Mia moglie gravida molestata

Mia moglie gravida molestata

Questo racconto è tratto da una e-mail di mia moglie che ho ritrovato qualche tempo fa,spiando la sua posta, indirizzata ad una sua amica di nome Daniela, che riguardava fatti accaduti in passato e che io non conoscevo.
Oggi è il 30 gennaio 2018 e adesso sono le ore 18 circa; mi trovo qui a Palermo, la mia città, in casa; sono tornata dall’ufficio verso le 14.00; ho preparato da mangiare per i miei familiari, quindi ho guardato un po’ la televisione, per dedicarmi poi a sbrigare le comuni faccende domestiche. Mi avvicino alla finestra e guardo un po’ da dietro i vetri: il cielo è nuvoloso, forse pioverà; guardo le macchine che si muovono per la strada: ma dove andrà tutta questa gente, non lo so; sono sola con me stessa, come spesso sempre più spesso accade. Qualche volta mi sono collegata la sera a leggere le storie pubblicate su questo sito ed è da un po’ che ci penso e finalmente ho deciso di dare anche io il mio contributo, con un piccolo episodio realmente accaduto anni addietro, breve, semplice, senza situazioni iperboliche, ma che mi ha toccato profondamente. Non so bene veramente perché racconto tutto questo a voi o forse si, non lo so! Forse è un estremo tentativo catartico di cercare qualcuno che possa giustificare certe mie sensazioni durante ciò che è successo e certi silenzi che ne sono seguiti o che almeno mi aiuti ad elaborarlo. Ma andiamo con ordine, intanto mi presento: mi chiamo Cetty, ho 50 anni, vivo a Palermo, sono sposata con Roberto e sono ragioniera di professione. Non ho paura di essere individuata, ho 50 anni, non sono più una ragazzina e certe cose non mi fanno più nè paura, nè rossore. Potrei anche dichiararmi con nome e cognome, fornire e-mail e cellulare e se non lo faccio è solo per evitare i soliti guastafeste. naturalmente in privato sono pronta a confrontarmi con chiunque voglia seriamente dialogare con me! Se qualcuno mi riconoscerà potrà tranquillamente dirmelo in forma privata. Fisicamente sono bionda, occhi azzurri, 1,60 circa di altezza, capelli lievemente mossi sulle spalle, terza di seno. Il fatto che voglio raccontarvi risale a circa 20 anni fa, quando ero incinta, appena entrata al nono mese di gravidanza. Da quando tre mesi prima mi ero ritirata dal lavoro, per entrare in maternità, ero sicuramente più rilassata: allora lavoravo presso uno studio legale come segretaria, lavoro veramente al limite della decenza: stipendio da fame, orari impossibili e poi il concetto di segretaria molto allargato, nel senso che oltre ai compiti di ufficio veri e propri ero costretta anche ad occuparmi di cose che con la figura di segretaria poco ci stanno: la mattina arrivavo presto verso le 6, controllavo che tutto fosse in ordine, mi toccava svuotare i cestini dell’immondizia e i posacenere, pulivo il bagno, rassettavo le scrivanie, per poi passare al lavoro vero e proprio; tra i vari compiti extra c’erano l’acquisto dei quotidiani, tre copie di ognuno per i tre avvocati, il tabacco da pipa per l’avvocato Giorgio, pagamento di bollette di casa, comprare acqua, detersivi, carta igienica, etc. Per fortuna da due mesi tutto questo era sospeso. Mi ero da poco riappacificata con mia sorella e questo mi aveva reso ancora più serena.
Quella domenica eravamo di battesimo, invitati da una coppia di amici che battezzavano la loro seconda figlia. Nonostante il pancione ormai enorme ed un seno che mi pesava parecchio, tenevo molto a fare bella figura con i nostri amici e soprattutto a far fare bella figura a mio marito! Mi ero preparata bene, curando i particolari per apparire bella: un vestito tipo da sera corto, senza spalline e con manica lunga, tutto nero, come si usava allora anche per cerimonie diurne, calze velate con reggicalze, scarpe con tacco 12; prestai molta attenzione nella scelta dei gioielli: indossi una parure di perle che comprendeva una collana con un doppio filo di perle coltivate, un anello con perla e brillante, un bracciale con tre file di perle; al dito misi anche il brillante del fidanzamento e per l’occasione decisi di portare gli orecchini di perle e brillanti del matrimonio; curai moltissimo anche il trucco, delicato, ma ben fatto. La cerimonia finì verso le 11; uscimmo dalla chiesa e mio marito mi disse che conveniva andare a casa e poi da lì ripartire. Imposterò adesso, per una migliore narrazione degli eventi il racconto anche sotto forma di dialogo. Chiaramente molte frasi non saranno esattamente uguali a quando furono pronunciate anche perchè, dopo molti anni, le esatte parole dette vengono dimenticate, ma il succo sarà narrato per intero.

