dicessi”
Marco rimase in silenzio con l’uccello che gli sfregava contro i pantaloni. Dopo pochi minuti arrivarono a casa di lei, scesero dalla macchina ed entrarono nel suo appartamento.
“Senti, non sto a chiederti se vuoi qualcosa da bere perché ho già visto che la sotto sei già più che pronto”
Fece Costanza, indicando il rigonfiamento sulla patta di lui. Marco si sentiva goffissimo e qualsiasi cosa facesse, sembrava non migliorare la situazione. In fin dei conti però non gli importava. Era troppo eccitato per stare a badare a certi dettagli. Non riusciva più a controllarsi. Aveva la bocca piena di saliva e non vedeva l’ora di poter tirare fuori l’uccello.
“Vieni dai”
Costanza si tolse i sandali e si mise a sedere su un tavolo. I suoi piedi erano stupendi. Doveva essere stata per forza dall’estetista, perché lo smalto era stato dato alla perfezione. Marco si avvicinò. Lei iniziò ad accarezzarlo con i piedi attraverso i pantaloni. Il suo cazzo era diventato di marmo, non aveva mai avuto un’erezione così vigorosa.
“Accidenti”
Commentò lei, appena iniziò a sfiorarlo.
“Immagino che non ci metterai tanto”
Marco non sapeva se tirarselo fuori o aspettare che lei prendesse l’iniziativa. Giusto il tempo di pensare a quello che avrebbe potuto fare e lei gli abbasso la zip, gli sbottonò i pantaloni e glielo tirò fuori.
“Toccati un po’, ma non venire subito”
Marco iniziò a toccarsi. Era difficile riuscire a non venire. Doveva farlo lentamente, perché se avesse aumentato il ritmo anche di poco sarebbe esploso.
“Continua così per un po’, almeno potrai farti una bella sborrata”
Marco appena sentì quella frase, percepì uno spasimo nei muscoli del basso ventre. Sarebbe voluto venire immediatamente, però sapeva che una situazione del genere forse non si sarebbe mai più ripetuta.
“Fermati un attimo, sennò non ce la farai a continuare per molto”
Marco si fermò. Lei iniziò a sfiorargli le palle con i piedi e dopo di che passò sulla cappella. Si muoveva lentamente , in modo che non ci fosse il rischio di farlo venire. Aveva la pelle morbidissima e sembrava che gli stesse accarezzando il cazzo con un panno di seta.
Costanza guardò Marco e fece una risatina.
“Scommetto che verrai tantissimo”
Marco era sicuro che lei avrebbe vinto la scommessa.
“Dopo che sarai venuto potrai farmi anche qualche foto, così giusto per ricordo”
Fece lei ammiccando. Le parve inutile sottolineare che su quelle foto ci si sarebbe ammazzato di seghe sino alla fine dei suoi giorni.
Lei continuò a sfiorarlo per alcuni minuti. Stava iniziando a diventare una tortura. Finalmente era arrivato il momento.
“Vuoi venire?”
Marco balbettò un si, convulso dall’eccitazione.
Con voce melodiosa e suadente lei iniziò ad incoraggiarlo
“Dai, sborrami sui piedi. Immagina che tra qualche secondo li starai coprendo tutti. Schizzerai tantissimo, ne sono sicura. Scommetto che mi sporcherai anche i pantaloni.”
Marco non riuscì a trattenersi più di qualche secondo e sborrò copiosamente. Cercò di prenderle i piedi con ogni schizzo e come sperava, era riuscito più volte a prenderla anche sui pantaloni. I piedi di Costanza erano completamente ricoperti di sperma. Si potevano vedere anche le strisce più marcate prodotte dagli schizzi maggiori, oltre che un lago su tutte le dita. Marco tirò un sospiro di sollievo per essersi svuotato, non ne poteva più. Lei lo guardava sorridendo.
“Se vuoi possiamo aspettare un pochino così ci puoi venire sopra un’altra volta”
L’erezione di Marco non era ancora passata e quando sentì quelle parole fu di nuovo sconvolto dall’eccitazione. Iniziò a toccarsi di nuovo, con il cazzo ancora sporco, che non aspettava altro che venire ancora. Non ci volle molto, forse un minuto e Marco gli sborrò ancora sui piedi. Molto meno rispetto a prima, ma se lo aspettava. Non aveva mai visto dei piedi così belli schizzati in modo così abbondante. Marco si sentiva quasi mancare dall’emozione.
“Adesso puoi farci un paio di foto”
Marco tirò fuori il telefonino dalla tasca e questo iniziò a suonare. La sveglia delle 7:30. Com’è possibile? Saranno le dieci di sera.
Marco aprì gli occhi, era mattina ed era stato tutto un sogno. L’unica cosa reale era un’incredibile erezione. Senza esitare si alzò dal letto. Acceso lo schermo del computer che aveva lasciato acceso la notte prima, andò sul suo archivio di foto, cliccò sulla cartella di Costanza, aprì quella foto su cui tante altre volte si era masturbato e in meno di due minuti venne.

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