Looner 3 Marina e Michela

Looner 3 Marina e Michela

Michela e Marina
Stavo ritornando a casa dopo il set fotografico che avevo fatto con un vecchio amico appassionato di palloni. Avevo con me un bouquet che mi aveva regalato composto da otto palloni di quelli che piacevano a me, la sera prima avevo perso la mia verginità facendo con Mario, così si chiama il mio amico fotografo, l’amore in una maniera così dolce che trattenersi dal piangere (e noi donne piangiamo spesso) era quasi impossibile. Ma sprizzavo di felicità da tutti i pori! Mi aveva regalato una busta con 100 dei più bei e robusti palloni che avessi mai visto e il compenso che mi aveva dato era superiore a quelli che avevo preso finora. Sono una modella da poco più di un anno e non sono famosa come tante altre! Aprii la porta d’ingresso del residence dove vivo a Milano e incominciai a far le scale passo dopo passo per arrivare al secondo piano (non volevo che entrando nell’ascensore, uno solo dei miei palloni, potesse correre il rischio di scoppiare !), arrivata al mio piano e infilata la chiave nella toppa, sentii che si apriva la porta dell’appartamento vicino e sbucava un grappolo di palloni bello come il mio, attaccato al braccio della fidanzata del mio vicino di stanza, un ‘fustacchione’ alto quasi due metri che l’aveva conosciuta da poco. Qualche volta l’avevo incontrata in ascensore; era una bella bionda con gli occhi chiari come i miei e avevamo scambiato quattro chiacchiere. Si chiama Marina, seguiva dei corsi di recitazione, faceva parte di un
gruppo comico nel quale faceva la parte della bionda svampita ma con la sua bella voce avrebbe potuto recitare pure in Giulietta e Romeo anche se avrebbe dovuto mettersi una parrucca scura in quanto Giulietta non era stata mai bionda e a quei tempi le colorazioni per capelli non si potevano trovare come da noi nei supermercati! Beh lasciai perdere la digressione e mi misi ad osservare la scena: lei sull’uscio della porta che scambiava con il fidanzato un dolcissimo bacio d’amore! Quanta tenerezza! Si chiuse la porta e lei mi vide. Mi si avvicinò con passo felpato e abbracciandomi come se fossimo delle vecchie amiche mi stampò due baci sulle guance poi disse a bassa voce sussurrandomi nelle orecchie: “ieri sera con Gianni – questo è il nome del suo fidanzato – ho perso la mia verginità! Abbiamo fatto l’amore in una maniera fantastica. Pensa che è un ‘looner’ cioè un feticista che si eccita quando vede una donna gonfiare un pallone e io ieri sera ne ho gonfiati parecchi! Quando mi ha passato il primo e ho incominciato a stirarlo, metterlo in bocca, leccarne l’imboccatura e mordicchiarlo in maniera più sexy che potevo, ho visto il suo pisello drizzarsi e quando ho incominciato a gonfiarlo, mi ha preso in braccio, infilato il suo pisello nella mia passerina e muoversi ritmicamente man mano che lo gonfiavo! Nel gonfiare, anch’io ho incominciare a sentire le ‘farfalle’ dentro la pancia e quando quel bel pallone è scoppiato siamo ‘venuti’ tutti due assieme, io urlando e lui mugolando dal piacere baciandomi sul collo e poi sulla bocca quasi da togliermi il respiro. Per fortuna che non eri in casa altrimenti sia lo scoppio che il mio urlo ti avrebbero svegliato. Sei reduce da una festa con quei palloni? “ “Più o meno risposi io, ma entra in casa mia, fermati un attimo, ti preparo un caffè, facciamo quattro chiacchiere e poi con calma ci salutiamo” “Ok disse Marina, non è bello restare qui sulle scale a raccontarci i fatti nostri, qui le pareti sono tanto sottili che ti possono sentire tutti.” Aprii la porta, la feci accomodare, entrai anch’io, andammo in cucina, mi chiese se poteva legare i suoi palloni alla sedia, le risposi di si, mi tolsi anch’io i miei e li legai vicino ai suoi accorgendomi che avevano stampata diverse siluette di ragazze a seno nudo che rappresentavano i brani della canzone sentita nello studio di Mario: C’era la ragazza che raccoglieva da terra un pallone e la scritta “prendilo come ti capita” quella che lo gonfiava “gonfialo e dopo…” e quella che con uno spillo avvicinato