Quella sera al cinema (storia vera . prima parte)

Quella sera al cinema (storia vera . prima parte)

Ehhh, sì, il tempo vola, e non è una frase fatta. Questo caldo autunno assomiglia molto a quello di 15 anni fa, una sera in cui…

Mia moglie ed io, lei bella donna di 32 anni, io 38 enne abitavamo in una località del Basso Piemonte. Una sera, decidiamo di andare in un cinema di Genova a vedere un film allora reclamizzato in televisione: Carmen. Dopo una buona cenetta a base di pesce, annaffiata da una ottima bottiglia di Pigato, arriviamo al cinema, un multisala in pieno centro città, giusto in tempo prima dell’ inizio della proiezione. La maschera verifica i biglietti e ci indirizza verso una scala in discesa, al termine della quale due pesanti tendaggi rossi indicano l’ accesso alla sala. Scostiamo i tendaggi ed entriamo. Stranamente, la sala, enorme, è quasi vuota. Sparsi qua e là pochi spettatori singoli e, sul fondo, una coppia. Davanti a noi, una fila di poltroncine completamente vuota. Ci sediamo verso il centro della sala, dove un corridoio divide due serie di poltrone. Le nostre sono comode, morbide e gli alti schienali non impediscono la piena visione dello schermo. L’ unico neo, è che sono molto ravvicinate fra loro, per cui non riesco ad allungare le gambe come vorrei, visto che le ginocchia quasi toccano lo schienale della poltrona davanti. Appena preso posto, le luci in sala si spengono e inizia il film. Film? Ma quale film? Una musica assordante, cacofonica, che non è certo la “Carmen” di Bizet invade la sala, mentre sullo schermo appare il titolo del film: “FALLO!”, per la regia di Tinto Bras. Evidentemente la cassiera ha sbagliato a darci i biglietti. Ora capisco la sala praticamente vuota. Chiedo a mia moglie: “E ora, che facciamo? Torniamo su, cambiamo i biglietti e entriamo nella sala giusta, con il film già iniziato o, già che ci siamo, restiamo dove siamo finchè ci va, prima di tornarcene a casa?”
“Non lo so – risponde – tu cosa dici?”
“Ormai, direi di fermarci qui, se sei d’ accordo.”
Il film è sconclusionato, ma ogni tanto qualche scena di sesso è abbastanza interessante da tenermi sveglio. Dopo circa una decina di minuti, lei mi dice che deve andare alla toilette.
“Devi proprio? – chiedo – sai dov’è?”
“Sì, guarda, se non mi spazzolo i denti mi sento a disagio e credo di aver visto la toilette qui fuori, verso la fine del corridoio.”
“Ok…vuoi che venga con te?”
“Ma no, non è necessario. Stai qui, io torno subito.”
Si alza, mette a tracolla la pochette dove tiene, oltre allo spazzolino usa e getta, i fazzolettini e gli altri ammennicoli di cui le donne non sembrano poter fare a meno e si avvia lungo la fila di poltrone per raggiungere l’ uscita della sala.
La seguo con lo sguardo e vedo che, le ultime tre poltrone, vuote al nostro arrivo, sono ora occupate da tre ragazzi. Tre ragazzi giovani, molto. Certo, visto il divieto ai minori, 18 anni probabilmente li avevano, ma compiuti da poco. Anche mia moglie li ha visti; esita, prima di proseguire verso la fine della fila. Arrivata alla loro altezza, i tre restano seduti e lei li supera lentamente e con una certa difficoltà.
Non so perchè..ma non sono tranquillo. Tengo gli occhi fissi sulla tenda finchè la vedo aprirsi e mia moglie rientrare in sala. Ora i ragazzi nelle due prime poltroncine si alzano per farla passare mentre il terzo rimane seduto. Lei si ferma un un paio di secondi, prima di decidersi ad affrontare il passaggio, che richiede ancora più tempo di quanto impiegato all’ andata. Come detto, la serata era molto calda, considerata la stagione, e lei aveva indossato un vestitino ancora estivo, smanicato e corto, abbinato ad un giubbetto di jeans, che aveva però lasciato sulla poltroncina prima di andare in bagno. Quando arriva alla mia altezza, vedo che ha il vestito sollevato fin quasi a scoprire completamente il sedere.
Preoccupato, le chiedo se stia bene…cosa sia successo…
