La avventure di Gabriele

La avventure di Gabriele

L’Inizio di una vita nuova.

Ciao! Mi chiamo Gabriele, ma i miei amici mi chiamano Gabry e vivo in una piccola città. Ho 17 anni e ho scoperto di essere gay. E’ stato piuttosto interessante come l’ho scoperto, un modo molto figo e delizioso.
Un lunedì avevo finito la terza ora e stavo correndo per la lezione di spagnolo. Ero in ritardo perché avevo dovuto fermarmi a parlare con l’insegnante di chimica. Stavo correndo perché pensavo non ci fosse nessuno nei corridoi ma, ringraziando dio, avevo torto. Girai un angolo, picchiai con forza contro qualche cosa e precipitai sul culo, niente di rotto ma tutte le mie carte erano sparse sul pavimento.
“Merda!” Dissi “Arriverò in ritardo.”
“Ehi ragazzo, guarda dove vai! Potresti fare male a qualcuno se non stai attento!” Disse una voce maschile.
“Mi spiace, ero di fretta!”
Poi lo vidi, era un ragazzo magro ed alto di circa 17 anni, alto all’incirca un metro e ottantacinque, con capelli neri lunghi fino al collo ed una pelle pallida. Era vestito piuttosto bene: jeans blu con una camicia blu. Era la prima volta in vita mia che guardavo un altro uomo così in dettaglio e non avevo mai avuto pensieri sessuali per un altro uomo, ma in quel momento stava accadendo. Anche lui si bloccò per osservarmi più dettagliatamenteo. Una cosa che non avevo mai visto da un’altra persona del mio stesso sesso.
Naturalmente a scuola molte ragazze lo facevano quando passavo e qualche volta sentivo gemiti di piacere o respiri profondi e rumori di denti.
“Nessun problema. Solo la prossima volta cerca di stare più attento… uh… come ti chiami?”
Feci una pausa di un secondo e dopo avere sbattuto le palpebre alcune volte per chiarirmi la testa dissi: “Oh! Io mi chiamo Gabriele. E tu?”
“Carlo.”
I suoi occhi erano di un verde incredibile con alcune strisce miele e grandi sopracciglia nere. Restammo fermi per un po’ guardandoci l’un l’altro. Era una sensazione di attrazione che non avevo mai sentito prima, io la chiamo attrazione animale. Avrei voluto abbracciarlo e baciarlo. Ero pietrificato dai sentimenti che avevo ed allo stesso tempo spaventato. Mi chiesi se Carlo sapesse quello che stavo pensando.
“Devo andare in classe, sono già in ritardo.” dissi sorridendo. “Forse potremo vederci in mensa e fare qualche cosa insieme.”
Cosa stavo dicendo! Era molto strano, pensai. Lui penserà che io sono una checca e lo dirà a tutti.
“Sicuro. Sarebbe figo.” Lui rispose mentre un largo sorriso appariva sulla sua faccia.
Dopo di che ce ne andammo. Era incredibile quanto avevamo in comune, dalla musica al tipo preferito di sapone. Chiacchierammo molto, ci vedemmo nei fine settimana e qualche volta andammo insieme alle feste. Andò così per circa un anno ed in quel periodo sognai molte volte di baciarlo, almeno sulla fronte.
Poi accadde.
Fummo invitati ad una festa di nostre amiche, una festa senza genitori, la mia prima. Mi cambiai ed andai a prendere Carlo a casa sua. Partimmo circa alle sette ed arrivammo dopo dieci minuti. Ci divertimmo molto alla festa, musica, amici e giochi. Poi, dopo le nove cominciò la vera festa con l’arrivo di ragazzi più vecchi che portarono un barilotto intero di birra. Carlo ed io non eravamo abituati a bere birra e così la provammo. Il primo bicchiere non ci piacque ma dopo quello decisi che avrei smesso di non berla.
Bevemmo peggio di due cammelli e ci ubriacammo. Circa alle undici lasciammo la casa e ci avviammo lentamente verso casa nostra. Ma poi pensammo che arrivarci completamente ubriachi non sarebbe stato un bene così decidemmo di andare in qualche luogo dove poter restare un po’ per far passare la sbornia. Scelsi una collinetta appena fuori città.
“Eccoci qui.” Dissi spegnendo motore e luci ed accendendo la radio sulla stazione di jazz locale.
“Oh ragazzo, mi sento così bene.” disse Carlo con un sorriso. Evidentemente aveva bevuto più di me ed ero veramente felice.
“Anch’io! Non mi sono mai sentito così libero in vita mia. Io potrei fare qualsiasi cosa.”
“Qualsiasi cosa?” Lui mi guardò e sorrise.
“Sì, Qualsiasi cosa. Cosa stai pensando?” Vidi dalla faccia che stava pensando, ma stava pensando a qualche cosa di bello se dovevo dar retta al suo sorriso ed ai suoi occhi.