al pallone riportava la scritta “ pungilo e lui fa…” e per ultimo quello sempre in bocca della ragazza che andava in mille pezzi con la scritta in grande “BUUUM” Marina si accorse che li stavo guardando con curiosità e quasi mi avesse letto nel pensiero disse: “sono belli vero ? Ognuno rappresenta il testo di una sigla televisiva di tanti anni fa che parla di palloni, quando Gianni me ne ha passati due sgonfi ed ha incominciato a baciarmi e leccarmi la passerina, ha fatto andare a tutto volume il brano ‘E’ Tanto Facile’ io ho incominciato a gonfiarne uno e quando ho raggiunto l’orgasmo, per farlo scoppiare c’è voluta la mia furbizia e le mie unghie affilate, tanto lui era troppo indaffarato a leccarmela tutta e non poteva vedermi…col secondo però è andata meglio. Quando il collo del pallone ha raggiunto l’apice delle mie labbra gli ho scaricato tutto il fiato che avevo nei polmoni e quel ‘bastardo’ è scoppiato in mille pezzi con un rumore assordante! Comunque è stata un’esperienza sessuale pazzesca migliore senz’altro di quelle che raggiungo con il mio vibratore…” Poi guardando la mia faccia con stampato un sorriso ed un leggero stupore disse: “forse tu non sei interessata al racconto delle mie esperienze sessuali, avrai
senz’altro un fidanzato e chissà – lo disse ridendo – quante ‘maialate’ farete in camera da letto!” Senza parlare le presi la mano gliela accarezzai e dissi: “deve essere stata senz’altro una esperienza bellissima ma che ti ha stancato parecchio, lascia che ti prepari qualcosa. Ti va un caffelatte con una buona brioche? “ “si – rispose lei – l’accetto volentieri se ne prendi una anche tu e mi fai compagnia, mi sembri reduce da un party dove devi aver ballato tutta la notte!” Ero sempre più intrigata dalla sua storia e volevo che mi raccontasse altri particolari della sua notte ‘brava’ perché aveva delle analogie pazzesche con la mia. Mi alzai presi dal congelatore una confezione di cornetti surgelati, ne misi 4 nel microonde, poi versai del latte nel bollitore, caricai la caffettiera elettrica e mi sedetti a guardarla negli occhi. Volevo che si confidasse completamente con me prima di raccontarle la mia esperienza e dissi: “dopo cosa avete fatto per movimentare la serata e concluderla in bellezza?” Lei disse “poi sono stata io a prendere l’iniziativa; eravamo seduti sul divano e il pisello gli stava diventando nuovamente duro, lo leccai, presi un pallone blu con le stelle bianche che stava accanto a uno arancione e iniziai a gonfiarlo mettendolo in contatto col pisello del mio ragazzo , mentre alternavo le leccate alle gonfiate al pallone, mi dava delle sculacciate e mi accarezzava la pisella per poi accarezzarmi i seni. Il suo pisello era dritto e mi faceva piacere accarezzarlo dalle palle alla punta mentre gonfiavo il pallone. Che sensazioni bellissime stavo provando nel ‘gonfiare’ sia il pallone che il pisello di Gianni. Mi dava un senso di potere su tutti e due, potevo con la mia bocca farli ‘scoppiare’ entrambi ! Ad un certo punto, dopo averlo accarezzato mi sedetti sulle sue gambe facendo entrare il suo pisello nella mia ‘Lei’ e continuai a gonfiare il pallone che però scoppiò quasi subito ! Peccato pensai, speravo sarebbe diventato ancora più grosso, allora presi quello arancione e iniziai a gonfiarlo. Mi muovevo dentro Gianni su e giù mentre lui mi accarezzava i seni, a volte facevo oscillare il bacino facendo una
danza del ventre, poi ebbi un orgasmo breve ed intenso, lui uscì dalla mia pisella e ‘venne’ sulla mia pancia, presi il suo pisello e continuai ad accarezzarlo mentre continuavo a gonfiare il pallone. Facevo sempre più fatica a soffiarci dentro, pensavo che ogni gonfiata sarebbe stata l’ultima e chiudevo gli occhi poi quando improvvisamente scoppiò mi rilassai e rimasi distesa su Gianni che mi accarezzava i seni.. Michela è stato bellissimo !!!” Mi stavo eccitando durante il suo racconto ma il fischio della caffettiera e il suono del forno a microonde mi scossero dall’incanto. Mi recai a preparare la colazione, versai il caffè nel bollitore, accesi il