Cetty moglie palermitana violentata

Cetty moglie palermitana violentata

Fermai la macchina nel parcheggio piccolo dell’albergo, situato nella parte est della Sicilia, all’indirizzo che mi aveva dato mia moglie, quello riservato al personale, in modo da non intasare il parcheggio riservato agli ospiti. Ormai da un anno mia moglie Cetty aveva intrapreso questa attività di organizzazione di matrimoni alle dipendenze di Monica, una vecchia amica con cui aveva riallacciato le relazioni dopo un po’ di anni, durante il periodo in cui si ammalò di depressione. E già, alcuni anni prima mia moglie dopo anni di matrimonio forse un po’ piatti, all’età di 48 anni, sentendosi trascurata, aveva preso una sbandata per il suo capo con cui aveva avuto una relazione per qualche anno; poi lui l’aveva lasciata per una donna più giovane e di famiglia più in vista e lei si era visto il mondo cadere addosso, ed era entrata in uno stato quasi catatonico. Seguirono periodi bui per lei e per me, tra psicologi e farmaci; in quel triste periodo mia moglie ebbe una seconda breve relazione con il figlio di un’amica che per un periodo era stata nostra vicina di casa, quando vivevamo in affitto, una ragazzo di 15 anni più giovane di lei; la cosa l’avevo appresa da mia cognata, la sorella di Cetty, che me l’aveva confessato in un momento di confidenza; per fortuna, nell’ultimo anno, si era ripresa e adesso, grazie all’aiuto di Monica che le aveva procurato questo nuovo lavoro le cose andavano decisamente meglio. Naturalmente io l’avevo perdonata, anche se una parte di me ancora non aveva metabolizzato l’accaduto. C’eravamo sentiti il giorno prima ed eravamo rimasti che sarei arrivato a pranzo del giorno del matrimonio, ma decisi di anticipare arrivando la sera prima verso le 23. Durante il tragitto avevo più volte chiamato al suo cellulare senza successo, sempre la segreteria telefonica. Posteggiai, scesi dalla macchina ed iniziai a cercarla. Dopo un po’ incontrai Monica, non ci vedevamo da tempo: un sacco di feste ed abbracci! chiesi di mia moglie e lei disse che non la vedeva dalla cena e che le sembrava che fosse stata invitata a bere un drink dal direttore dell’albergo. Mi disse di chiedere alla hall. Entrai alla hall dirigendomi verso il bar, ma subito la mia attenzione fu attratta da due individui che stavano discutendo tra di loro per il semplice fatto che uno di loro disse: “no la signora Monica, mi riferisco alla signora che l’aiuta, la ragioniera, quella bionda, la palermitana!” L’altro subito rispose: ” ah si quella volgare che eccede nel trucco, ora l’ho inquadrata, mi hanno detto che la signora Monica si è lamentata molto di lei ultimamente e che non aspetta altro che metterla alla porta”; subito mi avvicinai per chiedere ai due ma mi fermai poco prima ascoltando quanto il secondo uomo continuò a dire all’amico: ” effettivamente ora che mi dici questo e ripensando a come si è comportata per tutta la sera la signora deve essere una facile! Era ammaliante con tutti i maschi e soprattutto con il direttore; dovevi vedere quelli del tavolo accanto i commenti…… e poi anche Giacomo il fotografo mi diceva che, a quanto pare, è una che nella vita ha conosciuto vari maschi fin da ragazza! a quanto pare ha cornificato il marito col suo capo a tal punto che adesso lui quando passa dalle porte deve stare attento a non sbattere le corna”; io ascoltavo paralizzato e con la mente annebbiata mentre l’altro aggiunse: ” A quest’ora saranno già negli spogliatoi della piscina di sotto e non mi stupirei se il direttore da buon puttaniere non abbia organizzato una delle sue birbacciate. Lei a quanto ho potuto vedere era già bella ubriaca durante la cena e magari anche drogata, mah; certo che l’ho guardata tutta la sera, un bel tocco di sticchio, bionda, occhi azzurri, ben vestita, ricoperta di gioielli e ben truccata, proprio come piace a lui”. Sentendo queste cose mi precipitai nei piani sotterranei alla ricerca