Mise una mano sulla mia gamba e la strinse. Poi mi guardò con tale desiderio che non potei fare a meno di toccargli una guancia. Capì rapidamente che io sentivo lo stesso per lui.
“Fai l’amore con me Gabry. Fai l’amore col tuo miglior amico e ci sentiremo veramente liberi.”

Il mio cuore sobbalzò, afferrai con forza la sua faccia e lo baciai profondamente, penetrando all’interno della sua bocca. Era grande e combinato col nostro respiro affannoso era la tensione più sessuale che avessi mai sentito. Lui spostò la mano dalla mia gamba e mi abbracciò. Io feci lo stesso e ci baciammo a lungo sentendo la carne di un’altra bocca per la prima volta.
Allontanammo i nostri corpi e cominciammo a toglierci le camicie. Lui aprì la cerniera dei miei jeans, mise una mano nei miei pantaloni ed afferrò il mio inguine ed il mio membro che cresceva. La tensione era insopportabile ed io cominciai a lamentarmi di piacere ed estasi mentre facevo la stessa cosa e gli toccavo l’inguine per la prima volta da quando l’avevo conosciuto. Il calore che veniva da in mezzo alle sue gambe mi stava sopraffacendo e raggiunsi rapidamente il fondo dei suoi boxer ed afferrai il suo cazzo. Era una sensazione meravigliosa e calda.
Lui mi sbottonò i pantaloni e me li fece scivolare alle caviglie, poi fece lo stesso coi miei boxer. Guardò il mio uccello e poi la mia faccia. Io accennai col capo.

“Per favore Carlo, lasciami riempire la tua bocca. Permettimelo! Fallo prima che io impazzisca nell’attesa!” e feci scivolare il mio pene nella sua bocca, lui cominciò a succhiare. La sensazione di piacere mi invase ed io entrai in un Nirvana dove nulla di cattivo mi importava, solamente la sensazione di piacere, la felicità e la soddisfazione. Sentii l’umidità della sua bocca ed il movimento della sua lingua sulla parte inferiore del mio cazzo per poi salire e scendere sulla mia asta. Era come una sega ma 100 volte meglio.
Raggiunsi rapidamente l’orgasmo e cominciai a muovere il corpo su e giù al ritmo delle sue succhiate, dopo pochi minuti di pompare, mentre mi lamentavo e gridavo il suo nome, gli venni in bocca sentendo i fiotti di sperma riempirgli la cavità orale. Lui abbandonò il mio membro mentre ingoiava l’ultimo colpo del mio succo. Si sbottonò i jeans e li fece scivolare giù insieme ai boxer. Io vidi per la prima volta il suo cazzo dritto verso l’alto.
“Per favore fai lo stesso con me Gabry. Lo spero dalla prima volta che ti ho visto e non posso aspettare più a lungo. Per favore Gabry, dammi il piacere. Ti imploro.”
E così lo feci mentre lui si muoveva verso l’alto per mettere il suo pene nella mia bocca. Non avevo mai avuto un cazzo in bocca ed a dire il vero non ne sentivo la necessità ma volevo dare piacere a Carlo, così me misi in bocca e feci la stessa cosa che lui aveva fatto a me. Cominciai a succhiare e muovere la bocca su e giù sulla sua asta. Lui cominciò a lamentarsi e questo mi accese. Afferrai il mio uccello che stava ancora indurendosi e cominciai a masturbarmi.
Seguirono momenti di lussuria sfrenata, sentivamo un piacere che non avevamo mai sentito prima e ne godevamo, afferrando ogni momento per non dimenticarcene. Per averlo sempre nelle nostre menti come la prima volta che l’avevamo sentito per un’altra persona, per un uomo.
Lui cominciò a pompare il suo corpo più forte e cominciò a gemere sempre più forte. Capii che stava per eiaculare. In un minuto arrivò al suo orgasmo, si irrigidì sopra di me ed io sentii un liquido semigelatinoso salato riempirmi la bocca. Lo ingoiai rapidamente mentre continuava a riempirmi la bocca. Fu un altro viaggio al Nirvana e se ne andò rapidamente quando tornammo alla realtà.
Lui mi guardò respirando affannosamente, restammo sdraiati guardandoci l’un l’altro, senza muoverci per almeno 10 minuti.
“Ti amo Gabriele.” disse.
“Ti amo Carlo e spero che questo momento non finisca mai.” risposi.
Lo baciai e lui mi baciò