gas, aspettai qualche minuto che il caffelatte si scaldasse e poi piazzati i quattro cornetti in un piatto collocai tutto su un vassoio al centro del tavolo. Marina afferrò il primo e io feci altrettanto, lo inzuppammo quasi in sincronia e addentammo la punta guardandoci negli occhi con intensità. Finimmo in poco tempo sia le brioche che il caffellatte, rimanemmo per alcuni minuti a guardarci mentre ci pulivamo i lati della bocca usando sia un tovagliolo che la lingua. Eravamo, se qualcuno ci avesse fotografato in quell’attimo, due ragazze sexy che avevano appena avuto un orgasmo! Lei mi guardò con complicità e poi disse: “tu cosa puoi raccontarmi del tuo party e di quei palloni?” Io tutto d’un fiato le raccontai della mia notte d’amore accorgendomi che durante i passaggi più sexy del mio racconto abbassava le mani e si toccava la passerina massaggiandola con piacere. Quando finii il mio racconto lei esclamò: “i nostri ragazzi sono dei looners navigati e noi siamo alla nostra prima esperienza, non mi stupirei che abbiano conservato a loro uso personale alcuni scatti fotografici che ci hanno fatto e a nostra insaputa li abbiano messi in rete…hai un computer ed un collegamento in internet? “Si – risposi io – che cosa hai intenzione di fare?” Lei: “so la login e la password di Gianni per entrare in facebook, e se lui e Mario si conoscono lo vedremo dal suo diario!”. Andammo velocemente in camera mia, accesi il portatile e lei si mise ad inserire i dati nel sito. Ci apparvero delle foto di Marina mentre gonfiava con la bocca i palloni e quelle mie che con la sigaretta li facevo scoppiare. Gli scatti erano molto belli, non c’era niente di nudo o di volgare mostrato in quelle foto, le didascalie ed i commenti di Gianni e Mario erano decisamente scritti da due ragazzi innamorati che avevano incontrato la ragazza dei loro sogni! Ci guardammo una con l’altra ed esclamai: “per essere delle looner dilettanti non siamo niente male, direi che siamo delle belle ‘figone’ “Marina rise ma poi aggiunse: “vero, ma quei figli di buona donna dei nostri ragazzi potevano avvisarci che s’erano messi d’accordo per farci la ‘festa’! Quanto mi verrebbe voglia di vendicarmi!” “Ho un’idea, prepareremo anche noi un set cinematografico e gli renderemo la pariglia, io ho con me un centinaio di palloni, ne gonfieremo una decina a testa e poi saremo pronte per il nostro spettacolo!” Lei fece una faccia strana ed esclamò: “te li ha dati Mario ?” “Si – dissi io – perché ?? ““anch’io ne ho un centinaio che mi ha dato Gianni, vado a prenderli!” Ci andammo tutte e due e quando confrontammo le nostre due buste ci accorgemmo di averle al 100% uguali! “Questa è la prova che quei due si conoscono e che avevano organizzato di comune accordo tutto! Sei decisa come me di ‘vendicarci’ per il loro comportamento?” “Si, fortemente, che cosa dobbiamo fare?” La presi per mano rientrammo in camera mia, tirai fuori dall’armadio un gonfiature elettrico che mi era stato regalato per
gonfiare i canotti e i materassini e aperta una delle nostre buste incominciammo a gonfiare tanti palloni!” Terminata l’operazione creammo due grappoli da quattro legati con l’elastico e gli altri li piazzammo sulla parete della camera da letto. Marina vide il terrazzino di camera mia, raccolse un pallone e mi disse che avrebbe avuto piacere di gonfiarlo all’esterno e che la fotografassi, io aspettai che lo gonfiasse quasi al massimo e le scattai questa foto: Dissi poi a Marina: “la vedi quella telecamera digitale che ho sul comodino, prendila e con quella compiremo la nostra piccola vendetta di loonerine ferite nell’onore!” Rise di gusto, prese la telecamera e il cavalletto che ci stava accanto e ci piazzammo distese sul letto mentre inserii nello stereo una memory pen. Prima d’iniziare ci accordammo su cosa dire e fare davanti alla telecamera, presi dalla borsa il pacchetto di sigarette e l’accendino, le chiesi se fumava e alla risposta positiva misi il pacchetto accanto a lei sul letto. Accesi col telecomando la telecamera e incominciammo lo spettacolo per i nostri ragazzi. Sedute e d’accordo ci abbracciammo e ci scambiammo un breve bacio sulla bocca…un
