Il viaggio

Il viaggio

Dovevo raggiungere mia moglie in vacanza e mi aspettavano 300 km in compagnia di quell’antipatica di mia cognata, che aveva deciso di passare qualche giorno al mare con noi. Lei lavorava fuori città ed io andai a prenderla alla stazione per partire direttamente, così mi toccò aspettarla oltre mezz’ora per il solito ritardo. Faceva un caldo impressionante nonostante ormai fosse notte e questo mi fece innervosire ulteriormente. Finalmente arrivò: mi salutò con un entusiasmo non abituale, caricai la valigia sui sedili posteriori e partimmo.

Dopo qualche chiacchiera piuttosto formale, disse che il viaggio era stato massacrante e caldissimo, che era tutta sudata e non sopportava più i vestiti che aveva addosso. Poiché avevamo già imboccato l’autostrada le dissi che ci saremmo potuti fermare alla prima stazione di servizio ma lei disse che non era necessario: scivolò sul sedile posteriore e tirato fuori un vestitino dalla valigia tolse pantaloni e camicia restando in reggiseno e slip “tanto è notte e non mi vede nessuno…”. Avevo visto tutto dallo specchietto e non mi era dispiaciuto il fuori programma. Tornò avanti, aveva indossato uno di quei vestitini copricostume leggerissimi che lasciavano intravedere la biancheria. Dopo una decina di chilometri “non ho risolto niente, è la biancheria che mi si è attaccata addosso per il sudore”, così si sfilò reggipetto e mutandine senza togliere il vestito. “Mi sembra che non ti sia dispiaciuto quello che ho fatto…”, osservando i miei pantaloncini era più che evidente che aveva ragione e lei se ne accertò ulteriormente passandomi una mano sul gonfiore, sentii un brivido lungo la schiena mentre lei si passava la lingua sulle labbra e l’altra mano sotto il vestito tra le cosce.

Con una mano le presi le spalline e le strappai “tanto è notte e non mi vede nessuno…”, il vestito scivolò lasciandole scoperti i piccoli seni… sempre con una mano le feci scorrere l’abitino lungo le cosce fino a lasciarla completamente nuda sul sedile al mio fianco, lei allargò le cosce accogliendo la mia mano senza staccare la sua dal mio pantaloncino ed il suo vigoroso contenuto. “Basta ora!” disse togliendo la sua e la mia mano dai rispettivi rifugi… ma non si rivestì, anzi si rivolse il getto d’aria fresca sul corpo e tirò le gambe sul sedile accovacciandosi. Rimasi interdetto e cercai di concentrarmi sulla guida mentre il mio cazzo pulsava al pensiero e la vista di lei nuda.

Percorremmo così una trentina di chilometri che per me furono un autentico supplizio di Tantalo… poi, così come aveva finito così ricominciò: stavolta fu più decisa, tolse la cintura di sicurezza e si chinò su di me tirandomi fuori il cazzo ed infilandoselo in bocca. Mentre mi spompinava si masturbava con l’altra mano ed io le toccavo il culo e bagnandomi le dita con la saliva ne esploravo il buco. “Fai qualcosa ho voglia di scopare, fai presto!”. Presi la prima uscita dell’autostrada e ci ritrovammo in una zona industriale più frequentata del previsto: scoprimmo subito che si trattava di prostitute e dei loro clienti, qualcuno notò mia cognata nuda ma non ci fece caso più di tanto in quel posto pieno di donne seminude. Camminammo in mezzo a quelle donne per qualche centinaio di metri, erano una trentina in prevalenza bianche, alcune bellissime… “fai salire quella, voglio provare a leccare una fica mentre mi scopi”. Non capivo più niente non avrei mai pensato che mia cognata fosse una tale troia… la ragazza che mi indicava avrebbe eccitato un cadavere: mora, con le tette grosse che schizzavano nude da una camicetta trasparente troppo piccola per contenere tutta quella grazia, una gonna nera alla caviglia ma con un vertiginoso spacco all’inguine, calze a rete ma niente slip. Contrattammo sul prezzo 50mila per me “80mila anche con altra donna”, la feci salire e le dissi di spogliarsi mentre ci infrattavamo. Nuda anche lei, abbassò lo schienale e mia cognata che era su quello posteriore le saltò addosso palpandole voluttuosamente le grandissime tette per poi tuffare la sua faccia in una splendida e pelosa fica nera, l’altra la ricambiò leccadole la fica ed il culo. Era il mio momento, non avrei retto un secondo di più, il mio uccello era talmente duro da farmi male ma non sapevo da chi cominciare: una era bellissima, l’altra era mia cognata ed era una grandissima troia. “Scopami, scopami la fica mentre lei me la lecca. Scopami duro ma non sborrarmi nella fica, fallo nel culo, rompimi il culo!” il suo volto era osceno, l’eccitazione selvaggia l’aveva trasformata, la mia voglia di penetrarla era cresciuta a dismisura.