Innamorati

Il mio primo contatto gay era passato da 6 mesi. Carlo ed io ci divertivamo da allora, ma nulla di serio anche se farlo insieme era molto meglio che non farlo da solo. Era molto divertente perché andavamo al parco vicino alla scuola, ci sedevamo guardando i joggers passare e li valutavamo col “Fustometro” da 30 punti a 20 erano per una forma muscolosa e 50 punti per le dimensioni dell’inguine.
Era estate e dopo la fine della scuola avevo progettato di divertirmi veramente con Carlo ma i miei piani furono sconvolti dai suoi genitori per la decisione di fare un viaggio. Ero sconvolto così non gli parlai per una settimana intera prima che partisse.
La mia prima settimana d’estate fu molto noiosa. Completamente nulla da fare. La maggior parte dei miei amici era in vacanza, quindi io decisi di andare in piscina e rinfrescarmi. Presi il costume da bagno e mi avviai. Quando arrivai andai subito nello spogliatoio degli uomini e mi misi il costume. Non guardai se c’era qualcuno di interessante, avevo troppo caldo per farlo, potevo farlo di sera quando era più fresco e potevo farlo tranquillamente.
Nella piscina era fresco, l’acqua fresca lavava il sudore salato dal mio corpo ed i miei capezzoli si erano contratti. Passai là la maggior parte del giorno gustando la sensazione di freschezza. Verso sera la maggior parte delle persone se ne erano andate ed anch’io decisi di tornare a casa.
Aprii gli occhi uscendo dall’acqua. Poi lo vidi. Fu incredibile perché quando mi girai a guardarlo sentii una scossa dentro di me. Come elettricità. Lui era della mia taglia, della mia età ed un po’ più scuro di me. Aveva le labbra più perfette che avessi mai visto, un bel tono di pelle, mi sentii come se stessi vedendo un angelo. Aveva capelli castano dorato e grandi sopracciglia. Io ero paralizzato, troppo impaurito per voltarmi. Avevo paura fosse un’illusione e che se avessi battuto le palpebre sarebbe scomparso.
Era sul trampolino pronto saltare quando si girò e mi vide. Notò che lo stavo guardando, si impaurì e distolse rapidamente i suoi occhi verde chiaro. Mi sembrò che arrossisse. Cosa sto facendo? Pensai tra di me. Non guardarlo così! Mi girai rapidamente con grande riluttanza ed andai nello spogliatoio.
Mi cambiai molto lentamente (e non so ancora perché), ci misi almeno 10 minuti per mettermi le calze, ma sono contento di averci messo tanto perchè il ragazzo entrò. Lui mi vide e si fermò impaurito e nervoso.
“Ciao.” disse lentamente. Io mi girai.
“Ciao. Gran giornata per il nuoto, non è vero?” Risposi sperando che lui avrebbe continuato a parlare. Penso che notasse che lo stavo osservando con grande attenzione perché arrossì.
“Sì.” Lui sorrise (Dio quel sorriso!). “È un piacere nuotare e con questo calore poi.”
“Sì. Fa piuttosto caldo effettivamente” E anche tu lo sei pensai. “Io mi chiamo Gabriele, e tu?”
Lui divenne ancora più nervoso e cominciò a girarsi per andarsene. Io mi mossi rapidamente verso di lui e l’afferrai per un braccio.
“Cosa c’è che non va?” Chiesi vedendolo abbastanza impaurito. “Tutto bene?”
“Sì, sto bene. È solo che non ti conosco e non mi fido e…”
“Capisco.”
“Realmente? “
“Sì, nessun problema. Se non vuoi dirmi il tuo nome non c’è problema.”
“Grazie.”
“Nessun problema.” L’afferrai per una spalla e lo portai al mio angolo per continuare a parlare. Ma lui fece una cosa che non mi sarei aspettato. Mentre camminavamo mi mise un braccio intorno alla vita. Fui sorpreso e mi girai a guardarlo.
Vidi che mi stava guardando. Era lo stesso modo in cui mi aveva guardato Carlo quel giorno.
Da quel momento la mia mente non fu più sotto controllo. I miei ormoni andarono in ebollizione.
Ci girammo a guardarci intensamente l’un l’altro. Lui cominciò a toccarmi il torace, si spostò ai capezzoli prima e poi si mosse all’ombelico dove si fermò un po’ non sapendo se continuare, ma si decise e scese al mio inguine toccando il mio cazzo semi eretto. Era meraviglioso! Non mi limitai a guardare e feci rapidamente lo stesso, per dargli piacere. Poi passò alla mia chiusura lampo e cominciò a togliermi i pantaloni. Il mio lavoro era molto più facile perché lui era in costume da bagno, aveva un bellissimo cazzo di circa 10 centimetri quando non era eretto, intonso e di un colore dorato. La cappella stava cominciando ad emergere dalla sua copertura protettiva. Prima che potesse dire qualsiasi cosa allungai una mano spostando la pelle dalla testa e cominciai a masturbarlo. Lui si lamentò e si agitò. Vederlo muovere le cosce mi eccitò.
Si lamentava mentre continuavo nella sega, poi mi feci coraggio e mi misi in bocca il suo cazzo. Lui gridò di piacere quando cominciai a succhiarlo. Continuò a lamentarsi e quando lo vidi spasimare mi spostai per permettergli di sparare il suo carico. Ma non mi allontanai abbastanza, il suo primo colpo mi colpì nella mia cresta tibiale, il secondo sui miei capelli ed il terzo sulle labbra. Io ne fui disgustato oltre ogni limite, lui aprì gli occhi e mi vide.