bacio saffico dolcissimo che durò un minuto! Non avevo mai baciato una donna e forse anche Marina non l’aveva mai fatto, ma la sceneggiatura che avevamo preparato per Mario e Gianni lo prevedeva. Ci staccammo e iniziammo a parlare all’unisono “Ciao Gianni, ciao Mario come vedete siamo diventate ottime amiche e abbiamo preparato, per ringraziarvi della bellissima serata passata ciascuna in vostra compagnia, un piccolo filmato che speriamo vi piacerà!” Presi il pacchetto di sigarette, lo aprii, ne offrii una a Marina, ne presi una anch’io, accesi la sua, poi la mia, aspirammo una boccata di fumo e la dirigemmo verso l’obiettivo, poi feci partire lo stereo e la musica incominciò:” conosco un tipo grosso, grosso e tondo che parla tanto perché ha girato il mondo…” Raccogliemmo i quattro palloni legati con l’elastico, ci piazzammo con le nostre armi mortali ai lati dei due grappoli e quando il coro dei bambini arrivò alla frase “prendilo come ti capita gonfialo e dopo pungilo e lui fa Buum, buum” aspirammo una boccata dalla nostra sigaretta, la soffiammo su un pallone e avvicinando lentamente la punta incandescente alla sua superficie lo facemmo scoppiare ! Fecero dei botti potenti, e continuammo a farli scoppiare tutti e quattro perché la frase all’interno del brano si ripeteva per ben quattro volte. Ridemmo di gusto ad ogni scoppio, e arrivate allo scoppio dell’ultimo pallone ci rivolgemmo alla telecamera dicendo: “non crediate che abbiamo finito, adesso faremo fuori in un altro modo qualche pallone del vostro ‘pegno d’amore’ per rammentarvi che vi siete comportati nei nostri confronti come loro: siete nient’altro che dei ‘palloni gonfiati’ e la nostra punizione è quella di farvi scoppiare!” Ci guardammo in faccia, ridemmo di gusto, ci scambiammo un altro bacio e aggiungemmo: “adesso ci prenderemmo una piccola pausa, ma fra qualche secondo saremo ancora da Voi! “Spensi la telecamera, invitai Marina ad aspirare l’ultima boccata dalla sigaretta che ormai si era ridotta ad un mozzicone e anch’io la spensi nel posacenere. Lei disse “Come pensi sia venuta questa ripresa?” io risposi: “penso magnifica, diamole un’occhiata e scarichiamola sul pc!”. Collegai il cavetto alla telecamera, scaricai il video e lo visionammo con attenzione. Le inquadrature erano perfette, noi eravamo decisamente sexy in tutte le pose e l’audio era perfettamente in sincrono con le nostre azioni. Soddisfatte e gasate ci ricambiammo un altro bacio poi Marina parlò: “non stiamo diventando troppo cattive con i nostri ragazzi? Ci hanno fatto passare dei momenti bellissimi in loro compagnia. Poi quando lui iniziò a leccarmi la pisellina e io a gonfiare un pallone ho provato una gioia che ha rasentato il pianto e quando sono arrivata all’orgasmo ed il pallone è scoppiato ho incominciato a tremare tutta mentre nelle orecchie sentivo suonare le campane …sarà stato anche il botto che aveva fatto il pallone ma mi sembrava in quel momento di aver raggiunto il settimo cielo!” “Hai ragione – dissi io – vorrei anch’io ripetere un’altra esperienza di sesso così dolce avuta con Mario. Poi mi piace da matti farlo con i palloni, quando mi ha strofinato i capezzoli con due di quelli con la faccia da clown ho provato dei brividi indicibili e poi pensando a come ci siamo coccolati dopo gli orgasmi non vedo l’ora di ripetere quelle esperienze.” Lei disse: “Vedrai che il nostro filmato provocatorio non avrà un effetto negativo su di loro e che ci vorranno ancora più bene!” io dissi: ”Adesso pensiamo a come organizzare la seconda e magari la terza parte del filmato.“Marina suggerì di usare, per fare scoppiare qualche pallone del grappolo, le puntine