Roberto: amore penso che sia meglio passare da casa, così ti distendi un po’ e mangi qualcosa, che ne pensi?

Cetty: ma no dai, mi secca tornare a casa! scusa a che ora dobbiamo metterci in marcia.

Roberto: per le due, massimo due e mezza.

Cetty: scusa restiamo fuori e magari ci facciamo un panino al volo, dai, mi secca andare a casa.

Roberto: ok allora panino sia.

Mangiammo un panino di fretta e furia; ricordo che andai nel bagno del locale per orinare, cosa che negli ultimi tempi facevo ogni ora e per rifarmi il trucco.

Cetty: amore senti, perchè non approfittiamo del tempo che abbiamo ed andiamo a vedere il tavolo per la terrazza?

Roberto: se vuoi ci possiamo fare un salto; ma tu te la senti vestita così, con i tacchi, tutta ingioiellata?

Cetty: tranquilla sono abituata, non lo sai che allo studio sto sempre in tailleur e tacco 12 e porto gioielli?

Ci mettemmo in marcia alla volta di un negozio che avevamo visto giorni prima, sulla Circonvallazione, specializzato nella vendita di attrezzature da giardino. Mio marito posteggiò la macchina e ci incamminammo verso l’entrata del negozio.
Lì ci accolse un uomo distinto, sulla cinquantina, magro, brizzolato, ben vestito, un po’ misterioro, dai modi gentili e garbati.

Venditore: buongiorno, accomodatevi, in cosa posso esservi utile; la signora desidera una sedia, posso offrire dell’acqua?

Notai subito lo sguardo di meraviglia che mi lanciò subito ed i modi ammalianti dell’uomo nei miei confronti e certi particolari che di contro mio marito nemmeno notò, intento a guardare i mobili esposti….. Intanto l’uomo dandomi la mano per salutarmi, fece scivolar l’indice della sua mano lungo la parte finale del mio avambraccio e del mio polso soffermandosi per una frazione di secondo sul palmo della mano: buh pensai forse sono solo esagerata, forse non l’ha fatto con intenzione….. Inoltre subito dopo nel farci accomodare, passò prima mio marito, da bel cafone che è sempre stato, il venditore invece fece passare me e mi accompagnò posandomi una mano delicatamente sulla spalla, tenendomi il braccio per qualche secondo per poi accarezzarmi la schiena con la mano aperta; imbarazzatissima mi girai verso di lui e inesperta di queste situazioni, mi limitai ad un sorriso tra lo stupito e l’imbarazzato. Lui spudoratamente mi schiacciò l’occhio e mi sorrise. Il venditore quindi prese la parola parlando sempre rivolgendosi a me e guardandomi negli occhi, mio marito sempre un passo avanti, distratto, non capiva nulla…….

Venditore: allora signora bella su cosa vi eravate orientati?

Cetty: un tavolo tipo questo, con 6 sedie.

Venditore: questo, ottimo, anche perchè vedo che la famiglia si allarga! a quando il lieto evento?

Roberto: eh si….. nascerà il mese prossimo……

Il venditore a questo punto mi mette nuovamente le mani addosso, poggiandomi la mano sulla schiena e facendola scivolare delicatamente sul culo dove pratica una leggera pressione, quindi avvicina la bocca al mio orecchio sfiorandolo….. sento l’odore del suo alito, non è male, sa di menta…… mi rivolse la parola adesso dandomi del tu……

Venditore: se prendi questo gioia ti faccio uno sconticino, ma solo per te tesoro……

Mi girai di scatto guardandolo in modo serio negli occhi, mostrandomi infastidita; lui mi sorrise…….. Mio marito non si era accorto di nulla.

Roberto: Cetty come va, sei stanca?

A quel punto infastidita ed imbarazzata, volevo andare via.

Cetty: si mi sono stancata un po’, preferirei andare…..

