Elena, timida ragazza dominatrice

Elena, timida ragazza dominatrice

Elena è sempre stata una ragazza molto timida ed introversa fin dai tempi della scuola, ricordo che era una di quelle che stavano per conto proprio e raramente rivolgevano la parola a qualcuno per paura di essere derisi o presi in giro.
In effetti, a sedici anni non era proprio una gran bellezza, si vestiva male e non si curava particolarmente, i ragazzi non la degnavano di uno sguardo ed era invisibile per la maggior parte delle sue coetanee.
Io non la vedevo dai tempi della scuola, sono passati dieci anni e due giorni fa l’ho incontrata in un bar, serviva ai tavoli e mi portò il caffè.
Il tempo aveva avuto grandi effetti su di lei, ora aveva 28 anni, era alta, magra con lunghi capelli rossi e due bellissimi occhi verdi, il suo corpo era perfetto, sembrava una modella, la mia attenzione fu attirata dal seno che sembrava costretto sotto quella maglietta che indossava per lavorare.
Mi riconobbe, aspettai che staccasse il suo turno e poi le offrii qualcosa, parlammo del più e del meno, ricordò che io ero uno dei pochi ad avvicinarmi e a rivolgergli la parola, ricordò di come la difesi con delle sue compagne e mi ringraziò ancora per i gesti che feci all’epoca, l’aiutarono a credere che qualche persona migliore esistesse.
Una cosa non era cambiata, era sempre una ragazza molto timida ed introversa, parlammo del più e del meno ma quando si trattava di soffermarsi su di lei, si chiudeva. Io ero affascinato da questo aspetto della sua persona, era terribilmente bella e allo stesso tempo sembrava non esserne consapevole.
Si fece tardi, uscimmo dal bar, io volevo chiederle il numero o quanto meno darle un altro appuntamento, invece lei fece una cosa che mi spiazzò totalmente: mi chiese se volevo salire a casa sua.
A quel punto andai completamente in tilt, nella mia mente si susseguirono immagini di me che la montavo a pecorina sopra il letto e di lei che mi supplicava di non fermarmi, quei pensieri fecero irrigidire il mio cazzo, Elena se ne accorse ma fece finta di nulla.
Accettai e nel giro di dieci minuti eravamo nel suo appartamento, mi offrì qualcos’altro da bere, mi guardai intorno, aveva un arredamento minimal e moderno, luci soffuse e molti giochi di ombra.
Con la scusa di farmi mostrare l’appartamento arrivammo in camera da letto, aveva un letto enorme pieno di cuscini, delle lenzuola di raso rosse.
Improvvisamente si voltò verso di me, si avvicinò lentamente e senza dire una parola mi attirò a se e mi baciò con passione, sentì la sua lingua entrare di prepotenza nella mia bocca. L’afferrai per il sedere e la spinsi contro il mio cazzo che diventò duro in pochissimi secondi; volevo spingerla sul letto e spogliarla ma lei mi fermò, si allontanò, entrò nel bagno e quando ne uscì era vestita con un completino di pelle ed aveva una frusta in mano.
Alla vista di quello spettacolo mi tirai fuori il cazzo dai pantaloni e iniziai a farmi una sega, lei si avvicinò e mi ordinò di spogliarmi completamente, eseguii l’ordine, poi mi fece sdraiare a pancia sotto sul letto.
Fece passare il frustrino sulla mia schiena e poi arrivata al culo mi frustò, lo fece più di una volta, mi piaceva, mi stava facendo eccitare in modo assurdo, sentivo le palle riempirsi e il cazzo esplodere compresso sotto il mio peso.
Finalmente mi fece girare, lei salì in piedi sul letto e con i tacchi mi schiacciò più volte sull’addome e sul petto, il mio cazzo era dritto e lei con il frustrino lo accarezzava su e giù, quel contatto freddo mi piaceva.
Ad un certo punto posò il frustrino e tirò fuori delle manette, mi legò al letto, da quel momento avrebbe potuto fare qualsiasi cosa, non avrei più potuto reagire o ribellarmi.
Non lo avrei mai creduto, la timida Elena era in realtà una grande porca dominatrice; si tolse gli slip di pelle e il reggiseno, si sedette sulla mia faccia, mi prese per i capelli e mi ordinò di leccarle la fica.
La mia lingua le stimolò il clitoride più volte, sentivo la faccia bagnata dei suoi liquidi, il suo sapore mi entrò in bocca, gliela succhiai avidamente e le penetrai il buco con la punta. Lei si muoveva sulla mia faccia a suo piacimento, gemeva e godeva e condusse i movimenti fino a raggiungere l’orgasmo.
Si spostò e si avvicinò al mio cazzo, lo prese in bocca e me lo succhiò, leccò e morse in più punti, mi stava facendo impazzire, la vedevo applicarsi per renderlo durissimo, aveva intenzione di usarmi per il suo piacere ed era evidente.
Smise di farmi il pompino e si sedette su di me infilando il mio uccello nella sua fica fino in fondo, si mosse velocemente su e giù, spingeva con forza, si stava scopando in tutti i modi possibili, se lo mise anche nel culo più di una volta.
Stava addosso a me e mi usava come un giocattolo del piacere, si penetrava la fica con forza, poi diminuiva il ritmo e poi riprendeva a farlo forte, cambiò posizione più di una volta, il mio cazzo sembrava voler esplodere da un momento all’altro.
Mi disse di avvisarla quando stavo per venire, quando arrivò il momento la darmi le spalle e chinarsi come a volersi sedere, mise il cazzo nel buco del suo culo e mi ordinò di riempirla di sperma.
Non mi dovette nemmeno toccare, alla sola richiesta il mio cazzo esplose, gocce di sperma colavano dal buco del suo culo, l’avevo riempita per bene e lei sembrava essere soddisfatta.
Lentamente lo estrasse, dal culo uscì tutto lo sperma che le avevo riversato dentro, mi bagnò la pancia, la vidi girarsi e leccare via ogni goccia.
Mi sentivo appagato, era stato del sesso folle e pazzesco ed era accaduto con una persona che all’apparenza sembrava essere un’innocentina.
Pensavo che finalmente mi avrebbe liberato, invece la vidi prendere il mio cazzo moscio e rimetterselo lentamente nella fica.
Mi guardò e mi sorrise, dicendomi che mi avrebbe liberato solo quando si sarebbe sentita soddisfatta: mi ha scopato per 2 giorni di seguito e domani la vedrò di nuovo.

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