da disegno che si usano per appendere gli annunci sulle bacheche di sughero: sono corte, si possono stringere fra i denti e nascondere facilmente in un palmo di mano. Ne presi due dal cassetto della mia scrivania, gliene consegnai una, la guardò ed esclamò: “è perfetta per farli scoppiare!” ridemmo di gusto tutte e due, uscimmo dalla stanza, entrammo in cucina e io prendendo la telecamera le dissi: “ci riprenderemmo a turno sia da lontano che da vicino e vedrai che verrà un bel filmato, quanto alla musica metterò un brano diverso da quello di prima! Scelsi ‘Girls Just Want to Have Fun’” lo misi sullo stereo, le dissi di mettersi accanto al grappolo di palloni e di prepararsi per la seconda parte del video. Vidi che aveva nascosto la sua puntina da disegno tra l’indice e il pollice, posizionarsi accanto al grappolo di palloni, attaccai lo stereo e la musica partì. Incominciai a riprendere Marina che rivolta alla telecamera disse :”Ciao Gianni adesso voglio accarezzare uno dei tuoi palloni come ti ho accarezzato ieri sera…” Prese fra le mani uno dei palloni ed incominciò ad accarezzarlo con dolcezza poi con la puntina da disegno fra le sue dita lo punse e scoppiò facendo un botto assordante ! esclamò ridendo: “ti ho graffiato per sbaglio con le mie unghie ? Quanto mi dispiace! Magari adesso per farmi perdonare ti darò un bel bacio!” Senza farsi vedere nell’inquadratura che le
facevo, nascosta dietro un pallone, si mise in bocca la puntina da disegno e mettendosi di lato, molto lentamente avvicinò le labbra alla superficie della sua seconda ‘vittima’ e gli diede il ‘bacio della morte’. Il pallone fece un altro scoppio tremendo, lei rise e disse: “mi sa che baciandoti ti ho morso la lingua, ti ho fatto male?”. Dovetti trattenermi dal ridere perché avrei rovinato l’inquadratura e l’audio. Poi Marina cambiò arma, si avvicinò al pacchetto di sigarette, ne prese una, l’accendino e rivolta alla telecamera disse: “Gianni, quando una donna ha finito di fare all’amore le viene voglia di fumare, ti da fastidio se me ne accendo una ?” Alla risposta affermativa del suo interlocutore ‘fantasma’ immerse la sua testa nel grappolo di palloni l’accese con un po’ di difficoltà, aspirò con piacere, soffiò il fumo su uno dei palloni e poi incominciò ad accarezzarlo tenendo la sua sigaretta abbastanza vicina ad un altro che gli ondeggiava accanto. Quando però stava per venire in contatto con la sua punta incandescente, lo allontanò in maniera che non la toccasse, prese un’altra boccata, soffiò il fumo in alto, riprese in mano il pallone, ma questa volta quando quello accanto andò a sbattere contro la sua ‘arma letale’ scoppiò con lo stesso rumore assordante degli altri due! Erano veramente stati gonfiati al massimo! Sempre con una faccia contrita rivolta alla telecamera disse “Quanto mi dispiace Gianni di averti scottato con la mia sigaretta! Faccio un’ultima boccata e poi visto che qua c’è la mia cara amica Michela, gliela passo, perché deve dire alcune paroline al suo caro Mario”. Si mise la sigaretta in bocca, si avvicinò ad uno dei palloni e senza indugio lo fece scoppiare dicendo “ancora scusa Gianni, davvero!” si avvicinò all’ obiettivo della telecamera mandando un bacio al suo ragazzo, prese la telecamera con una mano, mi passò la sigaretta con l’altra e incominciò a riprendermi. Era difficile superare la sua capacità recitativa, ma ce la misi tutta per fare bella figura; parlavo con il mio Mario dicendogli parole di rimprovero, facendo la parte della gelosa e ogni volta che mi ‘arrabbiavo’ con lui, facevo scoppiare un pallone! I miei quattro li feci scoppiare tutti con la sigaretta, perché sapevo fumare in maniera sexy e provocante e anche perché dopo il farli scoppiare gonfiandoli con la bocca era il mio modo preferito di farlo. Terminata la scena spensi la sigaretta, mi misi spalla con spalla a Marina, e rivolte alla telecamera dicemmo all’unisono:” fine della seconda parte!” Ci baciammo per la quarta volta e quando ci staccammo guardandoci negli occhi esclamammo all’unisono:” non saremo diventate lesbiche con tutti questi baci che ci siamo date?” Poi spensi la telecamera! Ridemmo di gusto, pensando che la maggior parte degli uomini si eccita da matti quando vede due donne che si baciano o fanno l’amore saffico tra di loro. Ci sedemmo, le proposi di bere dell’altro caffè ed le chiesi :” ieri sera è stata la tua prima esperienza