La Nostra Svolta

La Nostra Svolta

Era da qualche mese che il rapporto con Lisa, mia moglie, non era più armonioso ed eccitante come da nostra abitudine. In verità, in precedenza, qualcosa di simile era successo ma avevamo superato tutto discutendone e concedendoci qualche innocente trasgressione che ci aveva permesso di superare l’impasse.

Anche questa volta, al rientro di un mese di trasferta in Piemonte, mi sono deciso a parlarne con Lei. pur con qualche imbarazzo le ho detto che per superare la piccola crisi avremmo potuto aprirci come coppia e introdurre qualche altro o anche qualche altra coppia nel nostro trentennale menage.

La sua risposta è stata: “caro Pietro, in precedenza ho accettato le tue proposte trasgressive e ne sono rimasta contenta ma questa, proprio non la posso accettare! Ora, sempre con la scusa di rinnovare il rapporto, mi chiedi di concedermi ad un altro maschio. Amore mio, questo non me lo devi chiedere! Non mi va e non lo voglio fare!

Hai ragione quando dici che in nostro rapporto attuale non ci da la soddisfazione a cui eravamo abituati, ma il tempo e l’età avanza e dobbiamo renderci conto che non siamo più trentenni. Ricordati che io ho quarantasette anni e tu ne hai cinquanta. Faccio finta di non aver sentito quello che hai detto. Ricordati, però, che se insisti potrei prendere delle decisioni di cui potremmo entrambi pentirci. Dammi un bacio e fatti passare dalla testa queste belle idee!”.

Avrei potuto ribattere ma ho preferito tacere e baciandola le ho detto: “O. k. Tesoro, ho sbagliato e ti prego di scusarmi”.

Sarà stata la discussione che ci ha eccitati, sarà stato che forse entrambi ci sentivamo in colpa, fatto sta che quella sera abbiamo fatto l’amore con rinnovato trasporto come da tempo non succedeva.

Nei giorni seguenti, riflettendo sulle sue parole e analizzandole attentamente, sono arrivato alla conclusione che, conoscendola bene, il suo non era un no deciso. Il suo no non era ragionato, era un no d’istinto. Mi sono convinto che c’era lo spiraglio ad una eventuale accettazione della proposta. Sicuramente ci voleva una spinta. Io la carta per darle una spinta l’avevo in mano ed allora ho deciso di giocarmela a tempo opportuno.

Pietro è mio marito. Da quando ho conosciuto lui la mia vita è cambiata radicalmente. Posso dire che è stato il mio primo amore. Prima di lui ho limonato con qualche coetaneo ma niente di più.

Ha tre anni più di me ed è stato lui che mi ha fatto conoscere le gioie dell’amore e del sesso. Con lui ho fatto delle cose mai sognate e che mi hanno fatto capire me stessa come donna. Abbiamo fatto sesso prima di sposarci. È stato lui che mi ha insegnato a menargli il pene. È riuscito a mettermelo nel culo facendomi superare il preconcetto che doveva essere molto doloroso e poco piacevole. Con la sua dolcezza e pazienza mi ha convinta e gliene sono grata perché ho scoperto come è piacevole prenderlo pure nel secondo canale. Non avevo fatto mai un pompino e lui mi ha colmata pure questa lacuna. Debbo aggiungere che mi è piaciuto ed ho migliorato sempre più le mie prestazioni orali fino a bere completamente il succo dei suoi coglioni. Ho accettato pure di mostrarmi prima in topless e poi nuda in spiaggia. Sono uscita pure senza mutandine e reggiseno e ho fatto l’amore con lui in macchina mentre dei guardoni si masturbavano guardandoci. Sulle prime sono rimasta sempre restia ma poi ho ceduto alle sue pressioni e non me ne sono mai pentita perché ne traevo godimento e soddisfazione.

La sua proposta di fare sesso con un altro maschio non me l’aspettavo. Ho detto di no d’istinto. In quel momento pensai che mi sarei sentita una puttana! Questa è stata la giustificazione che mi sono data per il mio no.

