Lucy 17 – Dreaming (il calcetto)

Lucy 17 – Dreaming (il calcetto)

“Una birra, mister?”
L’atmosfera era già decisamente su di giri; i ragazzi festeggiavano la vittoria ottenuta nella partita del pomeriggio come qualsiasi gruppo di maschi diciottenni: la prima casa libera che capita, birra, probabilmente uno spinello, un filmino porno alla TV. Ma questa volta ci sono anche io, invitato dai ragazzi che però, a questo punto, si sentono, per così dire, inibiti dalla mia presenza.
Probabilmente quest’uomo, che potrebbe essere tranquillamente loro padre, non permette loro di far scattare qualche meccanismo già sperimentato nelle feste precedenti; cogliendo il loro disagio, decido di mostrar loro che non sono di certo un vecchio bacchettone unendomi ai loro brindisi e commentando in maniera salace le immagini che lo schermo ci propone.
Le mani di più ragazzi strofinano i membri già in tiro, ma l’impressione è che vorrebbero andare oltre… decido di toglierli d’impaccio con una battuta “Ehi, guardate che se non ve li tirate da fuori, va a finire che vi sborrate nei pantaloni e poi dovete tornare a casa con le braghe macchiate”.
Tutti ridono, ma per passare dalle parole ai fatti serve che Pippo, il più sfrontato del gruppo, prenda la decisione e liberi il suo arnese.
Uno dopo l’altro i ragazzi iniziano ad estrarre i propri sessi, a maneggiarli, e per ultimo anche io mi unisco a loro. Come sospettavo, dopo poco il lavoro manuale su quei giovani cazzi diventa reciproco, due ragazzi seduti vicini prendono ad accarezzare ognuno l’uccello dell’altro; poi altri due li imitano… in men che non si dica siamo quattro coppie intente nella masturbazione reciproca, e il mio compagno è proprio Pippo, quello che ha dato il via.
Il suo uccello è caldo e duro nella mia mano, così come gli altri cazzi che le mani coprono e scoprono a ritmo. I miei occhi si trattengono forse un po’ troppo su quel bel bastone prima di incontrare quelli del suo proprietario, che mi sorride e fa un leggero movimento col bacino, come per alzarlo… come per sollevare quel sesso verso di me.
Come in un viaggio extracorporeo, mi vedo chinarmi su quel bellissimo sesso turgido, baciarne la punta, prenderlo in bocca.
Inizio a succhiarlo, mentre nella stanza tutti ci osservano. Qualcuno lascia il compagno e si avvicina a noi, qualcun altro chiede al suo vicino quella stessa oscena carezza orale e Paolo vedo che accetta di buon grado. E’ un tipo mite, probabilmente sottomesso, anche se dotato di un uccello davvero degno di nota.
Presto la serata “inibita” prende una piega ancora più hot di quelle a cui i ragazzi erano abituati. Chi più, chi meno, tutti succhiano l’uccello di uno o due compagni, tutti se lo fanno succhiare.
La scena si ripete per la vittoria in semifinale. Seduto tra Pippo e Paolo masturbo quei due cazzi rigidi, li succhio, li bacio, mentre intorno a noi la scena si ripete in altre geometrie.

L’atmosfera nello spogliatoio è elettrica. Pochi minuti ed inizierà la finale del torneo, quando per rompere il ghiaccio ed esorcizzare la tensione, qualcuno butta lì: “vinciamo questa finale e stasera tutti da Pippo a festeggiare alla solita maniera!”
“NO”, li gelo. E poi, sorridendo: “se vinciamo vi porto io un puttanone da corsa per tutti quanti!”

Poco dopo, mentre ancora lo spogliatoio risuona delle voci festose per la vittoria, mi avvicino a Pippo: “Pippo, per stasera ho bisogno che tu mi dia una mano…”

Alessandro, il portiere, arrivò per ultimo nella stanza dove gli altri lo aspettavano già: “…allora, ‘sto gran troione?”
Pippo si alzò e prese la parola, dandosi un’aria solenne.
“Allora, come promesso dal mister, questa è una festa speciale! Per festeggiare degnamente la nostra vittoria nel torneo, signori, ecco a voi…. LUCY!”
E feci il mio ingresso nella stanza, lasciando senza parole tutti i presenti, meno ovviamente il mio complice Pippo.