Venditore: ma no, ancora non vi ho fatto vedere le offerte della settimana……se vuole le prendo una sedia per la sua signora.

Roberto: dai Cetty ormai che siamo qui voglio concludere. Mi scusi ma mia moglie a volte prima dice che vuole fare e poi dice che è stanca……..

Cetty: sempre gentile vero?

Io volevo scappare, ma mio marito distratto come era non riuscì minimamente a capire il mio disagio, nè le attenzioni che il venditore mi dedicava.

Cetty: scusi ma questo invece quanto costa

Venditore: per una mamma bella ed in dolce attesa come te, te lo posso passare a un milione e duecentomilalire; ma ti prego, lo devi provare , siediti qui.

Roberto: un attimo che guardo quel tavolo lì.

Cazzo pensai dove sta andando lo stronzo, mi lascia qui con lui sola………
Mi fece sedere ed iniziò a spiegarmi come si piegava, come si allungava a dodici posti, etc.
Poi a bassa voce, senza che mio marito sentisse, nè vedesse……

Venditore: sei bellissima ed affascinante, lo fai l’amore con tuo marito?
detto questo mi accarezza la mano……. Io la ritiro nervosamente. Mi alzo, continuiamo il giro; mio marito sempre avanti. Il venditore si distrae un attimo perchè chiamato da uno dei garzoni; mi avvicino a Roberto e gli parlo a bassa voce.

Cetty: mi vuoi aspettare che non posso correre, mi lasci dietro con quello, che deve pensare? mi vuoi stare accanto a me che quello non mi piace, mi imbarazza, mi guarda continuamente, mi tocca l braccio…..

Roberto: ma dai smettila, la solita esagerata, tutti a lei guardano……….

Purtroppo mio marito era così…….

Roberto: questo va benissimo! che ne dici Cetty?

Cetty: perfetto prendiamo e andiamo che sono stanca.

Roberto: si ma non so se questa lunghezza c’entra, non abbiamo preso le misure.

Venditore: ma scusi a che è qui e visto che è in offerta, faccia una scappata a casa e le prende subito! sua moglie intanto resta qui così scegliamo le sedie.

Io non volevo assolutamente restare solo con lui, ma come potevo dirlo a mio marito senza che il venditore se ne accorgesse…..

Cetty: vabbè io vengo con te, che resto qui ad aspettarti, c’è caldo……..

Venditore: dottore vada pure prendo una sedia e del ghiaccio per la sua bella signora

Roberto: ok vado e torno, la ringrazio per la sua gentilezza!;

detto questo, a passo veloce, andò verso l’uscita, mentre il venditore mi portò una sedia a sdraio, ricordo di tessuto bianco.
Mi salirono i nervi alle stelle, volevo urlare, iniziai a sudare freddo…… non volevo stare male adesso, no, speravo di no……… ma non si può decidere quando stare male!

Cetty: mi aiuti, mi sento venire meno…….

Il venditore mi fece subito distendere sulla sdraio ed andò a prendere dell’acqua e del ghiaccio. Io sentivo che stavo per perdere i sensi; mi raggiunse e mi versò dell’acqua addosso; poi mi iniziò a massaggiarmi tutto il corpo. Sentivo le su mani che mi toccavano tutta lungo i seni, sulla pancia, fino al basso ventre, in modo schifoso, facendomi sentire sporca…..ad un certo punto, mostrando di avere abbandonato ogni minimo pudore, iniziò a palparmi le mammelle attraverso il vestito, mostrando le sue vere intenzioni!

Venditore: dai rilassati gioia l’ho capito subito che mi volevi, mi hai guardato per tutto il tempo! dai vieni qua Cetty, sei bellissima, vieni voglio abbracciarti, dai lo so che tuo marito ti trascura e tu meriti un po’ di attenzioni…….

Cetty: no, non voglio, la smetta altrimenti grido……

Tentai di svincolarmi, ma non avevo forza nemmeno di gridare, sudavo e sentivo freddo, mi girava la testa ed avevo la vista annebbiata….
Lui con un gesto rapido mi abbassò il vestito ed il reggiseno mettendomi allo scoperto le grosse mammelle, quindi con la mano sinistra mi bloccò i polsi.

Venditore; dai stai ferma amore che se ti agiti è peggio, ti puoi fare male!