Lui ha incassato e, contrariamente alle mie aspettative, non è più ritornato sull’argomento.

A mente fredda e ragionando con me stessa debbo convenire che Pietro, in fondo, non aveva torto. Nella realtà la nostra intesa sessuale stava scemando e ci voleva una scossa per farla riprendere. Mi aspettavo che lui ritornasse sull’argomento per intavolare una discussione. Forse gli avrei detto  nuovamente di no ma il mio no sarebbe stato, questa volta, non tanto deciso. Non è successo!

Per consuetudine, avendo un abbonamento, ogni mercoledì andiamo al cinema. Se lui ha degli impegni vado con una amica.

Quel mercoledì fatidico sono andata con lui a vedere un film definito dalla critica erotico. Ne avevo sentito parlare ed ero curiosa di vederlo.

Entriamo nella sala e, come nostra abitudine, prendiamo posto in una delle ultime file. Ci sono tanti posti liberi e scegliamo dei posti centrali.

Poco prima di spegnersi le luci alla mia destra si siede un uomo. Ho l’impressione che sia nostro coetaneo. Spente le luci passano le proiezioni di pubblicità e finalmente inizia la proiezione del film.

Sono tutta presa dalla proiezione de film quando percepisco qualcosa che mi sfiora la gamba. Al momento non ci faccio caso, può succedere tra vicini di sedia. Siccome lo sfioramento persiste mi metto all’erta. Non passa molto per avere la certezza che è la mano del mio vicino che sfiora la mia coscia. D’istinto abbasso la mano e respingo decisamente quella dell’uomo sconosciuto.

Penso di essere riuscita nell’intento. Mi immergo nuovamente nella visione del film ma daccapo la mano di quello si posa in maniera, ancora più decisa di prima, sul mio ginocchio. Cerco nuovamente di farlo desistere ma questa volta, malgrado i miei ripetuti tentativi di fargli scostare la mano, non ci riesco.

Interiormente sono combattuta. Da un lato non gradisco la sua iniziativa di palparmi le gambe; mi fa stare male sia per la presenza di mio marito e sia perché non sono convinta di lasciar fare a quest’uomo le sue bravate verso una donna che è andata al cinema esclusivamente per gustarsi la proiezione del film. Dall’altro, il mio io erotico, mi fa balenare l’idea di lasciarlo fare per vedere dove è capace di arrivare.

Tento, ma con poca convinzione, di scostare la mano e mi rendo conto che fatica persa. Finisce che l’ha vinta il mio lato erotico. Accetto la situazione lasciando che quella mano, fino ad ora ferma, sosti tra le mie gambe.

La sosta, però, dura poco. Infatti, dopo qualche minuto, la mano comincia un lento ma deciso movimento verso l’alto. Lentamente carezzando l’interno del mio ginocchio incomincia a spostarsi, con un movimento studiato, più sopra verso la parte interna delle cosce. Le sue dita riescono a raggiungere il bordo superiore delle mie autoreggenti e ad entrare a contatto diretto con la pelle della coscia.

C’è da dire che indosso una gonna non molto aderente per cui i suoi movimenti sono facilitati dalla non resistenza del tessuto.

Percependo la mano che si mette tra le cosce le serro con l’intenzione di bloccargli il movimento. L’effetto procurato non è quello che mi aspettavo, cioè fermare la sua mano. Al contrario, e qua viene fuori la mia natura, il contatto di quell’arto, a me estraneo, tra le mie cosce mi procura uno stato di eccitazione particolare. Sto stringendo tra le cosce una mano sconosciuta che si è presa cura del mio corpo femmineo insinuandosi tra le mie riservatezze.