di mia moglie; cercai ovunque ed alla fine arrivai in negli spogliatoi della piscina dove sentii gente parlare; mi avvicinai pian piano senza fare rumore; vidi alcuni vestiti da donna per terra, un reggiseno ed un tanga, una borsa svuotata e su un tavolino alcuni bicchieri con qualche residuo di bevanda alcolica e due scatole di farmaci. Guardai in fondo un uomo dietro una telecamera che riprendeva qualcosa: mi spinsi ancora un po’ avanti e finalmente vidi: mia moglie completamente nuda, seduta sulla panca dello spogliatoio, le erano rimaste solo le scarpe con tacco 12, sudata, evidentemente drogata; portava sul corpo nudo una parure di perle che comprendeva una collana con un filo di perle coltivate che le aveva regalato sua zia per il matrimonio, un anello con perla e brillante, un bracciale con tre file di perle e per finire orecchini di perle e brillanti, gli stessi che aveva portato per il matrimonio; aveva le cosce divaricate e la vulva rasata. ll direttore, un uomo sulla sessantina, un po’ grasso e con pochi capelli, le aveva aperto la vulva ed allargato le piccole labbra che in mia moglie sono ipertrofiche e messo il dito indice sul suo clitoride e la stava sgrillettando freneticamente e, contemporaneamente, la stava baciando in bocca in modo voluttuoso; lei, a vederla dal di fuori, dava l’impressione di starci completamente, non opponendo alcuna resistenza, anche se ciò era dovuto esclusivamente al fatto che era stata imbottita di droga ed alcool; teneva la sua testa girata verso il direttore mentre il corpo era di fronte alla telecamera, aveva gli occhi chiusi e le guance di un colore rosso fiamma che contrastava meravigliosamente con il colore bianco lucido delle perle degli orecchini; ora le loro bocche erano al massimo dell’apertura e le labbra erano perfettamente adese le une alle altre; subito dopo le loro lingue grondanti di saliva e completamente fuori dalle bocche lottavano in modo irrefrenabile, attorcigliandosi vicendevolmente; ora Cetty allargate le calde labbra rivestite da rossetto rosso fiamma, riceveva la lingua dell’uomo dentro la propria bocca, lasciando che le pennellasse con cura tutta la superficie umida del suo cavo orale e del palato, i bellissimi denti e in fine, sempre più in fondo, l’ugola e le tonsille; l’uomo leccava e succhiava con avidità e decisione e ritmicamente immetteva abbondante saliva calda e vischiosa dentro la bocca di mia moglie, la quale la assaporava e poi la ingoiava. A vederla sembrava totalmente in trance. Ad un tratto un terzo uomo in piedi iniziò a parlare nervosamente: “siete due pazzi, questo è stupro! è ubriaca, drogata ed è qui senza sapere dove e senza la sua volontà! lasciamola stare altrimenti rischiamo di passare un guaio, ci può denunziare”. quello che riprendeva la scena rispose: “Rilassati non ci sarà nessuna denunzia, ci stiamo solo divertendo e poi questa cagna non è certo di primo pelo, ho sentito un po’ di storie su di lei! ci divertiamo solo un po’!! casomai poi con cento, duecento euro la mettiamo a tacere! so che ha origini modeste, vedrai che si accontenta” A quel punto il direttore si fermò all’improvviso ed ammirando mia moglie pronuncio queste parole: “madonna che vacca la signora Cetty, la mia bella ragioniera siciliana, sei veramente uno sballo, chissà quanti maschi ti hanno montato! non si può resistere no, non si può”; quindi distese mia moglie su una lettiga ed allargate le gambe iniziò a leccarle la vulva; solo a quel punto mia moglie ebbe un sussulto e tento di svincolarsi, ma fu subito bloccata dall’altro uomo, che chiameremo l’uomo volgare, per il suo modo volgare di porgersi con una signora, quello che era in piedi, che con l’aiuto di due fascette di plastica le assicurò i polsi alla barriera della lettiga e, mentre faceva questo, le disse con tono minaccioso: ” statti fierma piezzi i pulla asinnò è peggiu; viri ri tranquillizzariti picchi ca un ti sienti nuddu; arrilassati ca si fai a