Una cena mancata

Una cena mancata

Avevo un appuntamento con Piera e, contrariamente al solito, le telefonai per una conferma. Il tono con cui rispose, sembrava in preda ad una grande agitazione, mi fece capire che c’era qualcosa che non andava.
Quando le ricordai che sarei passato a prenderla alle 20 e 30, la sua voce ebbe un vero e proprio sussulto: “come le 20 e 30, non dobbiamo vederci oggi, la nostra cena è per domani”!
“Piera, cosa ti succede?”, chiesi quasi incredulo, “non ti è mai capitato di dimenticare un nostro appuntamento!”
Una serie di bisbigli provenienti dal cellulare mi fecero capire che Piera non era sola, e la risposta che non giungeva mi faceva comprendere, insieme allo stato di agitazione di Piera, che avevo chiamato in un momento inopportuno.
“Piera ma tu non sei sola!” chiesi. “Si, c’è Luciana qui da me e stavamo finendo di fare …” “L’amore”, la interruppi bruscamente.

Un risolino mi confermò che avevo indovinato. “Aspettatemi”, gridai e chiusi la comunicazione.
Salii rapidamente in macchina e durante il breve percorso per andare a casa di Piera stavo già pregustando cosa mi aspettava.
Dopo 15 minuti suonavo al citofono di Piera; senza aver avuto risposta la serratura del portone scattò e quando salii al terzo piano trovai la porta socchiusa.
Appena entrato avvertii immediatamente il profumo del sesso che aveva saturato il piccolo monolocale di Piera. Chiusi la porta alle mie spalle e guardai in direzione della camera da letto credendo di trovare li le due amiche.
Il letto disfatto recava i segni di una intensa lotta, ma era vuoto; profondi sospiri e grida soffocate venivano, invece dal bagno.
Mi avvicinai e dalla porta socchiusa vidi uno spettacolo incredibile.

Sdraiata nella vasca c’era Luciana e Piera, sopra di lei a gambe larghe, la stava irrorando di una intensa pioggia dorata.
Mi avvicinai per guardare meglio e vidi che Luciana aveva un enorme cazzo di gomma a due teste infilato nella fica e nel culo e con una mano lo stava agitando convulsamente mentre con l’altra si torceva fortemente un capezzolo. Piera cercava di mandare il suo getto verso la faccia di Luciana che, a bocca spalancata, cercava di non perderne neanche una goccia.

A quella vista ebbi un’erezione così violenta ed immediata che quasi venni.
Mentre mi cominciavo a liberare dei miei vestiti, Piera che aveva finito di irrorare Luciana si abbassò su di lei e sdraiatasi sopra cominciò a baciarla sulle labbra e, tolta la mano di Luciana dal cazzo biteste, cominciò a stantuffarla con forza.
Entrai nel bagno con il cazzo che stava quasi per esplodere e appena Piera si rese conto che ero li mi fece cenno di avvicinarmi e con voce rotta mi disse “pisciaci addosso che poi ti faccio un pompino”.
Non me lo feci ripetere e cominciai a pisciare addosso alle due troie che avidamente cominciarono a succhiarsi e baciarsi la dove cadeva la mia urina. Mi fecero segno di indirizzare il getto verso i loro visi per potersi baciare sulle bocche mentre ricevevano il mio getto caldo.
Non avevo ancora finito che Piera prese il mio cazzo in bocca e cominciò a succhiare così forte ed avidamente che credevo volesse staccarmelo; Luciana dal basso allungo una mano e cominciò a massaggiarmi il buco del culo e mentre Piera succhiava sempre più forte mi ficcò un dito nel culo.
A questa sensazione il mio cazzo esplose in una sborrata gigantesca che riempì la bocca di Piera che seguitò a succhiare fino all’ultima goccia e, subito dopo, divise sulla lingua e sulle labbra di Luciana tutta la mia sborra.
La serata fu lunga ma, questa è un’altra storia.

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