ROSA – Fica calabrese (ROTTAINCULO)

ROSA – Fica calabrese (ROTTAINCULO)

Rosa è una fica con cui ho avuto una lunga relazione. Sono stato il suo primo uomo poiché era arrivata in età matura vergine e senza avere mai avuto una storia prima.
Tuttavia, è una gran troia con una gran voglia di cazzo e me lo dimostrò al nostro primo appuntamento. Difatti, quando la riportai a casa a fine serata, ci fermammo in macchina e tirai fuori il pisello bello duro. Lei gradì molto tanto che, invece di mostrarsi spaventata, si avventò sulla verga rigida e mi sparò una delle seghe più gustose della mia vita. Sembrava che nella vita non avesse fatto altro che maneggiare cazzi.
Però voleva mantenersi vergine e, quindi, per molti mesi mi costrinse ad avere solamente rapporti anali, che peraltro lei gradiva moltissimo.
E’ anche un’ottima bocchinara e sapeva ciucciare bene il mio uccellone eccitandomi da matti. Però, non voleva saperne di farsi venire in bocca. Una volta però le sborrai in bocca a tradimento e la vaccona, in barba a tutto quello che mi aveva sempre detto, non si dimostrò schifata dalla enorme gettata di sperma che le avevo sparato in gola.
Dopo un bel po’ di inculate, che la avevano spanata ben bene – è stata la più gran rottainculo che ho incontrato in tutta la mia vita – ci lasciammo per qualche mese e, quando pensavo di averla oramai persa, fu lei a ritelefonarmi. Già al telefono si capiva che aveva voglia di ritrovarsi dentro il mio uccello. E capii che era arrivato il momento di sverginarla.
Difatti, al primo incontro, la sbattei nuda sul letto a cosce aperte e le chiesi: “allora te lo posso mettere nella fica?”.
Lei rispose: “fai quello che vuoi”, ma con l’aria di dirmi “non vedo l’ora di averlo nella vagina che mi brucia di voglia”.
E io coscienziosamente lo infilai lentamente e delicatamente nella patonza, fino a vedere il sangue zampillare.
Un particolare divertente: siccome quando la sverginai era oramai matura, il suo imene aveva perso elasticità. Quindi, quando il mio cazzo lo lacerò, la lacerazione faticò a rimaginarsi e continuò a sanguinare. Poiché l’emorragia continuava fu costretta ad andare all’ospedale dove gli ricucirono la fregna mettendogli dei punti. Insomma, la mandai all’ospedale a colpi di cazzo.
Fu l’inizio di una lunga serie di magnifiche scopate. Me la sono montata in tutte le posizioni, anche se lei preferiva lo smorzacandela.
Il nostro rapporto ricordava molto la canzone MINUETTO di Mia Martini.
Come la donna di MINUETTO, anche il suo cuore si ribellava a me, ma il suo corpo no.
Infatti, facevo con lei il mio porco comodo.
Andavo da lei quando mi prudeva l’uccello e lei era sempre pronta a essere trombata.
Glielo mettevo in mano, in bocca, in fregna, in culo … e lei godeva.
Me la scopavo alla missionaria, a pecorina, a cucchiaio, a smorzacandela … e lei godeva.
E la cosa che mi eccitava di più era sapere che nonostante questa sua ribellione mentale la sua fregna non poteva fare a meno di essere fottuta dal mio uccellone e riempita dalla mia sborra calda.
Insomma, una troia gustosa che ho sfondata in tutti i buchi.

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