brava un ti fai mali” (tr.: stai ferma sgualdrina altrimenti sarà peggio! cerca di rilassarti qui nessuno può sentirti, rassegnati e se ti comporterai bene magari eviterai di farti male!) . A questo punto il direttore si mise tra le gambe di mia moglie ed afferratele se le portò sulle spalle; l’altro le tenne la testa bassa ed iniziò a baciarla alla francese per un po’ quindi spostò la sua bocca sul suo torace e uscita la lingua vogliosa iniziò a leccare ed a succhiare le tette con avidità indescrivibile dopo averle scostato la collana di perle: una tetta per volta leccava prima tutta la cute soffermandosi sull’areola, che in mia moglie è abbastanza ampia, dove passava la lingua descrivendo cerchi concentrici, quindi si dedicava al capezzolo che prima leccava con passaggi ritmici e rapidi e poi, introdottolo in bocca, succhiava ritmicamente. Intanto il direttore smise di leccarle la vulva e riprese a gingillarle il clitoride che, inizialmente delle dimensioni di un cece, rapidamente diventò turgido e grosso come un gamberetto sgusciato. Quindi mostrando una grande sete di fica, avvicinò la sua bocca alla vulva di mia moglie e tenendo ben divaricate le grandi labbra, ricominciò a leccarle ed a succhiarle le piccole labbra in modo avido, che come detto prima in Cetty sono alquanto ipertrofiche; quindi passò a leccarle abilmente e velocemente il clitoride che diventò ancora più turgido e grosso; la vulva si riempì di colata che il direttore si premurò di assaporare ed ingoiare. Allora mia moglie inizio nuovamente ad implorarli: “vi prego basta, non voglio, smettetela vi supplicooo”. L’altro allora, quello volgare, che intanto da tergo la limonava, le disse con tono sgradevole: ” te lo dico in italiano allora, adesso basta brutta cagna in calore, non capisci che per oggi sei solo la nostra troia e che quindi devi solo ubbidire? ” e detto questo le afferrò i biodi capelli e tenendoli stretti iniziò a scuotere fortemente e velocemente la testa gridandole: “ta stari zitta grandissima troia e buttana ca un si avutru.T’avissi a vieniri un cancru n’te minni (tr.: stai zitta grandissima troia e puttana, ti dovrebbe venire un cancro al seno) quindi passò a schiaffeggiarla con violenza finchè mia moglie rimase in silenzio. A quel punto l’uomo volgare le disse: ” amunì runami a lingua pezzi i vacca e cammarera (tr. forza dammi la lingua vacca e cameriera) e detto questo, con mia moglie consenziente, riprese a pomiciare con lei con tutti i crismi; intanto il direttore si abbassò i pantaloni e si voltò verso di lei, quindi abbassate le mutande si posizionò aiutandosi con le mani e quindi la penetrò; dalla posizione non riuscivo a vedere i particolari, tipo quanto lui era dotato e l’entrata del pene nella vagina, potevo solo vedere lui da dietro! quando iniziò a muoversi lì capii che aveva iniziato a violentarla! Mentre lui le infilava il cannolo nella vagina, mia moglie esclamò:” noooooooooo, non vogliooooo, nooooooooooo, abbiate pietààààà, noooooooo!”; Io restai pietrificato! da una parte sapevo che sarei dovuto intervenire per fermare la cosa, ah quante volte avevo detto “ah se ci fossi stato io” quando l’anno prima, alla fine dell’estate, una mia collega era stata picchiata e violentata per tutta la notte da tre nordafricani che l’avevano raggiunta sottocasa mentre usciva dalla macchina, dopo una cena con un’amica! Adesso invece là, stessa cosa ma con mia moglie al posto della collega ed io che rimango fermo. No, non è paura, giro anche armato per lavoro, era una cosa calcolata e voluta era probabilmente, nella mia testa, la giusta punizione per il suo tradimento col suo capo! si era proprio così! la giusta punizione” ed inoltre quella scena mi stava eccitando: si io solo, nascosto che guardavo mia moglie mentre veniva violentata! Mentre procedeva la violenza, durante la monta, mia moglie ad un tratto, inaspettatamente, cominciò a mugugnare, chiaro segno che, dopo una fase iniziale di