Detto questo si accostò al mio collo ed iniziò a strofinarmi le sue labbra; restai paralizzata e sentii il sangue fermarsi nelle vene! lui continuò a coprirmi il collo di delicati baci, poi di leggeri succhiamenti e poi infine iniziò a leccarlo avidamente con la lingua tutta di fuori…

Venditore: ah che buon sapore che hai Cetty, sei bella sudata, mi piaci, dai fatti leccare…….

Rimasi paralizzata e terrorizzata che potesse fare del male al bambino che portavo in grembo e per questo terrore restai immobile, lasciandolo fare; mi palpò le tette ormai nude, dopo avere scostato le perle, quindi inizio a leccarmi le mammelle avidamente ed a succhiarmi i capezzoli; poco dopo portò la sua bocca davanti alla mia bocca e mi poggiò le labbra contro le mie iniziando a leccarle con decisione; io opposi una lieve resistenza tenendo le labbra serrate, ma lui spinse la sua lingua tra le mie labbra con più decisione; sentii il suo alito desiderabile ed il calore del suo corpo; non riuscii ad oppormi, anche per paura che mi facesse male……; sentii la sua lingua calda ed umida che sapeva di tabacco, provai una vibrazione dentro il ventre ed una rabbia verso mio marito che mi aveva abbandonata; a quel punto ogni resistenza venne meno e cedetti, allargai le labbra aprendo completamente la bocca; subito da lingua del venditore si infilò dentro la mia bocca, iniziandomi a baciare in modo voluttuoso, io istintivamente corrisposi muovendo la mia lingua insieme alla sua; alternava attimi in cui mi palpava con decisione le mammelle, me le leccava e mi succhiava avidamente i capezzoli, a momenti in cui mi baciava avidamente in bocca con la lingua: io sempre immobile, terrorizzata, arrabbiata, sperando solo che finisse subito, lo lasciavo fare.
Ad un tratto con la mano destra scese in basso e la infilò sotto il vestito: iniziò a palparmi la vulva attraverso le mutandine. No, questo era troppo: cercai di divincolarmi, ma niente, non avevo forse; infilò la mano dentro le mutandine: sentii le dita che allargavano le grandi labbra e cercavano il clitoride, trovandolo subito dopo, iniziò a massaggiarlo con decisione e poi, dopo avermi sgrillettato per qualche istante, subito fece scivolare le dita poco più in basso: sentii che mi entrava con le dita in vagina: una, due, tre, quattro volte, forse cinque, avanti ed in dietro, dentro e fuori…….poi………
Mentre con la mano destra mi faceva il ditalino, con la sinistra mi teneva i polsi e con la lingua mi leccava prima le tette, sempre facendosi spazio tra le perle e poi giù tutto il pancione, per poi risalire in su e baciarmi in bocca con lingua; a quel punto io aprivo la mia bocca e lo lasciavo limonare come voleva, nella speranza ti tenerlo calmo ed evitare che potesse fare del male al mio bambino; ad un tratto dopo avermi succhiato le tette avidamente, mi rivolse la parola col fiato ansimante……

Venditore: madonna che vacca che sei…….sei una porcona……

Cetty: la prego basta, ho paura per il bambino……

Venditore: stai ferma e lasciami fare che non ti succederà nulla; adesso ascolta, voglio che lo prendi in bocca, se non lo fai ti faccio abortire giuro…….

A quelle parole trasalii, ma se questo poteva servire ad evitare il peggio ero pronta a tutto…..

Cetty: ok, va bene, ma non mi faccia male, la supplico…….

Mi preparai mentalmente a riceverlo in bocca!
Cetty: avanti sono pronta………

Si sbottonò i pantaloni ed abbassate le mutande estrasse un enorme pene in erezione! altro che mio marito con quel suo mignolino da 7 cm! una verga lunga circa venticinque centimetri dura e venosa, sormontata da un grosso glande lucido e violaceo; sotto uno scroto enorme e pelosissimo. Abituato al pene di mio marito questo sembrava di un altro pianta! Mi prese per la nuca e mi avvicinò a se; mi trovai così a tu per tu con quell’enorme salame incredibilmente turgido e paonazzo; in un primo tempo istintivamente mi ritrassi, ma quando i miei occhi incrociarono quelli di lui, non ebbi più alcuna indecisione;

Venditore: dai fattelo strofinare tutto in faccia, dimostrami che sei una vera troia