“Sì che sto bene, stai tranquillo. E’ successo che…mentre gli sono passata davanti la prima volta, mi era sembrato…anzi, ora ne sono sicura…che qualcuno di loro mi abbia…toccato il culo. Poi, al ritorno, quando i due ragazzi si sono alzati, ho intravisto, nella penombra dello spazio fra le poltrone che…che ce l’ avevano di fuori.”
“Ehhh? Vuoi dire che…”
“Sì, avevano l’ uccello fuori dai pantaloni.”
“E tu…?”
“Lì per lì stavo per passare dalla fila qui dietro, poi però…mi son fatta coraggio e…ho affrontato il passaggio. Così ho constatato che avevo visto giusto e, mentre il primo ragazzo si è limitato ad alzarmi il vestito e a strusciarlo sul sedere nudo, il secondo mi ha trattenuto con il suo corpo, mi ha preso la mano e me l’ ha messa sul…sul cazzo duro, mentre anche quello seduto mi toccava il culo.”
Sono senza parole: il comportamento di mia moglie è una vera sorpresa, per me, e non so se la sorpresa è piacevole, oppure no. Solo in seguito ho collegato quanto successo ad un episodio avvenuto in estate: eravamo in spiaggia alla Maddalena. Spirava un vento fortissimo che sollevava la sabbia e la scagliava, con un effetto spiacevolissimo, contro i corpi seminudi. Avevamo trovato riparo in una minuscola spiaggetta riparata da alti scogli di granito e, visto che eravamo soli ed isolati, avevamo tolto il costume. Non era la prima volta, e non era mai successo niente di insolito. Invece, quella volta da uno scoglio era apparso un ragazzo che, a causa della ristrettezza dello spazio, si era sdraiato a meno di un paio di metri da noi. Mentre ci stavamo chiedendo se fosse o meno il caso di rimetterci il costume, lui se lo tolse, con tutta tranquillità e, come potei vedere dall’ abbronzatura pressocchè integrale, non era la prima volta che si abbronzava nudo. Noi facemmo finta di niente, rimanendo sdraiati al sole. Quando però mia moglie si sollevò per prendere una sigaretta dal pacchetto che era nella pochette e la accese, il ragazzo, con un gran sorriso si avvicinò chiedendole, in francese, se poteva averne una. Accovacciandosi sui talloni per farsela accendere, cosa che richiese parecchi tentativi a causa delle raffiche di vento, il suo…pene che stava visibilmente gonfiandosi, era a pochi centimetri dalla pelle nuda di Ada, mia moglie.
Lei non ne sembrava infastidita, e io trovai il coraggio per tentare di realizzare una di quelle fantasie erotiche che alimentano spesso l’ immaginario di coppie sposate da qualche anno, rinfocolando il desiderio. Avevo notato che il ragazzo era tornato a stendersi, non più alla distanza precedente, ma direttamente dove si era accesa la sigaretta, e cioè molto vicino al corpo di mia moglie. Faceva l’ indifferente però il suo arnese mostrava un inequivocabile inizio di erezione, che lui non faceva niente per nascondere. Ada, fumando, lanciava occhiate furtive alla sua virilità di giovane ragazzo. Decisi di prendere ‘l’ iniziativa: baciai sul collo mia moglie e scesi a succhiarle i capezzoli. Lei tentò di fermarmi, chiedendomi cosa stessi facendo, ma non era molto convincente. Scesi ancora e, arrivato al pube, le allargai le gambe iniziando a baciare e leccare la fica, che trovai rorida dei suoi umori asprigni.
Con le gambe divaricate era praticamente a contatto con il corpo del ragazzo. Le presi la mano e provai a spostarla verso di lui, ma lei si irrigidì. Io alzai la testa, la guardai, le sorrisi e… “Dai, è un gioco. Siamo in vacanza, lui è straniero e non lo rivedremo più. Prova a lasciarti andare.” Poi tornai a tuffarmi fra le sue cosce sempre più spalancate. Ancora pochi secondo e lei venne, inarcando il bacino verso il cielo. Sollevai la testa e vidi che aveva afferrato il grosso membro del ragazzo e lo stava masturbando, mentre lui, allungata una mano, le accarezzava i seni. Pensavo che non si sarebbe accontentato, ma avrebbe tentato di…farselo succhiare, invece…invece venne quasi subito, schizzando getti su getti di nettare bianchissimo, qualcuno dei quali raggiunse il corpo nudo di mia moglie.
Già finito? Tutto lì? Ero un pò deluso e quando lui si tuffò in mare per darsi una rinfrescata, imitato da mia moglie che si lavò dagli schizzi di sperma, sperai che tornando a riva ricominciasse a…corteggiarla. Invece, si rimise il costume e, dopo averci, con un sorriso, salutato e…ringraziato mia moglie, si arrampicò sullo scoglio, sparendo alla nostra vista.