Le dita continuano il morbido massaggio e dentro di me qualche cosa di strano inizia a succedere. Comincio a sentire un piacevole calore, un formicolio mi parte dalla testa e mi attraversa tutta la colonna vertebrale. Mi sento strana, un brivido, decisamente gradevole, mi percorre tutta. Percepisco i capezzoli indurirsi e pressare sulla stoffa del reggiseno. Allora, senza che me ne rendo conto, allento la presa e le gambe lentamente si aprono lasciando spazio a quella mano tanto curiosa di conoscere i miei angoli privati.

In un attimo le dita arrivano là dove agognano. Ora sono a contatto con la mia fica che non è insensibile. Dapprima iniziano a carezzarla da sopra le mutandine già bagnate dai miei umori. Poi, fattisi più arditi, si fanno strada incuneandosi sotto il sottile elastico dello slip per arrivare all’ambito traguardo. In pochi secondi le dita prendono il sopravvento e iniziano a scorrere tra le labbra della mia femminilità. Sento il caldo e deciso contatto con l’interno della mia fica ed uno stato di eccitazione sempre più grande si impadronisce di me.

Ma, ahimè, finisce il primo tempo. Velocemente la mano esce dalla mia gonna ed io mi ricompongo alla meno peggio.

Accesa la luce osservo il vicino e mi rendo conto che è un signore distinto. Mi balena un’idea. Dico a Pietro di accompagnarmi alla toilette. Dopo avere svuotata la vescica decido di levare le mutandine. Mi rinfresco la vulva con un fazzolettino igienico imbevuto, abbasso la gonna e rientro nella sala insieme a mio marito.

Riprende la proiezione. Appena si fa buio faccio salire la gonna sopra le ginocchia e allargo le gambe. Non debbo aspettare molto. Subito, la mano sconosciuta, ritorna nella mia intimità per ridarmi le sensazioni già assaporate.

Ho l’impressione che l’uomo rimane sorpreso scoprendo che non ho più le mutandine. Per lui è un buon segnale ed inizia a manipolarmi. Dopo alcuni passaggi tra le grandi labbra, ecco che un dito penetra deciso dentro la fica, inutile dire già abbondantemente bagnata. D’improvviso una quantità imprecisata di umori attraversano il mio corpo per trovare sfogo nella cavità del piacere. È un orgasmo che mi sembra interminabile. L’uomo avverte il mio stato di goduria e intensifica il movimento dentro di me aumentando anche il numero di dita che diventano prima due e poco dopo tre. Appena le sue dita iniziano a titillarmi la clitoride cedo completamente. Il mio orgasmo non ha fine. È un continuo trasbordare di umori come l’acqua che sgorga da un rubinetto aperto. Per circa tre o quattro minuti è un susseguirsi di orgasmi. Lui, poi, non contento di quanto fatto prende la mia mano e la guida verso la sua erezione per farmi constatare suo stato di eccitazione.

Accarezzo da sopra i pantaloni quel pezzo di muscolo duro che desidera di essere menato. Sto per cavarlo fuori ma si accendono le luci essendo finito il film.

Mi riassetto con movimenti studiati e mentre mi alzo l’uomo mi mette nella mano destra un bigliettino. Avrei potuto buttarlo, invece, istintivamente e velocemente, lo faccio scomparire nella borsa.

A luci accese non riesco a non guardare l’uomo che mi ha regalato attimi di gradito piacere. È decisamente un bell’uomo oltre che distinto nel portamento. Esco dal cinema con mio marito. Recandoci a casa sembra che nulla è accaduto. Nella mia mente, però, qualche cosa è cambiata. Non riesco a smettere di pensare a quella mano che tanto sollazzo mi ha donato e a quel cazzo sconosciuto che ho solamente sfiorato sopra la stoffa dei pantaloni. Mio marito, intuendo qualcosa, mi chiede: “Lisa, tutto bene! Ti è piaciuto il film?”.”Sì!”. È la mia risposta che include anche lo spasso goduto. In macchia rientrando a casa lui, sicuramente eccitato dalla visione del film, introduce la mano tra le mie cosce. Ricordandomi di essere senza mutandine gliela scosto dicendo: “guida bene e non ti distrarre, non voglio finire fuori strada e farmi male”. Lui sorridendo desiste.