Una guepière nera mi fasciava il corpo lasciando semiscoperti i seni, che mi sembravano anche aver acquistato volume, e in basso contornava le mie natiche arrotondate e prive di un pelo. Le gambe inguainate nel nylon nero erano rese più slanciate da dei tacchi a spillo. Sopra, una lunga parrucca nera incorniciava il mio viso truccato, sul quale spiccava un rossetto color vinaccia.
Mi avvicino sensuale a Pippo, lo abbraccio e con una mano cerco il suo arnese, inarcandomi per sporgere ancora di più le natiche verso gli altri spettatori.
Anche se non l’avevamo concordato, afferro le labbra del mio complice in un bacio voluttuoso, mentre la mia lingua frulla nella sua bocca e gioca con la sua, mentre estraggo il suo membro dai jeans. Mi stacco dal bacio, e mi inginocchio davanti a quello scettro di carne per onorarlo con la mia bocca. Lecco quell’asta di carne, mentre alle mie spalle sento gli altri sei, ripresisi dalla sorpresa, commentare e iniziare a togliersi scarpe e pantaloni.
Ben presto, mentre continuo a succhiare l’arnese di Pippo, vengo circondata dagli altri, dai loro cazzi che mi colpiscono sul capo, dalle mani che mi accarezzano il corpo. Afferro due sessi con le mani, li porto alla bocca alternandoli con quello di Pippo mentre qualcuno mi infila prima un dito, poi due nel culo.
Qualcuno nella confusione mi accarezza anche il sesso, già duro e svettante, ma non voglio correre il rischio di venire troppo presto. Perciò sfuggo alla carezza ruotando su me stessa e trovandomi altri cazzi a portata di bocca; due ragazzi cercano di infilarli contemporaneamente tra le mie labbra, e io li accolgo per quanto riesco. Poi lascio anche questi due e continuo il giro, fino a quando questo carosello osceno raggiunge la sua ovvia conclusione.
Il primo schizzo di sperma mi scivola in gola, mentre un altro cazzo mi sborra sul viso. Poi un altro mi riempie la bocca lasciata libera e vi deposita il suo seme, mentre lo sperma di un quarto mi insozza le guance. E’ una tempesta di sborra e io lecco, ingoio avidamente quel liquido bianco che mi arriva da tutte le direzioni, raccolgo con le dita quello sparso sulle guance e sulle spalle e lo porto alla bocca.
Rimango lì, nel centro della stanza, circondata dall’odore di sperma, mentre i miei ragazzi sono seduti qua e là.
Uno si lascia andare: “Ma non avrei mai pensato che il mister fosse questa gran put-“
“Il tuo mister ti piglierebbe a calci nel culo” lo interrompo severo “ma per fortuna oggi non è qui. Oggi ci sono solamente io. Lucy. Ricordatelo bene.”
Mi alzo in piedi e li squadro: “Una cosa è il vostro allenatore. E una cosa è Lucy. E Lucy è felice di essere qui per voi. E spera che questa festa non sia già finita così.”
Mi avvicino a quello che sembra avere i tempi di recupero più brevi, gli prendo il sesso in mano e mi inginocchio a succhiarlo, gustando sulla lingua i resti dello sperma.
Lo ingoio fino all’elsa, col naso infilato nella sua peluria pubica, mentre con le mani mi separo le natiche offrendo ai presenti la vista del mio buco goloso.
Sento qualcuno che mi afferra per i fianchi, e qualcosa che spinge per entrare in quella piccola caverna del piacere. Una piccola fitta di dolore, e mi ritrovo trafitta da venti centimetri di carne maschia.
Sono sicuro che non avrebbero mai pensato che il loro allenatore, maschio e maschile oltre ogni sospetto, portasse dentro di sé questa strana creatura, questa strana femmina affamata di piacere, sacerdotessa del fallo, golosa bevitrice di sperma.
Mi sento stringere forte i fianchi, e gli schizzi del mio primo scopatore mi riempiono l’ano. Subito quello che sto succhiando si affretta a prenderne il posto entrando agevolmente nel mio culo, mentre altri due vengono a cercare la mia bocca.
Sento che anche il secondo cazzo schizza dentro il mio ano dilatato, e si sfila da me con un rumore liquido, prima che un terzo ne prenda il posto; quasi non mi accorgo della sostituzione, dal momento che il nuovo arrivato prende subito a scoparmi senza trovare nessuna resistenza dei muscoli anali.
Uno dei due sessi che sto succhiando mi riempie la bocca di sperma. “Peccato” mi ritrovo a pensare mentre ingoio avidamente quel nettare “uno in meno che mi riempirà il culo”. Ma il rimpianto dura poco, visto che anche quello che mi inculava se ne viene e lascia il posto a Paolo, quello probabilmente più dotato da Madre Natura. Entra in me con qualche resistenza ma senza farmi male, ormai tra le dilatazioni precedenti e lo sperma che fa da lubrificante, nel mio culo ci entrerebbe qualsiasi cosa, però mi gusto questa nuova penetrazione.
Uno via l’altro, passano tutti dentro al mio culo, tranne quello che mi è venuto in bocca. Stremata, mi tocco l’ano con le dita per scoprire il buco dilatato grondante sperma e umori anali.