Quel che era successo mi aveva eccitato e non persi tempo a penetrare mia moglie. La trovai eccitata, pronta ad un altro orgasmo che arrivò quasi subito. Mentre eravamo abbracciati, e io continuavo a scopare lei mi sussurrò.
“Ecco, ora sei contento, finalmente?”
“Io con te sono sempre contento, ma a cosa ti riferisci?”
“Ma come..a cosa…a quello che ho fatto: non è quello che volevi? Ti è piaciuto?”
“Certo che mi è piaciuto ma…in fondo, hai solo fatto un piccolo, veloce, massaggio?”
“Massaggio?”
“Ma…sì, hai massaggiato un muscolo. Che poi fosse quello, o un bicipite è solo un dettaglio.”
“Ahhh, sì? E cosa avrei dovuto fare d’ altro, secondo te?”
Ero sempre più eccitato, stavo per godere e mentre acceleravo il ritmo…
“Beh, cara, se non fosse stato così veloce glielo potevi succhiare un pò, no? Lo avresti fatto?”
Mentre le parlavo venni scosso da un violentissimo orgasmo riversando dentro di lei tutto il frutto della mia eccitazione. Intanto, la sentii sussurrare.
“Chissà…penso di sì.”
Le vacanze finirono senza altre…avventure. Quella vissuta, però, agì positivamente sulla mia carica erotica, che sembrava tornata indietro di qualche anno.
Ogni volta che facevamo l’ amore, parlavo di quella mattina sulla spiaggia della Maddalena, arricchendo le mie fantasie di sempre nuovi particolari. Avevo iniziato chiedendole che cosa pensava di quella piccola avventura, se le era piaciuto masturbarlo e farlo schizzare, poi, preso coraggio dal fatto che anche lei sembrava trarre maggior eccitazione dalle mie parole, ero passato a chiederle di raccontarmi come glielo avrebbe succhiato, se le sarebbe piaciuto, se si sarebbe fatta schizzare i bocca , arrivando a dirle che la immaginavo mentre ingoiava tutto. Questo particolare incontrò qualche resistenza, dal momento che non l’ aveva mai fatto nemmeno con me, ma poi lei arrivò, su mia insistenza, a dirmi che sì, lo avrebbe ingoiato, descrivendomi consistenza e sapore.
Poi, una sera che ero particolarmente eccitato, buttai lì:
“E ti saresti anche fatta scopare, da quel grosso cazzo duro?”
La sentii irrigidirsi e, invece di rispondere, si tolse di sotto e…
“Scusa, ma ho un gran mal di testa…buonanotte.”
Si girò dandomi le spalle e spense la luce.
Passate due sere, e dopo averla fatta godere con la bocca, la penetro e lei…
“Però…vanno bene le fantasie, ma non parlarmi più di farmi scopare, ok?”
“Scusa, non volevo offenderti, ma che differenza c’è fra un pompino e una scopata, visto che si tratta di fantasie?”
“E’ una fantasia che non mi piace. Un conto è usare mani o bocca, ma un rapporto intimo è ben diverso, non trovi anche tu?”
Sì, forse lo pensavo ma…ma quanto mi eccitava pensare a quel cazzone che la penetrava e la scopava con tutta la forza e la passione di un ragazzo. Non so come avrai reagito se fosse successo veramente, ma, come fantasia era fra le mie preferite, anche se quella che mi eccitava di più l’ avevo sempre tenuta ben chiusa nella mente. Non dissi questo, ma…
“Non so, forse sì, forse hai ragione tu, ma..non so, se la cosa piacesse anche a te…perchè no? Perchè dovresti rinunciare?”
Lei sospirò e…
“Va bene, se è una fantasia che ti piace così tanto…vai avanti.”
E io, anzi, “noi”, visto che mi rivelò che immaginarsi in queste situazioni piaceva anche a lei…andammo avanti, immaginando posizioni e partner diversi, ma sempre con grossi cazzi.

E ora, mia moglie mi aveva appena confessato che era stata palpata da tre ragazzi e che…aveva toccato il cazzo di uno di loro. Non sapevo cosa fare, cosa dire. Cercavo di capire cosa lei si aspettasse che facessi. Restai sul vago e..
“Vuoi che ce ne andiamo?”
“No, perchè?”
“Ma…non so…cosa vuoi che faccia, allora?”
“Beh…non vorresti provare a realizzare qualche tua fantasia?”
Non poteva crederci: Ada…”mia moglie Ada” mi stava dicendo che avrebbe potuto fare sesso con quei ragazzi?

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