Appena a casa vado in bagno. Prendo dalla borsa il bigliettino. È un comune biglietto da visita. C’è scritto: Matteo, il cognome e un numero di cellulare.

Non so il perché non lo butto. Il mio diavoletto erotico mi suggerisce di rimetterlo nuovamente nella borsa.

Esco dal bagno completamente nuda, prendo per mano mio marito e lo conduco nella stanza da letto. Lo faccio sdraiare e sono io che conduco l’amplesso. Ci metto tanta foga come da tempo non ne mettevo più. Stanchi, sfiniti ma contenti di avere goduto tantissimo ci rilassiamo tenendoci per mano e carezzandoci a lungo.

Da quel giorno inizio a vedere il sesso in modo diverso da come lo avevo inteso nell’ultimo periodo. Dopo qualche giorno essendo sola a casa, nel ricordare l’accaduto il mio corpo ha delle vibrazioni piacevoli. Allora, come un automa, apro la borsa, rileggo il biglietto, prendo il cellulare e faccio il numero.

Mi risponde una voce calda. Sono impacciata ed è con voce impastata che mi faccio riconoscere. Lui con una calma serafica manifesta la sua contentezza per averlo contattato e m’invita a prendere un caffè. Avrei potuto chiudere il telefono e finire la conversazione, invece la mia voce, come ubbidendo ad un comando superiore, dice: “dove e a che ora”.

Dentro di me si scatena un conflitto interno. La mia parte razionale del cervello m’invita a desistere. Il mio corpo invece mi spinge ad andare. Vince il mio corpo!

Visto che la giornata è primaverile, indosso una gonna di jersey bianca aderente e una camicetta di seta di colore turchese. Metto un reggiseno a balconcino e un minuscolo perizoma entrambi bianchi e delle autoreggenti, dieci denari, colore carne. Un poco di fondotinta e una passata di lucida labbra per renderle leggermente più rosate.

Scendo giù con alcuni minuti di ritardo. Lui è ad aspettarmi in macchina come avevamo stabilito. Entrando la mia gonna si alza scoprendo le cosce fino al bordo delle calze. Nel presentarci mi stringe la mano e me la bacia. Mi porta in un bar vicino al mare e ordiniamo due caffè.

Sono impacciata e lui se ne accorge. Si avvicina a me e prendendomi una mano tra le sue dice: “non credevo che mi avresti telefonato, ne sono felicissimo! Puoi decidere tu quello che dobbiamo fare, per conto mio accetto qualsiasi tua decisione”.

Siccome resto in silenzio lui continua: “momentaneamente vivo da solo, se vuoi, possiamo andare a casa mia. Se non vuoi possiamo andare in un hotel. Se non ti va possiamo fare una bella passeggiata e poi andarcene per i fatti nostri. In ultimo possiamo salutarci ora e incontrarci un’altra volta oppure salutarci e non vederci più”.

Il suo è un discorso serio oltre che giusto. Sono io che sono sbagliata. E lo sono talmente che biascico: “andiamo a casa tua”.

Mentre ci dirigiamo verso la sua casa gli dico: “Matteo, per me è la prima volta che mi succede una cosa simile, dopo quella sera al cinema dentro di me è cambiato qualcosa”.

Parlo con lui a cuore aperto e gli confesso che fino a quel momento sono stata sempre sincera con mio marito e non l’ho mai tradito. Lui mi ascolta e poi dice: “Lisa, so tutto di te! Sono amico di Pietro da vecchia data. Sono stato molti anni fuori per lavoro ed ora sono rientrato nella mia terra avendo avuto il trasferimento. Ho incontrato Pietro alcuni giorni fa e mi ha parlato di te. È stato Pietro, tuo marito, che mi ha proposto di molestarti al cinema perché alle sue proposte di aprire a qualche altro hai detto no. Ho accettata la sua proposta perché me l’ha chiesto con insistenza e poi gli dovevo qualcosa”.