repulsione, adesso la cosa sotto sotto probabilmente iniziava a piacerle, altrimenti che senso avrebbe il mugugnare?! a quel punto non riuscii a resistere e mi infilai la mano tra le mutande afferrandomi il membro che da un bel po’ era in erezione ed iniziai a segarmi. Il direttore ritmicamente muoveva il bacino tra le gambe di mia moglie ed ad ogni colpo di reni, il fallo dell’uomo le penetrava a fondo dentro la vagina dilatata, fino a sbattere contro l’utero e la forza trasmessa da ogni colpo di reni si trasmetteva al corpo di mia moglie che sobbalzava in dietro secondo un ritmo sicuramente non lento, neanche veloce, ma certamente armonico e costante; ogni colpo di reni mia moglie sobbalzava in dietro, le sue mammelle sobbalzavano anch’esse e anche la collana che portava al collo e gli orecchini del matrimonio sobbalzavano, in un gioco ritmico e simmetrico! Con le mani l’uomo le accarezzava tutto il corpo soffermandosi a palparle le tette; un paio di volte insalivate le mani con la propria saliva, le passava sulle tette di mia moglie spalmandole di calda saliva! intanto l’altro uomo, quello volgare, dopo avere smesso di schiaffeggiarla si portò vicino al suo viso alla sua sinistra ed iniziò ad accarezzarle il viso e la bocca; poi estrasse un piccolo temperino e poggiatolo sulla sua faccia disse: “chi è, stai guriennu ? uora viri ri fari zuoccu ti ricu iu senza parrari e viri ri farlu buonu” (tr.: stai godendo? adesso vedi di fare quello che dico senza fiatare e vedi di farlo bene); l’uomo si sbottonò i pantaloni ed abbassate le mutande estrasse un enorme pene in erezione: una verga lunga circa venticinque centimetri dura e venosa, sormontata da un grosso glande; sotto uno scroto enorme e pelosissimo. L’uomo allora la prese per la nuca e l’avvicinò a se; Cetty si trovò così a tu per tu con quell’enorme fallo incredibilmente turgido e paonazzo; in un primo tempo istintivamente si ritrasse, ma quando i suoi occhi incrociarono quelli di lui, il desiderio di sfuggire svanì; lei vedeva a pochi centimetri dal suo viso quel bastone con quel grosso glande lucido e violaceo, caldo e pulsante, rigonfio di sangue; ne sentì l’odore intenso e nauseante; lui allora glielo passo sul viso, tra i capelli e sulle orecchie; glielo fece odorare ripetutamente quindi lo avvicinò alla bocca poggiandolo sulle sue labbra e le disse: ” arrusa liccalu asinnò ti spiecchiu” (tr.: lesbica leccalo altrimenti ti sfregio). Devo ricordare per dovere di cronaca che mia moglie, fin da quando eravamo fidanzati, non amasse molto i rapporti orali; quando uscivamo insieme si iniziava a pomiciare ed ad accarezzarci; chiaramente già dalla prima sera lei acconsentiva a farsi masturbare con la mano prima e con la lingua di seguito fino all’orgasmo e d’altra parte già con i ragazzi con cui era stata prima di me, aveva loro consentito di farsi esplorare con le dita; quando toccava a lei di fare godere me, era disponibile solo a spararmi una sega ed a farmi venire. Chiaramente non avevamo durante il fidanzamento rapporti completi; solo qualche volta, su mia insistenza, si convinceva a praticare un pompino chiedendomi di estrarre il membro prima della venuta ma chiaramente io non mi lasciavo sfuggire l’occasione di sborrarle in bocca, facendo poi apparire la cosa come accidentale e non voluta, ma senza ingoiare. Comunque giusto per dovere di cronaca non ero stato il primo a cui lei avesse praticato rapporti orali. Tornando al presente dopo che l’uomo le disse: ” arrusa liccalu asinnò ti spiecchiu” (tr.: lesbica leccalo altrimenti ti sfregio), lei impaurita, uscita la sua calda lingua, cominciò a fare il suo dovere: iniziò a leccargli il glande ripulendolo dal sottile strato di smegma che lo ricopriva e dal secreto prodotto a causa dell’eccitamento che gli fuoriusciva copioso dal meato uretrale, quindi passava la lingua ripetutamente e velocemente sul frenulo, poi lungo il solco balano-prepuziale e sul meato uretrale; poi