Mi alzo, chiedendo un momento di tregua ai ragazzi e mi rifugio in bagno per un bidet che si rivela un vero toccasana per il mio culetto indolenzito. Sullo scaffale noto il barattolo della Nivea, e me ne spalmo un pochino con due dita intorno e dentro al buco… stringo i muscoli intorno alle dita e riesco a provare ancora piacere.
Viziosa come non mai, prendo un flacone di deodorante e provo ad infilarla piano; la bomboletta entra dentro di me strappandomi un gemito e Lucy… decide che è ora di osare ancora di più.
Mi rifaccio il trucco e torno nella sala dove i miei giovani stalloni si stanno riposando.
“Allora… vi arrendete di già?” chiedo in tono canzonatorio mentre mi inginocchio a succhiare il ragazzo che ho seduto di fronte a me. Non mi interessa neppure sapere chi sia, mi interessa solo il suo sesso, il suo sperma.
Qualcuno alle mie spalle nota la bomboletta, che non mi sono sfilata dall’ano, e sghignazza: “Guarda che vacca… non riesce a stare senza qualcosa nel culo”
E io, perfida: “Certo, se dovessi accontentarmi dei vostri cazzettini mosci, sarei ben messa!”
Faccio alzare il ragazzo che stavo succhiando, e lo faccio sdraiare a terra; poi mi sfilo lo spray dall’ano e, col buchetto ancora dilatato, lo scavalco e scendo ad incularmi da sola sul suo uccello tornato rigido.
Sento quel membro entrare senza alcuno sforzo nel mio budello caldo, dopo di che mi abbasso più che posso verso il mio amante, tenendomi le natiche aperte con le mani.
L’invito è tanto chiaro quanto osceno. Un altro ragazzo mi si avvicina, spinge l’uccello contro quello del suo compagno schiacciandolo leggermente e cerca di forzare l’ingresso nel mio culo. Mi fa male, ma la lussuria supera il dolore e il buon senso.
“Sìì… rompetemi il culo… sfondatemi tutta…” urlo mentre lentamente, ma inesorabilmente, quella seconda nerchia penetra dentro di me.
Due cazzi. Due cazzi nel mio culo, finalmente. Ma l’eccitazione gioca un brutto scherzo ai due ragazzi: il primo viene subito, e il secondo ha appena iniziato a stantuffare nel mio buco sfondato che anche lui raggiunge l’orgasmo.
Mi sento abbandonare dai due e spostare come una bambola inanimata; mi ritrovo subito impalata su un altro cazzo, il cui proprietario mi attira a sé per facilitare il compito ad un nuovo compagno. Altri due cazzi ora spadroneggiano nel mio culo, ne fanno ciò che vogliono. Entrano ed escono senza alcuna coordinazione, cosicchè a volte si danno il cambio nel mio budello affamato, a volte escono insieme per poi affondare insieme allargando, invadendo, sfondando…
Urlo come un’invasata, e dal mio delirio riesco appena a percepire la voce di Pippo che dice “Tappate la bocca a questa vacca, prima che ci senta tutto il palazzo” prima che un terzo cazzo mi riempia la gola soffocandomi.
Succhio quella carne mentre gli altri cazzi pompano senza pietà dentro al mio intestino. Lo sperma mi sorprende e mi riempie la bocca col suo sapore salato, mentre gli altri due affondano più che possono dentro il mio culo e lo allagano con i loro schizzi.
I tre si alzano, lasciandomi a terra sul tappeto. Mi tocco là dietro, e faccio fatica a riconoscere quel buco irrimediabilmente sfondato e gocciolante come il mio buchetto del culo. Ma non è ancora finita.
Qualcuno, che riconosco come Pippo, mi aiuta ad alzarmi e mi conduce verso la sua camera. Con noi c’è Paolo, che si sdraia sul letto dell’amico dimostrando per la prima volta un po’ di iniziativa.
Dietro di noi sono entrati nella camera anche tutti gli altri che assistono come spettatori. Come un’automa salgo a cavalcioni di Paolo e mi inculo da sola sul suo mandrino, che entra senza fatica fino ai testicoli, nonostante le sue generose dimensioni.
So già cosa mi aspetta, quando due mani mi allargano le natiche e sento distintamente una seconda cappella spingere per entrare dentro a quel buco che ormai ha dichiarato la propria resa incondizionata.
Il sesso di Pippo entra dentro di me allargando ulteriormente quell’apertura oscenamente dilatata, scava nei miei intestini insieme al membro del compagno, escono e rientrano insieme come un unico, enorme cazzo che mi scopa a fondo.
I due affondano nel mio culo fin dove è possibile, e schizzano il loro sperma in quell’ampolla bollente, mentre anche io me ne vengo senza più ritegno.
Sento i due sessi scivolare fuori da quel cratere, e mi addormento in quell’abbraccio doppio.
…mi risveglio nel mio letto, fuori il chiaro dell’alba mi annuncia una nuova giornata di lavoro.
Penso che dopo il sogno di stanotte, oggi in ufficio i miei amichetti di gomma dovranno darsi da fare…

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