Rimango di sasso! “È stato Pietro?”, Ripeto come inebetita e quasi incredula. Poi con decisione e quasi non riconoscendo la mia voce aggiungo: “ma allora se a lui sta bene ed ha deciso che tu mi devi scopare io sono pronta ad accontentarlo. Invece di andare a casa tua andiamo da me!”.

Lui mi osserva e sorridendo dice: “Lisa, se dobbiamo farlo io lo voglio fare solamente se tu lo desideri e non per ripicca a Pietro. Del resto non penso che sia stato Pietro a farti allargare le cosce al cinema. Allo stesso tempo sicuramente non è stato Pietro che ti ha detto di togliere le mutandine. Non è stato tuo marito a dirti di contattarmi al cellulare. Quindi se tu lo vuoi andiamo, altrimenti ti lascio sotto casa e vado via”.

Mi rendo conto che ha ragione. Sono io che ora desidero farlo. Allora dico: “ hai ragione! Io lo voglio fare! Andiamo a casa mia!”.

Apro la porta e lo conduco in salotto. Lui si avvicina mentre sto per sbottonarmi la camicetta e mi posa un bacio sul collo.

Stranamente mi sento lucida. Lo guardo negli occhi e sorridendogli dico: “Non è per ripicca! Ho desiderio di essere scopata da te! Ora sono io che ti dico di prendermi!”.

Lui mi carezza il viso e avvicinando la bocca al mio orecchio destro sussurra; “lascia fare a me, lasciati guidare da me e vedrai che andrà tutto per il meglio”. È lui che mi leva la camicetta. Osserva il seno abbondante e si lecca le labbra. Il reggiseno a balconcino non riesce a celare i capezzoli ed allora lui inizia a carezzarmeli. Mi sgancia il reggiseno e le mie tette diventano preda delle sue mani. Mi palpa le mammelle e mi strizza i capezzoli mentre la mia femminilità incomincia a inumidirsi per l’eccitazione. Le sue mani ora vanno alla lampo della gonna che in breve scende a terra. Ora sono le mie natiche che vengono deliziate dalle sue palpate. Mi scosta il filo del perizoma e incunea il suo dito medio dentro il mio buchetto. Ansimo e palpito come un’educanda al suo primo incontro col moroso. Lui con calma mi sfila prima le calze e poi il perizoma. Sono completamente nuda e pronta ad esaudire tutte le sue voglie. Pure io lo voglio vedere nudo e lo spoglio con cupidigia. Ora qual cazzo bellissimo, tenuto al cinema per qualche secondo a contatto nella mia mano, è tutto per me. Lo prendo con la destra e mentre con l’altra stringo i coglioni grossi e pieni lentamente inizio a menarlo. Lui mi lascia fare per un poco poi mi sussurra di distendermi. Lo conduco nella stanza da letto, levo il copriletto e mi sdraio a cosce divaricate sul letto. Lui mi allarga le cosce ancora di più e lentamente inizia a godersi la mia fica che è tutta aperta dal desiderio di essere posseduta. Fa scorrere per tre o quattro volte il suo membro teso e duro sulla spacca della vagina e poi lentamente lo fa penetrare dentro. Percepisco il suo sesso che strofinando nelle pareti della mia femminilità mi crea uno stato di piacevole eccitazione. Fa un poco avanti e indietro ma poi con decisione me lo ficca tutto dentro fino a percepire i suoi coglioni che sbattono sul mio culo.

Mi sento in trance ed è senza vergogna che assecondo i suoi movimenti creando piacere a me e a lui. La mia fica ora ha delle contrazioni che mi fanno percepire quanto è duro e grosso il suo membro. Il suo movimento di avanti e indietro dura per un tempo infinito facendo raggiungere al mio godimento vette supreme. Contemporaneamente i miei capezzoli sono preda delle sue labbra nel mentre le mie mammelle vengono massaggiate e palpate come piace a me.