leccava con la lingua tutta in fuori l’asta per tutta la lunghezza dal basso all’alto e poi di nuovo in basso lungo tutta la superficie e poi ancora più in giù fino a succhiargli i testicoli; sembrava una vera professionista del sesso orale! Ad un tratto l’uomo il cui respiro era ormai un ansimare inquietante, la prese per la nuca e le poggio praticamente il membro sulla bocca dicendole ” amuninni sucalo” (tr.: dai praticami un rapporto orale) e lei, senza più alcuna resistenza o, allargate le labbra, lo accolse in bocca; l’uomo allora iniziò a muoverle la testa avanti e dietro in modo ritmico, prima lentamente e poi sempre più velocemente, stantuffandola a dovere; vedevo quell’enorme mazza di carne scomparire nella bocca di Cetty e ricomparire immediatamente dopo, secondo un ritmo frenetico; sentivo il rumore della suzione che diventava un frastuono da conato di vomito quando il glande le passava tra le tonsille schiacciandole l’ugola contro il velopendulo; intanto il direttore emanò un lamento intenso di piacere e venne eiaculandole dentro. Dopo circa dieci minuti che lavorava di bocca come una maiala, sentendo quell’enorme proboscide pulsare, non potendo usare le mani in quanto legata con le fascette, fece il gesto di ritrarsi ma, anticipata nell’intenzione, si sentì afferrare con violenza i capelli della nuca e si ritrovò costretta a muovere la testa molto più velocemente di prima: qualche istante dopo, mentre continuava a spolpargli l’uccello, l’uomo esplose con un grugnito di piacere e tenendola stretta a se per evitare che potesse allontanarsi all’ultimo momento, le eiaculò in bocca: una enorme quantità di sperma denso e caldo si riversò copiosamente dentro la bocca di mia moglie sotto forma di fiotti abbondanti ad elevata pressione, che si susseguirono in rapida successione, uno dopo l’altro, per un tempo che sembrò interminabile; l’uomo allora le disse: “Ingoia, ingoia, brutta vacca”; a quel punto accelerai il movimento della mano con la quale mi stavo segando e venni copiosamente dentro le mutande, bagnandole completamente; Dicevamo, ah si che l’uomo volgare disse a Cetty di ingoiare e Cetty quindi non potendo fare altrimenti, nonostante il profondo ribrezzo ubbidì prontamente e bevve il suo sperma; la quantità di sperma eiaculato dall’uomo era impensabile, ma tutto sommato commensurabile alle estreme dimensioni dei suoi testicoli; ad ogni fase esplosiva, la sua bocca veniva allagata da una quantità enorme di bianco seme che usciva dal pene dell’uomo e con eguale rapidità lo ingoiava, non prima naturalmente e con suo grande disgusto, di averlo assaporato per bene, percependone a pieno oltre al sapore di muschio, anche la densità, il calore e l’odore intenso; con quel mostruoso membro in bocca e nonostante il notevole impegno, non riuscì però ad inghiottire tutto; appena ingoiava lo sperma appena eiaculato, la bocca si riempiva di altro sperma dell’ondata successiva, con il risultato che lei cominciò a tossire ed il liquido cominciò a fuoriuscirle dalle labbra e dal naso. A quel punto l’uomo estrasse il suo membro dalla bocca e continuò ad eiacularle addosso in modo copioso: Cetty si sentì investita da un liquido abbondante e caldissimo e in pochi secondi si ritrovò tutta insozzata; lo sperma le aveva inondato le mammelle, il collo, la faccia, i capelli; persino gli orecchini e la collana di perle si ritrovarono immersi in quel liquido bianco ed appiccicoso. A quel punto fu il turno di quello che fino a quel momento aveva ripreso la scena; si denudò, fece sciogliere mia moglie e la fece posizionare alla pecorina mentre il solito uomo la teneva stretta anche se ormai l’alcool e le droghe l’avevano resa totalmente inerme. Subito l’uomo iniziò delicatamente ad accarezzare le natiche di Cetty ed a baciarle delicatamente; le accarezzo la vulva, poi la schiena e le mammelle; quindi le prese la testa tra le mani e guardandola negli occhi, delicatamente le disse: “io non