Katia la vedova

Katia la vedova

Alle illazioni di mia moglie Vanda su mia cognata non avevo voluto ribattere nonostante non vi fosse nulla di vero. Non mi piaceva affatto quella donnetta priva completamente di sex appeal con la quale in pratica non avevo che rapporti formali e minimali. Vero era che spesso parcheggiavo sotto casa sua la mia auto e questo accadeva quando andavo a far visita a Katia una mia ex collega di lavoro che abitava nei pressi ma non proprio vicino; insomma mi faceva comodo che se qualcuno avesse notato la mia auto li, avrebbe potuto pensare ad una visita in famiglia allontanando qualsiasi ombra di sospetto, fatta eccezione evidentemente per mia moglie alla cui malizia (se uno le fa, poi se le aspetta … o se si preferisce “ognun col proprio cuor l’altrui misura”) non avevo pensato. Katia è una bella bionda naturale che nonostante abbia 5 anni più di me, porta benissimo la sua età al punto che, di anni, chiunque gliene sottrarrebbe una decina. Con lei avevo condiviso il lavoro per molto tempo fino ad un mio trasferimento di sede e di città, dovuto ad una mia promozione quando non avevo dovuto cambiare città e sede a seguito di una promozione. Aveva vedovato improvvisamente da un paio d’anni, quando perse il marito in un brutto quanto assurdo incidente stradale che comunque le produsse un sostanzioso risarcimento da parte dell’assicurazione: In quella circostanza naturalmente mi recai a casa sua per le condoglianze ed al momento del congedo mi pregò di tornare nei giorni successivi perché desiderava che mi occupassi delle pratiche per la successione. Katia infatti è figlia unica ed ha a sua volta due figlie che però vivono entrambe fuori Italia una per lavoro e l’altra per studio. Pertanto non aveva nessuno cui potersi appoggiare, cosi che anche le due ragazze ne approvarono la scelta essendo nota anche a loro la stima e la considerazione professionale di cui mi gratificava la propria madre. Il marito già ricco di suo, le aveva lasciato una ottima posizione economica fatta da danaro contante per fortuna, come scoprii ben presto, distribuito in vari conti correnti aperti in banche diverse ed intestati a ogni singolo componente la propria famiglia, titoli affidabili e qualche immobile. La tribù delle tre donne volle affidarmi sia l’espletamento delle pratiche successorie, sia tutta la faccenda della verifica circa diritti sulla reversibilità della pensione, quando fosse maturata, sia infine la gestione patrimoniale, offrendomi anzi per questo un compenso, proposta alla quale mi schermii. Katia si fidava ciecamente di me apprezzando la mia competenza professionale e la mia onestà, così che finii con l’accettare anche perché lei mi era sempre piaciuta come persona. In effetti avevamo lavorato insieme benissimo con una intesa rara, fatta di poche parole e comprensioni taciute. Non che non mi fossi accorto della sua bellezza ma non ci avevo mai fatto pensieri, considerata la sua serietà ed anche una apprezzata morigeratezza di costumi in una società così esibizionista. Elegante sempre ma di una eleganza come dire, classica, tranquilla, priva di eccessi o di quelle patetiche nostalgie dei vent’anni che non ci sono più. Per lei però era differente, come mi confidò una sera quando le feci visita per darle conto di quanto avessi realizzato prendendo visione completa di ogni cosa. Mi aveva accolto vestita come se stesse per uscire per un impegno mondano. Indossava infatti un tubino nero sul quale risaltava un doppio filo di perle, scarpe a tacco alto e calze nere velate. Trovatala così le dissi alquanto imbarazzato che ignorando avesse impegni, le avrei lasciato i miei appunti per tornare quando lei, dopo averli guardati, mi avrebbe chiamato. Ma Katia con mio stupore mi avvertì che non aveva alcun impegno per il quale doveva portarsi fuori di casa, ma che stava solo aspettando me. “La prossima volta però indossa pure una tuta se ti fa stare più comoda, non è proprio il caso di metterti in ghingheri, vorrei che non mi considerassi un ospite, ma il vecchio collega, insomma un amico che si può anche ricevere in disordine”. Lei mi rispose che quel tipo di amico certamente poteva essere ricevuto in tuta e scarpe ginniche, ma io no, perché, visto che fin’ora non avevo ancora capito nulla, mi dichiarò apertamente di essere innamorata di me da tanto tempo e poiché ora non aveva più un marito cui doveva un obbligo di fedeltà, né sentiva, come vedova, un obbligo di clausura, non c’era alcun motivo perché continuasse a tacermi i suoi sentimenti per me. Insomma, aggiunse, aveva deciso di liberarsi finalmente dal senso del dovere e voleva aprirsi all’istinto ed alle passioni, al