Prima volta… di là!

Prima volta… di là!

La mia storia con Marco procedeva a gonfie vele.
Ormai era passato molto tempo da quella disavventura in discoteca trasformatasi poi nell’inizio della nostra relazione; nel frattempo gli avevo concesso anche di “cogliere il mio fiore”, come si diceva una volta, e il fuggevole dolore di quella ferita era stato poi abbondantemente e copiosamente ricambiato da molti pomeriggi e serate di piacere sublime.
Da qualche tempo, inoltre, avevo iniziato anche a prendere la pillola, anche se ero un po’ contraria per timore di prendere peso, visto che non sono già una mannequin.
Anche oggi eravamo nella mia camera, ed ero sopra di lui col suo bellissimo arnese ben infisso dentro di me. Danzavo su quello scettro infilato nel mio intimo fino all’ultimo centimetro.
Le sue mani mi stringevano forte i fianchi e quasi non mi accorsi quando iniziò a muovere le dita verso i nostri sessi compenetrati. Là raccolse gli umori che ormai stillavano copiosi dalla mia pussy e li portò con le dita verso il mio buchetto posteriore.
Dalla mia nuvoletta rosa intuivo appena le sue manovre, quelle dita che inumidivano il mio buchino inviolato, che lo massaggiavano, che piano piano premevano per aprirlo, per penetrarlo.
Era una sensazione strana, quel dito mi frugava gentilmente là dove nessuno mi aveva mai toccata prima, e la sua presenza nel mio culetto si accompagnava bene a quella ben più ingombrante del suo arnese nel buco “canonico”.
Stavo per raggiungere l’orgasmo, quando lui sfilò quel dito da me per poi tentare di infilarne due insieme. Lo sentii spingere ed ebbi paura: il mio buchino rifiutava di aprirsi a quella penetrazione più “corposa”, ma con una fitta di dolore lo sentii cedere. Le sue due dita entrarono dentro di me, mentre da davanti il suo uccello mi riempiva completamente e io, inaspettatamente… godevo.
Il dolore di quella penetrazione contronatura, la sollecitazione del suo sesso da davanti, il pensiero di sentirmi violata e felice di esserlo presero il sopravvento e me ne venni urlando abbracciata a lui.
Non ne parlammo, come se non fosse avvenuto nulla, ma il giorno dopo, nella vasca da bagno, presi ad accarezzarmi là dietro per rivivere le sensazioni del giorno prima. Aiutata dal sapone e dal diametro minore delle mie dita rispetto alle sue, infilai facilmente prima un dito, poi con un po’ più di difficoltà, un secondo.
Con l’altra mano presi a stuzzicarmi il bottoncino e quella doppia stimolazione mi portò ben presto all’orgasmo in solitaria, che esplose lasciandomi senza fiato, ma con un proposito ben chiaro in mente.
Eccomi quindi qui, qualche giorno dopo. Io, il mio ragazzo, le solite coccole, fino a che mi ritrovo nuovamente a “cavalcarlo”, godendomi ogni centimetro di quel suo meraviglioso arnese, ma stando attenta a non lasciarmi sopraffare dagli eventi.
E così, quando lui cerca di nuovo il mio fiorellino con le dita, mi mordo quasi a sangue il labbro per non “partire” nuovamente per la tangente.
Sento quelle due dita che mi scavano, che mi entrano dentro, ma non voglio venire, non ancora, almeno.
Lo fermo, e mi sollevo lentamente così da far uscire il suo bastone da me; contemporaneamente anche lui sfila le sue dita dal mio culetto guardandomi perplesso.
Allungo una mano dietro di me e afferro il suo sesso, poi mi abbasso nuovamente fino a sentirlo appuntarsi al mio buchino… e inizio a spingermi verso di lui.
Mi fa male, e immagino di vedermi orribilmente straziata da quel bastone di carne che sta ora entrando laddove la natura non l’ha previsto… ma non mi arrendo.
Lo sento entrare in me da quella porta vietata, sento dolore ma anche un piacere perverso. Mi sento porca, mentre la sua carne risale nella mia, poco alla volta, fino a che le mie natiche si appoggiano su di lui.
Sono piena, ce l’ho tutto dentro di me… dentro al mio culetto…
Marco mi attira a sè, affondando la faccia tra i miei grossi seni mentre sento il suo uccello che spinge dentro di me, esce un pochino, rientra affondando di nuovo…
Mi ritrovo così a non essere più passiva, ma a sollevarmi e riabbassarmi su quel pistone che ora entra ed esce da me con sempre meno fatica, che mi strappa gemiti di dolore e piacere fino a che tutto sembra esplodere in una luce multicolore mentre anche Marco raggiunge il piacere e mi riempie il culetto con il suo seme…

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