La penetrai da dietro mentre continuava a leccare e succhiare la puttana, la stantuffai violentemente stringendo violentemente le sue natiche… “non godere!”, le pulsazioni mi arrivavano violentissime al cervello cercando di trattenere la sborrata e lei venne, emise un lunghissimo roco gemito e si ammutolì, venne copiosamente… la puttana raccolse con una carezza il succo di mia cognata e glielo passò sul buco del culo e poi sul mio cazzo, mi sorrise facendomi l’occhiolino e spinse il mio cazzo nel buco. Non fu facile penetrarla e perciò prolungai il più possibile quel momento, poi aumentai il ritmo delle mie spinte e le riempii il culo di sperma, lei mugolò con la bocca ancora sulla fica della puttana. Poi si rialzò “abbiamo pagato per due, adesso puoi scoparti la nostra bellissima amica, io guarderò”.

Ero seduto sul sedile posteriore, la ragazza si mise in modo da offrirmi la splendida visione del suo culo e cominciò un pompino coi fiocchi… l’abilità della ragazza e la vista di mia cognata che ci guardava toccandosi ridiedero vigore al mio cazzo, la donna mi infilò un preservativo, mi invitò a godere con lei ed io la penetrai godendo delle sue tette buone da succhiare e di quel culo morbidi tra le mie mani. Riaccompagnata la ragazza al suo posto, mia cognata trovò di nuovo il modo di sorprendermi e turbarmi, “lasciami qui e torna tra venti minuti”, così scese dall’auto con indosso solo la camicetta che aveva tolto all’inizio del viaggio, senza neanche la biancheria. Mi allontanai come voleva lei ma mi fermai dove potevo guardarla, lì in piedi, nuda con solo la camicetta che non le copriva il culo e la fica; dopo cinque minuti si avvicinò un fuoristrada e in breve lei salì allontanandosi con quell’uomo. Ormai ero completamente stordito: mia cognata dopo aver scopato con me ed una puttana, aveva lei adescato un uomo come una puttana! La cosa mi sorprendeva ma mi eccitava.

Tornarono dopo un quarto d’ora, mi riavvicinai e la feci risalire… “avevo voglia di un nuovo cazzo e poi ho fatto i soldi che avevi speso, andiamo siamo in ritardo”. Si tolse la camicia e rimase nuda, ma io ero in erezione e quella vista non mi aiutava a calmarmi, lei sembrò accorgersene “ho fatto due belle scopate ma non ho bevuto neanche un po’ di sperma…”. Mi tirò fuori il cazzo e l’ingoiò cominciando un lavoro di fino con lingua e labbra ed in breve le riempii la bocca di sborra che ingoiò avidamente. “Adesso voglio dormire, svegliami quando stiamo per arrivare così mi vesto”. Guidai così per due ore con mia cognata nuda stesa sul sedile di fianco, ripensando a quello che era successo… un dosso e lei si voltò di fianco mostrandomi il culo, mi eccitai di nuovo, presi il cazzo e mi feci una sega schizzando quelle belle chiappe.

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