Danza di sesso

Danza di sesso

Accasciati sul letto ci addormentiamo un po’, solo 10 minuti, una pausa dalla nostra danza di sesso. Stesi vicini, nudi, nel torpore dei nostri corpi ancora caldi cominciamo a risvegliarci. Per rendermi conto che anche tu sei sveglia sotto le palpebre chiuse non ho neanche bisogno di aprire gli occhi, mi basta sentire il tuo respiro. Muovi un braccio, sposti la testa sul cuscino. Adesso, per esempio, ti sei girata su un fianco, verso di me. Ti guardo, indeciso. Soppeso la situazione. Dorme o è sveglia? Ecco che una mano, temeraria, parte in avanscoperta. Lieve, sfioro la tua schiena, comincio a scendere, scostando il lenzuolo. Prende coraggio, la mano, diventa curiosa. Si sarà accorta che non dormi più. Avrà sentito il tuo brivido? Nel dubbio, continuiamo a restare sopiti. La mia mano ora ti accarezza un fianco. Cerca la rotondità del seno. Rabbrividisci, ma resti ancora immobile in attesa. La mano impertinente corre, seguendo le curve del tuo corpo: schiena, fianchi, cosce. Il punto di ritorno sempre il tuo sedere. Ti accarezzo i glutei, so che ti piace che affondi le dita nella carne per massaggiare, stringere, stuzzicare il tuo buchino che reagisce ai tocchi.
Avvicino il viso alla tua schiena, mentre la mia mano complice e possessiva è impegnata più sotto, ti scivola tra le cosce, ti sfiora delicata la fica inumidita. Sento il calore del tuo respiro, prima ancora che le mie labbra si posino sulla tua schiena. La mia bocca, la lingua, i denti giocano alla guerra sulla tua pelle, il tuo trasporto è evidente, il respiro già affannoso. Scendo sui glutei, li mordicchio, lecco il buchino. E poi oltre, gioco con le lingua e con le mie dita sul tuo clitoride. Ti bagni, zuppa di desiderio di essere penetrata e allora un dito dentro. Affonda. Esce. Rientra. Gemi di piacere e socchiudi gli occhi. La mia mano ti sfiora ancora l’interno delle cosce e la fica bagnata, sempre più avida. Ti muovi “nel sonno”, allarghi le cosce, per favorire le mie intenzioni. Ecco, hai capito il mio gioco, sorridi mentre continuo a leccarti il culo e poi risalgo su e giro, mi avvento sui tuoi capezzoli. Li lecco, li mordicchio piano, ti sfugge un gemito di sorpresa quando le mie dita intanto affondano ancor di più nell’umidità della tua fichetta. So che ti eccita e ti rende impaziente il pensiero che potrei già prenderti ora, che sei già pronta, in attesa.
Le mie dita toccano, premono, frugano, aprono, delicate. Le tue gambe si allargano, il bacino si alza leggermente, ti sfugge una risatina. Ora vuoi vedere, vuoi mangiare con gli occhi. Mi avvicino col viso alla tua ostrica aperta. Le mie dita la accarezzano, si spalanca. Osservo l’imperlatura luccicante della pelle liscia e rossa del tuo frutto delizioso. Vedi i miei occhi adesso, scuri ma brillanti di desiderio, bramosi di prendere. Sento il tuo respiro pesante, sospiri quando le mie dita ti provocano ancora, affondano, per poi uscire subito, e rientrare più a fondo a due e a tre per volta. Alterno, accarezzo e affondo, godendomi la tua reazione, i tuoi gemiti in crescendo, che mi danno alla testa più di tutto il resto. Ecco, ora non mi trattengo, non riesco, voglio di più. Mi tuffo, con la bocca, senza più riserve, sul tuo frutto bagnato. Bocca e lingua non mi bastano, per esplorare, gustare, divorare, possedere quanto voglio. Non ne puoi più, non ti basta. Immagini il mio stato, mi immagini già col cazzo indurito! Parli, per la prima volta: “Ti prego”. È un lamento, un invito imperante, una preghiera, un bisogno assoluto. Ti prego ti prego ti prego. Litania, tra i gemiti. Il bacino si alza, le cosce si allargano in un gesto di offerta spudorata, quasi oscena. Vedi? Mi apro completamente a te, sono tua! I tuoi gemiti, il tuo respiro, le tue parole soffocate: “Oddio, quanto ti voglio…”, melodia primitiva! È il momento della lotta, per me, tra la voglia di farti godere adesso, così, con la lingua e quella di possederti, ben sapendo che perderò, dentro di te, il controllo, il potere, il senno. Ti sollevi e ti getti col viso tra le mie gambe. “Fammi vedere in che condizioni sta il mio giocattolo preferito.” E’ dritto, pronto, cola qualche goccia di piacere dalla punta della cappella. Le asciughi con la punta della lingua ed inizi a prendermelo in bocca. Alternando a succhiate pazzesche e ingoio di tutta la lunghezza del mio cazzo.