sono come questi due, io sono un gentiluomo; stai serena, rilassati dai! ” detto questo iniziò a baciarla prima delicatamente sulle labbra poi alla francese ed a quanto potevo vedere lei lo assecondò, forse illusa che fosse un uomo diverso! dopo un po’ si staccò da lei e tornò alle sue spalle ricominciando ad accarezzarle le natiche. Continuo a parlare e mentre parlava strizzo l’occhio a l’altro uomo, quello volgare: “che bella pelle che hai Cetty, che belle natiche, da puledra”; a quelle parole speranzose, mai moglie con la voce tremula disse: “la prego so che lei è un uomo buono, mi aiuti, no ne posso più, lasciatemi stare”; a quel punto l’uomo continuò ad accarezzare le natiche di Cetty e poi all’improvviso mollo uno schiaffo fortissimo sulla natica destra poi uno sulla sinistra ed un altro ed un altro ancora, passo davanti a lei e presale per i capelli prima le sputò in faccia dandole della puttana quindi le mollò tre schiaffi fortissimi in successione causandole la rottura del labbro inferiore! quindi si portò dietro di lei e sempre tergo la penetrò con decisione nella vagina; si proprio così, con decisione, le infilò il cazzo nella fica ormai fradicia, rossissima, sporca di seme ed iniziò a violentarla, fottendola da tergo; dopo un po’, non contento, senza che fosse venuto, estrasse il membro dalla vagina ed iniziò a leccarle ed a succhiarle l’orifizio anale che, in mia moglie non più vergineo; a questo punto mi sembra giusto fare un secondo exursus per spiegare come mai mia moglie non fosse più vergine di culo e da quando: allora io la perforai davanti la sera delle nozze, come si faceva un tempo, ricordo che prima la spogliai lasciandola nuda ricoperta solo da gioielli, con gli stessi orecchini che poi avrebbe portato durante lo stupro; la guardai ed iniziai a baciarla con la lingua; dopo i vari preliminari, che si riassumono in un 69, la distesi sul letto e mi posizionai tra le sue cosce portandomele successivamente sopra le spalle; quindi delicatamente cercai di posizionare il mio pene eretto sul suo ostio vaginale e feci forza perforandole l’imene; la monta durò non molto e le venni dentro. Dopo circa un anno di matrimonio rimase incinta; un giorno, quando era ormai al nono mese stavamo avendo un rapporto sessuale; dopo la sua venuta si voltò verso di me e semplicemente mi disse: “perchè non me lo metti nel culo?” la posizionai a novanta gradi e cominciai ad accarezzarla; con quelle mammelle da gravida era una vera vacca. Per farla breve inumidii il mio bastone e glielo poggiai sull’ano; feci pressione e senza troppe difficoltà le ruppi il culo entrandole dentro il retto, venni quasi subito. Sul momento mi vennero dei sensi di colpa ma da quel giorno i nostri rapporti finivano sempre con la sodomizzazione.
Torniamo al presente dicevamo ah si che dopo un po’, non contento, senza che fosse venuto, estrasse il membro dalla vagina ed iniziò a leccarle ed a succhiarle l’orifizio anale che, in mia moglie non più vergineo e permetteva alla lingua di entrare quasi tutta nel canale anale; subito dopo medio e indice di entrambe le mani scivolarono fino al buco del culo e, divaricatolo, lo tennero spalancato.
Mia moglie ora capiva chiaramente che stava per essere sodomizzata; poco dopo infatti sentì l’enorme e dura cappella appoggiarsi allo sfintere; colta dal terrore tentò di divincolarsi, ma fu tutto inutile; l’uomo che la teneva la strinse forte ed un cazzo che le parve grosso all’inverosimile e duro come un pezzo di legno, le sfondò impietosamente il culo, penetrando rapidamente dentro il retto. Nonostante fosse un ano già usato per il coito, l’atto generò un fortissimo dolore; l’uomo ricominciò a violentarla muovendosi ritmicamente in lei, sbattendola sonoramente avanti e indietro. Poco dopo l’uomo venne
nel retto che si riempii. Estrasse la verga dal suo intestino e continuò ad eiacularle sulla schiena coprendola di calda e bianca sborra che subito le spalmò addosso.