Fui ubbidiente ed iniziai a farmelo passarmelo sul viso, tra i capelli e sulle orecchie; me lo fece odorare ripetutamente quindi lo avvicinò alla mia bocca; terrorizzata che potesse fare male al bambino che avevo in grembo iniziai a leccargli il glande ripulendolo dal sottile strato di smegma che lo ricopriva e dal secreto prodotto a causa dell’eccitamento che gli fuoriusciva copioso dal meato uretrale; passavo la lingua ripetutamente e velocemente sul frenulo, poi lungo il solco balano-prepuziale e sul meato uretrale; poi leccavo con la lingua tutta in fuori l’asta per tutta la lunghezza dal basso all’alto e poi di nuovo in basso lungo tutta la superficie e poi ancora più in giù fino a succhiargli i testicoli. Ad un tratto l’uomo il cui respiro era ormai un ansimare inquietante, mi prese per la nuca e le mi poggiò praticamente il membro sulla bocca dicendomi

Venditore: dai adesso succhialo, fai la troia…….

Io, senza più alcun ritegno, allargate le labbra, lo accolsi in bocca; l’uomo allora iniziò a muovermi la testa avanti e dietro in modo ritmico, prima lentamente e poi sempre più velocemente, stantuffandomi a dovere; sentivo quell’enorme mazza di carne entrare completamente dentro la bocca e fuoriuscire immediatamente dopo, secondo un ritmo frenetico; sentivo il rumore della suzione che diventava un frastuono da conato di vomito quando il glande mi passava tra le tonsille schiacciandomi l’ugola contro il velopendulo.
Dopo circa dieci minuti che lavoravo di bocca come una maiala, madida di sudore e umiliata fino nell’anima, sentendo quell’enorme proboscide pulsare, temendo che stava per eiaculare e non avendo mai amato il sapore dello sperma, feci il gesto di ritrarmi ma, anticipata nell’intenzione, mi sentii afferrare con violenza i capelli della nuca e mi ritrovai costretta a muovere la testa molto più velocemente di prima: qualche istante dopo il venditore esplose con un grugnito di piacere e tenendomi stretta a se per evitare che potessi allontanarmi all’ultimo momento, mi eiaculò in bocca: una enorme quantità di sperma denso e caldissimo si riversò copiosamente dentro la mia bocca sotto forma di fiotti abbondanti ad elevata pressione, che si susseguirono in rapida successione, uno dopo l’altro, per un tempo che sembrò interminabile.

Venditore: ingoia, ingoia, pezzo di troia;

nonostante il profondo ribrezzo ubbidii prontamente e bevvi il suo sperma; la quantità di sperma eiaculato era impensabile, ma tutto sommato commensurabile alle estreme dimensioni dei suoi testicoli. A quel punto l’uomo estrasse il suo membro dalla bocca e continuò ad eiacularmi addosso in modo copioso: mi sentii investita da un liquido abbondante e caldissimo e in pochi secondi mi ritrovai tutta insozzata; lo sperma mi aveva inondato le mammelle, il collo, la faccia, i capelli.

A quel punto l’uomo mi gettò l’acqua in faccia e sulle tette lavandomi dallo sperma; subito dopo, quando ormai ero rassegnata ad essere violentata, sentii una voce inaspettata.

Roberto: Cetty, amore, dover siete?

Il venditore si staccò immediatamente, mi rialzò reggiseno e vestito, mi mise del ghiaccio in fronte e mi sussurrò all’orecchio

Venditore: stai zitta sgualdrina, altrimenti ti ammazzo! sei tu che lo hai voluto! Mi hai provocato tutto il tempo……e non è finita qui, il resto è solo rimandato….

Roberto: eccomi , qui ci sono le misure, ma Cetty che è successo.

Venditore: niente, stia tranquillo, ha avuto un piccolo mancamento, ma adesso si sta riprendendo… Le ho dato dell’acqua e l’ho fatta distendere, adesso va meglio……. le ho dato anche un po’ di orzata….

Il porco si riferiva al suo sperma che mi aveva fatto ingerire

Venditore: signora mi dispiace che l’orzata era calda, ma è stata di suo gradimento?

Cetty: grazie lo stesso

Roberto: amore come stai?

Cetty: ok, adesso va meglio; ma adesso voglio andare a casa.

Il venditore: allora questo ve lo faccio pervenire a casa; invece questo tavolino è un regalo per la sua bella signora, per la sua pazienza……..