desiderio di sentirsi sensuale e vivere la propria sensualità, non con chiunque, ma solo con l’uomo che amava segretamente da anni. “Non spaventarti perché non ho alcuna intenzione di crearti problemi né di crearli a me stessa con le mie figlie. Tuttavia ora basta, non intendo più rinunciare a te anche accettando di dividerti con quella gatta morta di tua moglie per la quale non ho mai avuto alcuna simpatia e che, dietro quel suo falso perbenismo, nasconde una natura da vera troia, anche se tu da sempre fingi di non rendertene conto. Non ho notizie certe ma resto convinta che non ti faccia mancare le corna”. Le risposi di essere frastornato, non mi aspettavo nulla di quanto stesse accadendo anche se lei sapeva benissimo che le ero molto legato e certamente le volevo bene. Su mia moglie, nonostante ci avesse visto giusto, dovetti dirle tuttavia che si sbagliava, che la sua era una impressione errata prodotta soltanto da alcuni suoi atteggiamenti che le venivano del tutto naturali ma privi di malizia, di certo leggeri ma niente di più. “Sarà – mi rispose – ma sei l’unico che non si accorge di quanto ben di Dio mostra tutte le volte che si scoscia e che gli uomini non fanno che mangiarsela con gli occhi. Tu dici che non lo fa apposta, ma, senza offesa, tu non conosci bene le donne e io ne sono la prova vivente, così che ignori di cosa siamo capaci quando vogliamo leggervi in faccia la voglia di scoparci. Comunque non mi frega nulla di quella falsa santarellina, per me può anche andare a battere. Io è te che voglio e ti voglio senza creare problemi per nessuno, come ti ho già detto, ma nemmeno voglio aspettare ancora. E poi cosa? Ho 5 anni più di te e voglio recuperare un po’ del tempo perduto. Questo ti deve spiegare i modi spiccioli di stasera per i quali spero vorrai comprendere perdonare senza giudicarmi male. Voglio sentirmi la tua donna disposta a dividerti, ad attenderti quando ti sarà possibile. ma non voglio altri uomini nella mia vita. Me ne starò tranquilla a casa ad aspettarti senza pretese, ma quando verrai da me, sarà festa. Ripeto di non nascondermi di avere già la mia età per cui so quello che desidero, quello che voglio e ne conosco i limiti. Insomma ti amo da anni in silenzio e non voglio più tenerlo nascosto, non lo voglio almeno con te. Ora concedimi 3 minuti, quelli giusti per sfilarmi di dosso questa roba in camera mia dove ti precedo e dove voglio che tu mi raggiunga. Una decina di giorni fa è stato il tuo compleanno e nonostante la concitazione degli eventi nemmeno quest’anno ti ho fatto mancare il mio sms di auguri non seguito però dal regalino che di solito negli anni scorsi accompagnava quegli auguri di persona o a voce con il telefono. Ora dunque è tempo che il regalo te lo faccia anche quest’anno, per cui seguimi in camera, sarò il tuo più bel regalo di compleanno, con un po’ di ritardo certo, ma, altrettanto certamente, spero gradito. Fidati.” Dette queste cose girò su se stessa per andare verso la sua camera da letto procedendo con grazia e sicurezza da vera gran signora, con una andatura quasi regale priva di alcun disagio, senza tentennamenti o incertezze nonostante i tacchi molto alti. Per seguirla non attesi i richiesti 3 minuti, non volendo, a quel punto, perdermi lo spettacolo del suo corpo nudo una volta liberato da quegli indumenti che oramai mi pareva la tenessero costretta. Quando la raggiunsi si era appena sfilato il tubino e tolta le scarpe. Non indossava reggiseno. La guardai mentre attorcigliava le autoreggenti, e restò con il solo perizoma. Era bellissima. Pensai, basta col cederle l’iniziativa, ora tocca a me. Mi avvicinai e la baciai. Mi liberai degli abiti anch’io e ci infilammo nel suo letto dove facemmo l’amore con garbo, ma anche con grande forza e voluttà. E’ stato così che abbiamo avviato una relazione che oramai va avanti da allora con reciproco piacere, intervallata soltanto dalle visite, non frequenti per fortuna, delle figlie. Katia è una amante meravigliosa, perfetta, esperta in tutte le pratiche amatorie che non si risparmia senza mai perdere quella classe che ne fa una donna migliore. Non saprei dire se l’amo, di sicuro le voglio molto bene, di sentirmi parecchio legato e oramai di non potervi rinunciare. Ed è così anche per lei che, durante gli amplessi sovente mi dice “Non lasciarmi, non privarmi del piacere di vivere. Ti ho atteso tanto. Invecchia con me”. Non so quanto andremo avanti, ma questa relazione fa bene ad entrambi, ci tiene giovani, agili, vogliosi, attenti. Non a caso lei continua a mostrare ancora quei famosi 10 anni in meno rispetto alla sua età.

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