Duro. Nodoso. Pulsante. Mi circondi la cappella con le labbra, mentre la lingua mi solletica su e giù la fessura del glande. Nel frattempo la tua mano mi afferra la base dell’uccello e mi sega con grande, crescente dolcezza. Non manchi di farmi sentire la pressione, e se stacchi la bocca dalla punta del cazzo è solo per passare la lingua su e giù per tutta la lunghezza del membro, fino ad arrivare giù a succhiare le palle. La mia cappella, sta lì rossa e vogliosa e ti guarda, e allora la strofini delicatamente con le dita, poi butti fuori tutta l’aria dai polmoni e risali l’asta fino ad ingoiarla con una certa avidità, cercando di inserire quanto più cazzo è possibile nella tua bocca. Cerchi di decelerare leggermente il ritmo, perché ti piace vedere che me la sto godendo. Le tue mani si muovono da sole e anche la lingua si sta spalmando con così tanta precisione e saliva sotto il mio uccello e a lato e poi sopra e poi di nuovo giù, che la tua bocca è diventata una caverna così accogliente, umida e vorticosa, è un peccato anche smettere…
Ti stacco piano. Mi muovo, mi avvicino a te, mi infilo tra le tue gambe, tu distesa e divaricata sotto di me. Con una mano afferro il mio cazzo e lo appoggio solo sulla tua fessura zuppa, lo bagno, lo sfrego, lo intingo appena appena. Lo vuoi dentro, col bacino, ti spingi indietro, lo reclami, finché ti assecondo, sferrando il colpo in una volta sola, deciso. Il cazzo impalato nella tua fica pulsa di lato e ti fa pressione sulle pareti. E inizia la rumba più dolce e scatenata. Io selvaggio ti scopo, tu felina inarchi la schiena e ti apri, lanci indietro la testa, il viso increspato dal piacere. Ti afferro i capelli, impegnato in spinte ora calme ora più incalzanti. La pelle infuocata, le tue fusa e i miei rantoli, le mie incitazioni oscene ti incendiano. I miei colpi poderosi e veloci, a cercare profondità impossibili. Il cazzo dritto nel ventre quasi fino alla pancia. Il rumore della pelle schioccante, delle carni umide sbattute. Brividi, tremiti, vibrazioni, delirio di suoni e versi urlati. Guardi il mio culo salire e scendere sopra di te al ritmo del mio cazzo che ti scopa come una cagnetta in calore e nel frattempo senti il mio dito indecente che da sotto si infila nel tuo culo. “Sto arrivando non fermarti infilamelo tutto dai dai daiiii…sbattimelo dentro…scopami!!!”. Godi. Ora non ce la faccio più. “Sento che vengo anch’io!” ti grido nell’orecchio mentre te lo lecco avido di piacere. “Fermati ti voglio in bocca”. Inizi a prenderlo in bocca e a ciucciarlo voracemente come per succhiarmi dalle palle lo sperma che comincia a premere per uscire. Mi vuoi fare esplodere… e la tua mano su e giù, accelera senza strappi. Stringi di più alla base del cazzo, affondi con golosità la bocca. Ora senti sotto il palmo come un brivido, un irrigidimento delle vene, la cappella si fa più ritta. La succhi forte con le labbra, su e giù con il polso, lecchi sempre più velocemente tutt’attorno, mugoli anche in coro alla mia estasi di gemiti di piacere. Bastano ancora poche penetrazioni in bocca e io arrivo a fiotti sul tuo viso. Quando senti arrivare il primo getto caldo sono ormai tuo, non mi molli, non devo fare niente, sei tu che ti stai facendo inondare il viso dal mio piacere perlato. Cola dalla tua bocca e dalle tue guance la mia voglia di te. Crolliamo sul letto. Sbalorditi, affannati, sudati, accaldati. Placati, rilassati.

@solerosso

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