Roberto: oh grazie che gentile!

Cetty: la ringrazio.

Ci salutammo; quando mio marito si girò, il venditore mi guardò sorridendo, uscì la lingua dalla bocca ed iniziò a muoverla velocemente su e giù, mimando un atto sessuale; fu l’ultima delle sue volgarità, un saluto degno del porco che era.

Salimmo in macchina e partimmo in direzione della sala. Non lo vidi mai più!

Roberto: meno male, ci siamo levati un pensiero; ci ha fatto lo sconto e ti ha fatto pure un regalo!

Cetty: non mi è piaciuto quell’uomo, non lo vedi come mi guardava, mi toccava e tu mi hai lasciato sola con lui.

Roberto: come ti toccava, ti ha molestato?

Avrei voluto dirgli quanto era stato stronzo a lasciarmi sola e quello che era successo con quel porco, ma mi trattenni, per pudore, per paura, per tornare alla tranquilla normalità!

Cetty: molestata no, ma all’iniziò mi ha sfiorato la mano…..

Roberto: ma finiscila, a te pensava, la solita esagerata……… non sai vivere!

Mi sentivo sporca; mi sentivo arrabbiata con mio marito che mi aveva lasciato sola con lui ed arrabbiata con me stessa perchè forse non mi ero opposta abbastanza a quel porco! Mi vennero i sensi di colpa: forse era colpa mia, forse lo avevo provocato; mi ricordai che spesso mio marito mi accusava di vestirmi in modo provocatorio, scollata, ricoperta da gioielli! Lui mi diceva che lo facevo per attrarre i maschi, per farli arrapare e che la gente mi avrebbe preso per una puttana. E se avesse avuto ragione? e se sotto sotto ero vero stata una puttana a provocarlo? E poi, mi chiedevo, mi aveva veramente fatto schifo essere stata toccata da quell’uomo, o sotto sotto, alla fine mi era piaciuto? No non poteva essere possibile, non poteva essermi piaciuto, no! Mi tormentai per tutto il tragitto con queste domande…… e se mio marito avesse tardato ancora, cosa sarebbe successo? mi avrebbe costretto ad un rapporto orale, mi avrebbe violentata? ma forse quella non era già violenza, forse ero stata violentata? Durante la cena non potei staccare la mente da quei pensieri e la cosa durò anche nei mesi successivi! E di pensieri presero anche un’altra piega! ero rimasta fedele? Ma in fondo, pensavo, non era successo nulla, mi aveva accarezzato soltanto e baciato, no? Non avevo tradito mio marito, gli ero rimasto fedele! altri ragazzi prima di lui, in fondo, mi avevano baciata e toccata, no? No, non avevo tradito, non ero una puttana, sono cose che succedono, bisogna saper vivere, come diceva Roberto.
Ora sono passati molti anni da quel giorno, ho vissuto la mia vita, ho avuto le mie storie extraconiugali, come succede a molte mogli ed a molti mariti, ma sono riuscita a tenere in piedi il matrimonio e la famiglia: di quel giorno ricordo tutto come fosse stato ieri, ma molte delle domande che mi posi, ancora oggi non trovo risposta!

Clicca per votare questo articolo!
[Voti: 1 Media: 3]
FavoriteLoadingAggiungi ai tuoi preferiti

5 thoughts on “Mia moglie gravida molestata

  1. luice800

    bello, anche a noi è successo ma voluto da entrambi.Già giocavamo con alcuni amici solo oralmente. Quando sapemmo che era rimasta in stato interessante tutti gli amici che potevano dimostrae di essere sani hanno riempito mia moglie in fica e culo.
    Non sono stati molti ,non più di treta , ma le piaceva farsi riempire anche più volte al giorno.
    Fino al settimo mese ha preso certamente diversi litri di sbiorra

  2. Loretta trav

    Se quel cazzone e quelle palle erano davvero come hsi descritto, inconsciamente, forse, quel maschione lo desideravi, dato che tuo marito non è molto dotato;
    Hai fatto benissimo cara! Pure io lo avrei fatto, non sentirti in colpa.
    Un bacino, Loretta trav
    (…avessi io un uomo così dotato!!!!, lo servirei in tutto!!!)
    Se ti/vi va, scrivetemi, cerco amici
    [email protected]

Rispondi a fiore Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *