Lucy 5 – Con una coppia

Lucy 5 – Con una coppia

Sto lavorando in ufficio e, scivolando da una pagina all’altra di Google Chrome, passo a dare un’occhiata alla mia casella di posta.
Noto con sorpresa che chi mi scrive è una coppia della provincia di Torino; non che le coppie non scrivano mai, ci mancherebbe, ma è lapalissiano che tra i messaggi che ricevo abitualmente la maggioranza siano singoli o altre “strane femmine” come Lucy.

Leggo il messaggio e vengo a sapere che si tratta di una coppia sulla quarantina, residente poco fuori dal capoluogo, che vorrebbe incontrarmi per una “serata particolare”; i due hanno già avuto esperienze a tre con un altro uomo, ma davanti alla richiesta del marito di fare un nuovo trio con due donne lei si è un po’ bloccata. E così, a quanto dicono, Lucy è parsa la soluzione più logica.
Femmina quanto basta per offrire al marito un secondo oggetto di godimento.
Maschio il necessario per regalare piaceri virili alla moglie.
Ci diamo appuntamento in un bar… poca gente, l’ora della cena è passata da poco.
Entrano, posso riconoscerli da quel poco che si vedeva nelle foto “mascherate”. Lei è una brunetta non molto altra, rotondetta ma non grassa. Indossa un cappotto viola da cui vedo uscire due belle gambe tornite che finiscono in scarpe dal tacco alto dello stesso colore.
Lui ha l’aspetto del bibliotecario: occhialini, alto, magro, un po’ pelato, giacca su cui uno strapuntino blu fa da scudo al freddo dicembrino.
Ci presentiamo e scambiamo due parole intorno a tre tazzine di caffè.
Evidentemente l’impressione è buona, e i due mi invitano a proseguire la serata a casa loro.
Arrivati a casa, mi infilo in bagno per la consueta trasformazione. Attraverso la porta li sento parlare, commentare, e spero che siano commenti positivi.
Stasera, sfruttando qualche nuovo acquisto, rendo un pochino più femminile la mia mise: un velo di ombretto glitterato, mascara nero a evidenziare le ciglia, e un fondotinta coprente per nascondere l’ombra nera della barba che rimane, anche su un viso ben rasato come il mio.
Esco dal bagno e li trovo in salotto, ma non come li ho lasciati. Lei indossa un baby-doll nero con le autoreggenti che aveva forse già indosso da prima, e che non si intuivano da sotto il cappotto, con le scarpe viola. Lui a petto nudo, seduto sul divano, si sposta per farmi spazio tra loro due. Il gioco di carezze inizia dapprima timidamente, poi si fa sempre più audace. La mia mano destra impugna il sesso del bibliotecario attraverso la stoffa dei pantaloni, mentre la sinistra risale la coscia della signora fino al punto dove il nylon scopre parte della coscia.
Una mano della signora cerca il mio sesso già eccitato, mentre il marito mi accarezza i seni impreziositi da una catenella, che col collarino nero mi conferisce un’aria vagamente BDSM.
Ben presto la temperatura in quella stanza sale… l’uomo si alza, lasciandomi sul divano con la sua signora.
Si gode lo spettacolo di sua moglie con quella lesbica cazzuta, una donna al 100% e una al 50% che si baciano, si accarezzano, si toccano nell’intimità… lei impugna il mio sesso rigido e io affondo le dita in quella morbida grotta bagnata…
Improvvisamente fra i nostri visi si frappone il sesso rigido dell’uomo, in un’offerta che sa di pretesa. Io e la moglie prendiamo ad onorare quel fallo turgido con baci e leccate, mescolando le tracce dei nostri rossetti su quell’asta umida e lucida.
Lascio lei a proseguire il pompino vero e proprio, incuneandomi fra le gambe dell’uomo per leccargli i testicoli glabri, succhiarli, e poi scendere fino al perineo e al forellino segreto. Lo stuzzico con la lingua prima e con un dito poi, e noto che l’uomo si sorprende ma non si ritrae.
Dopo un po’ di quella dolce tortura, e dopo aver concesso al mio indice di penetrare per intero dentro di lui, l’uomo decide di passare a “cose più serie”. Io e la moglie ci appoggiamo al divano offrendogli le terga, e lui, ignorando i diritti dell’ospite, inizia a scopare la sua consorte tenendola per i fianchi.
Io attendo senza protestare il mio turno e bacio le labbra della mia nuova amica, le accarezzo i seni che dondolano sotto le spinte del suo scopatore; poi l’uomo si sfila da quella tana accogliente e decide di assaggiare la nuova pietanza che gli viene offerta.
Le sue mani mi separano le natiche e sento distintamente la cappella appoggiarsi al mio sfintere, forzarne l’ingresso, affondare lentamente dentro di me.
Il suo cazzo non è enorme, e questo facilita certamente l’ingresso fino a che lo sento appoggiarsi a me, ora ce l’ho dentro fino alla radice… Sì, mi sta scopando. Sta scopandomi alternando me e sua moglie, siamo due donne, due lesbiche che si baciano avide mentre il loro uomo le scopa, gode e le fa godere. E io sono Lucy, nata per il vostro piacere, godete con me, godete di me, usatemi per godere e fatemi godere nello stesso istante. Sono qui per ogni vostra fantasia, perchè in realtà è la MIA stessa fantasia. E poco importa se tra poco uscirò da quella porta rivestendo i panni dell’insospettabile professionista, virile e maschile in ogni cellula del corpo.
Mentre il suo uomo affonda con lunghi vai e vieni il suo cazzo dentro di me, la signora si accomoda sotto di me per succhiare il mio sesso, più corto di quello del marito ma più spesso. Mi accoglie nella sua bocca calda, mi succhia voluttuosa, e fra le due sollecitazioni è veramente dura non lasciarsi andare all’orgasmo.
Vorrei raggiungere il piacere e versare il mio sperma in quella bocca mentre mi faccio scopare da dietro, ma l’uomo ha altri progetti; si sfila da me lasciando il mio ano a richiudersi lentamente, e si mette sul divano, chiamando su di sè la sua donna. Poi mi fa cenno di unirmi a loro, tenendo ben ferma la donna che è già impalata sul suo membro.
Vedo che la mia amica ha qualche momento di imbarazzo, ma l’uomo insiste, e io mi avvicino a quelle natiche, le bacio delicatamente, le separo con le mani e scopro il fiore segreto che nascondono.
Mi insalivo le dita e inizio a sodomizzarla con l’indice, mentre attraverso la carne sento distintamente il sesso dell’uomo che entra ed esce dall’altra cavità.
Quando sfilo il dito e appoggio la cappella, la signora si irrigidisce per un attimo, poi si rilassa: probabilmente lo vuole, lo desidera, ma come avviene spesso le fantasie, al momento di realizzarsi, ci spaventano.
Inizio a spingere, e noto che il passaggio è davvero stretto: la donna si lamenta un pò, ma presto la punta valica l’anello del muscolo e sprofonda all’interno… lei geme, ma non protesta, non fa nulla per impedirmi la profanazione.
Piano, dolcemente, affondo dentro di lei; anche il marito si è fermato per rendermi l’ingresso più agevole… ben presto siamo entrambi dentro di lei e allora, in un crescendo rossiniano, la danza ha inizio.
Da una parte invidio la donna, che può sentirsi possedere da due sessi d’uomo contemporaneamente, ricevere quei due bastoni di carne dentro di sè, sentire quei due serpenti che si agitano scomposti nei suoi buchi infiammati.
Dall’altra adoro la sensazione di quel buco stretto che si allarga sotto le mie spinte, che cede alla penetrazione che le causa di certo dolore, ma anche perverso piacere.
La donna urla il suo godimento, ci insulta, ci incita a continuare, mentre i suoi buchi, come il suo pudore, si sono definitivamente arresi. Quando mi irrigidisco nell’orgasmo riempiendo di sperma il preservativo di sicuro le devo fare un po’ male, visto che affondo dentro di lei fino alla radice con un colpo violento. Dopo un momento è il marito a riempirle la vagina col suo seme.
“…mi avete fatto un po’ male” ci rimprovera la signora, rivolgendosi in particolare a me. Poi continuando, scherzosamente: “La prossima volta allora ti scoperai anche lui!” dice a me, indicando il consorte, che si stupisce, poi scoppiamo a ridere.
E dentro di me sono contento… perchè ci sarà una prossima volta con questa splendida coppia!

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