Subito dopo, senza un attimo di sosta, mia moglie, esausta, venne fatta posizionare sopra l’uomo volgare steso a terra che con decisione, le infilò il cazzo nella fica ormai fradicia, rossissima, sporca di seme e ridotta ad un porto di mare; mentre il maschio sotto di lei inizio a fotterla e contemporaneamente a palparle ed a succhiarle energicamente le tette, il direttore si mise in piedi dietro di lei, piegò le gambe ed afferrò i glutei di mia moglie, divaricandoglieli; iniziò quindi a leccarle ed a succhiarle l’orifizio anale e subito dopo le infilò la verga nel culo; due ora si muovevano contemporaneamente e mia moglie travolta dalla loro foga e dai loro colpi frenetici, non capiva più nulla; adesso la sentivo mugugnare più intensamente e vedevo il suo caldo e voglioso corpo contorcersi dal piacere ma, purtroppo, il godimento non le veniva da me, ma era dovuto soltanto ai corpi assatanati di uomini che la stavano sfruttando a loro piacimento!
Sembrava una vera troia e d’altra parte troia lo era veramente, visto il suo passato e visto come stava mugugnando! Il tempo scorreva veloce, ma i due maschi parevano instancabili e continuavano a scoparla con vigore. Il dolore proveniente dal culo era sempre fortissimo, ma gradatamente si riduceva, trasformandosi miracolosamente in godimento crescente, sempre più crescente; ad un tratto mia moglie raggiunse l’orgasmo emettendo un gemito da vera cagna; poco dopo anche i due raggiunsero a loro volta contemporaneamente l’orgasmo, eiaculando copiosamente dentro i due orifizi di mia moglie; nonostante ciò non si fermarono anzi, incredibilmente continuarono a chiavarla, senza mai toglierle le verghe dalla vagina e dal retto; incredibile soprattutto il numero di volte che eiacularono dentro di lei: orgasmo dopo orgasmo, fiotti caldi di sperma la stavano riempiendo.
A turno venne inculata a sangue e senza alcuna pietà, da tutti e tre gli uomini presenti. Mia moglie fu fottuta continuamente per tutta la notte.
Terminata la violenza l’uomo che sembrava buono le disse: “ho visto mia bella signora che hai goduto; all’inizio facevi i capricci, ma poi hai visto che ti è piaciuto?
L’uomo volgare le prese la nuca e le disse: “minchia ti facisti scugnari u mussu! ora tu m’a dire ravanzi a telecamera ca vinisti volontariamente ca e che guristi asinnò pezza ri arrusa ti rumpu na amma” (tr.; mi ti sei fatta rompere il labbro; ora mi devi confessare davanti alla telecamera che sei venuta qui spontaneamente e che hai raggiunto l’orgasmo altrimenti lesbica che sei ti spezzo una gamba); Cetty allora davanti la telecamera disse: “Sono qui di mia volontà, per fare una cosa di gruppo e mi è piaciuto molto”. A quel punto la fecero rivestire e la accompagnarono in camera; io ripresi la macchina e presi la via del ritorno non prima di avere preso il videoregistratore con la registrazione; dopo un po’ squillò il telefono e risposi, era lei:” ciao amore dove sei” ed io :” ciao piccola sono in macchina, ero venuto là, ho visto Monica e ti ho cercata ma ho ricevuto una telefonata dal lavoro e sono dovuto scappare, mi dispiace penso ci vedremo domani a casa”. E lei: “amore scusami ero andata in spiaggia con la sorella della sposa ed il fotografo, mi dispiace amore ci vediamo domani e mi farò perdonare”; ed io: “ma dimmi come stai, come è andata?” Ma, sono molto stanca, ho avuto una giornata particolarmente intensa e mi sento a pezzi; allora a domani, ti amo ciao”.
Durante il ritorno non potevo fare a meno di ripensare a quello che era successo e di come mia moglie all’inizio dello stupro fosse non consenziente, mentre alla fine, aveva goduto! come era possibile questo? buh non sapevo darmi risposte.
A casa passai la notte a rivedere il video segandomi come un pazzo. L’indomani verso le 18 suonò il campanello, era lei. Si comportò normalmente come se nulla fosse successo e giustificò il labbro rotto dicendo che aveva sbattuto sulla porta di un armadio. La sera dopo cena facemmo l’amore che per la prima volta, dopo anni, mi sembro più bello! si il fatto di avere visto quello che avevo visto mi faceva desiderare ed amare mia moglie più di prima.

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