“Assaggialo, ti piacerà!” Mi disse vedendo come guardavo con repulsione il suo sperma.
“Penso di no. Non lo faccio.”
“Sei sicuro? L’hai mai fatto?”
“No, ma…”
“Assaggia.” Mise il cazzo di fronte alla mia faccia, alcune gocce uscirono. Non sapevo cosa dire. Era di fronte a me e mi tentava. Quindi io chiusi gli occhi, aprii la bocca e gli succhiai l’uccello. Sentii un altro spasmo ed un po’ di sborra penetrò la mia bocca. Aveva un sapore dolce e la consistenza di tuorlo di uovo. Era niente male davvero e così io continuai a succhiare. Lo sentii lamentarsi mentre veniva di nuovo, questa volta nella mia bocca. Io ingoiai di nuovo riempiendomi col suo latte.
“Allora, cosa ne pensi?” chiese anelando.
“Era grande! “
“Sono contento che ti sia piaciuto.”
“Ora la tua ricompensa.” disse e si mise in ginocchio. Giocò con le mie palle per un po’ con la lingua e leccò alcune volte sotto la mia asta. Succhiò anche solamente la mia cappella alcune volte, mi piaceva da impazzire. Anelai e gridai mentre lui mi succhiava.
Non avevo mai sentito un’estasi del genere. Muovevo le anche avanti ed indietro mentre lui mi penetrava il culo con un dito. Era incredibile. Alcuni minuti più tardi sentii il mio inguine diventare quasi di fuoco e le mie palle quasi esplodere. Era giunto il mio momento di eiaculare e mentre sborravo nella sua bocca lui mise le sue dita nel mio buco del culo rendendo la mia estasi più potente.
Ingoiò tutto il mio sperma senza esitazione e si lamentò mentre gli venivo in bocca. Mi guardò negli occhi e capii che quella non era la fine.

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