Al culmine del desiderio lasciamo libero sfogo alle nostre voglie ed è con un coro di lamenti miei e suoi che entrambi veniamo miscelando nella mia fica capiente il suo sperma e i miei succhi di donna.

Siamo nudi e sdraiati sul letto nel post coito. La mia mano continua a carezzare il suo cazzo mezzo moscio e umido mentre la sua mano percorre in lungo la fenditura della mia fica. Siamo in questa posizione quando sentiamo aprire l’uscio di casa. Matteo sobbalza e vorrebbe alzarsi. Io lo trattengo e do voce a mio marito facendogli intuire che sono nella stanza da letto.

Lui entra e vedendoci nudi e soddisfatti si mette a ridere. Ammicca verso di me dicendo: “tesoro, vedi che ti è piaciuto! Il tuo splendido aspetto mi fa comprendere che Matteo ha fatto il suo dovere! Aspettatemi, il tempo di rinfrescarmi e mi unisco a voi”.

Matteo si sdraia ed io mi metto sopra di lui a smorza candela. Pietro mi unge l’ano con del gel e poi posiziona il suo cazzo nel mio ano. È la mia prima volta che sono presa contemporaneamente da due maschi. Mi fanno godere come una cagna in calore. Il massimo del godimento lo raggiungo quando percepisco i membri che eiaculano riempiendomi contemporaneamente fica e intestino. Vengo con loro gridando come una baccante. Sono veramente sfinita ed indolenzita quando loro escono da dentro di me con i sessi gocciolanti del loro sperma e dei miei succhi.

Fatta la doccia li trovo in salotto che stanno parlando. Vorrei fare la dura con mio marito ma balbetto qualcosa d’incomprensibile. Non resistendo lo bacio in bocca e strofino il mio corpo nudo al suo. Ci guardiamo, ci sorridiamo e prendendo per mano sia lui che Matteo dico: “ grazie! Mi avete regalato dei momenti sublimi!”.

Lui mi stringe a se e mi bacia nuovamente sulla bocca mentre Matteo mi carezza i capelli e mi bacia sulle spalle e sul collo.

Quando Matteo la mezzanotte è passata da un bel pò. Salutandomi mi bacia sulla bocca e dice: “mi sa che ci rivedremo molto presto e non sarò solo. Verrà a trovarmi, tra meno di un mese, mia moglie a cui Pietro ha reso lo stesso trattamento che tu hai avuto da me”.

Ho capito tutto! Finalmente! Mio marito me l’aveva detto, al ritorno della trasferta, che l’amico d’infanzia gli aveva chiesto di farlo con la moglie. Io non gli avevo creduto. Pensavo che era un modo per invogliarmi e per coinvolgermi. Invece lui mi aveva detta la verità. Rimasta sola con Pietro l’ho stretto a me e gli ho sussurrato: “sei stato veramente meraviglioso! Ti voglio bene tantissimo! Non avevo capito che lo facevi per me quando mi chiedevi di aprirci come coppia. Grazie! Sei il mio primo amante oltre che marito!”.

abbiamo mangiato un toast per rifocillarci un poco e poi? Indovinate? Abbiamo fatto nuovamente l’amore come quando eravamo fidanzati.

Da qual giorno sono radicalmente cambiata. Altre volte Pietro e Matteo mi hanno presa in mezzo e mi hanno fatto riprovare i piaceri goduti la prima volta.

Arrivata Rita, la moglie di Matteo, il nostro menage è diventato a quattro. Le donne abbiamo presa l’abitudine a carezzarci e a titillarci sotto lo sguardo compiaciuto dei nostri mariti.

Questa avventura, iniziata al cinema, è stata la svolta della nostra vita sessuale. Infatti da qual giorno non sono esistiti più tabù per il sesso.

Lisa & Pietro

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