con i palloni?” “Se intendi dal punto di vista di sesso feticista – disse lei – si, ma ti dico che quando ero ragazzina con Gianni, che era mio coetaneo ci divertivamo un mondo a gonfiarli e utilizzarli con il senno di adesso in modo malizioso. Io mi mettevo a mò di tette dei palloncini sotto il maglione e lui che gonfiava un salsicciotto mi diceva “guarda che lungo” ma ti ripeto lo facevamo senza malizia perché a sei anni non pensavamo di certo al sesso! Un altro dei nostri giochi preferiti era fare la gara a chi lo faceva scoppiare prima gonfiandolo con la bocca; inutile dirti che vinceva sempre lui !!” e tu? “Io quando avevo nove anni andai a casa di Mario, ne uscii con due palloni legati ai codini e con cinque sgonfi, da quel giorno ogni volta che entravo in un negozio di giocattoli e mia mamma Paola voleva regalarmi un giocattolo, di solito una bambola, io le chiedevo sussurrandole all’orecchio, che oltre alla
bambola avrei gradito una confezione di palloni. Lei un po’ imbarazzata diceva al commesso che oltre alla bambola, avrebbe preso due confezioni di palloni, una per me e una per lei perché in fondo in fondo era ancora una bambina e ogni tanto si divertiva a gonfiarne uno. specialmente quelli con la faccia del clown Poi tornate a casa aprivamo le buste dei nostri ‘tesori’ li stiravamo per bene e iniziavamo a gonfiarli insieme guardandoci negli occhi fino a che la dimensione del pallone ce lo consentiva! Poi mia madre se lo toglieva dalla bocca e altrettanto facevo io, mi guardava con dolcezza e mi diceva: “tu che ormai sei diventata esperta pensi che possa gonfiarlo ancora di più? “E io confrontandolo col mio vedevo che non si era gonfiato fino all’imboccatura le dicevo di si, che il pallone non sarebbe scoppiato e che tutto sommato gli faceva piacere di diventare grosso, grosso per poi essere abbracciato e baciato quando avesse raggiunto le dimensioni massime e legato. Mamma arrossiva un po’, mi accarezzava i capelli e insieme riprendevamo a gonfiare! Ad un certo punto guardavo il suo pallone, le dicevo di fermarsi e mi fermavo anch’io, poi annodavo il mio e lei mi chiedeva di annodare il suo perché diceva che avevo le dita piccoline, le mie unghie erano corte mentre con le sue avrebbe rischiato di farlo scoppiare. Chiuso anche il suo, mi stampava un bacio sul nasino, mi diceva grazie, dava un bacio al mio e al suo pallone poi un colpetto a tutti e due e ci divertivamo a farli volare per un quarto d’ora, poi me li consegnava legati con un elastico e mi diceva di andare in camera mia a studiare, li legava alla spalliera del letto in maniera che avrebbero vegliato su di me e sui miei sogni di bambina. Fatto questo, entrava nella sua camera da letto, metteva la sua confezione di palloni dentro il cassetto del comodino nella parte dove dormiva lei. Ad una certa ora arrivava papà dal lavoro e a tavola prima di mangiare chiedeva alla mamma: “che cosa hai regalato alla Michela per quel bel voto preso a scuola ieri?” Mia mamma rispondeva:” una bambola…” e io che ero di una sincerità disarmante continuavo la frase “e due buste di palloni belli grossi…uno per me e uno per lei !!” Al termine della mia frase, mamma diventava tutta rossa e mio padre per toglierla dall’imbarazzo la baciava sul naso e le diceva:” cara la mia bambina che alla sua età si diverte ancora a giocare con i palloni…”. Ridevamo tutti e tre, conclusa la cena papà mi accompagnava a letto, mi metteva sotto le coperte mi dava il bacio della buona notte spegneva la luce e dopo qualche minuto mi addormentavo!” In quel momento mi ricordai che per mezzogiorno sarebbe arrivata mia madre in quanto l’avevo invitata a pranzo! Guardai l’orologio e mi accorsi che dal momento che ero arrivata a casa al momento che avevamo concluso la seconda parte del filmato erano passate 3 ore. Erano le 10 e mezza e io non avevo ancora preparato il pranzo e non avevo ripulito il pavimento della cucina dai brandelli dei palloni. Guardai Marina e le dissi:” a proposito di mia mamma, arriverà qui per mezzogiorno, dovremo pensare a girare la terza parte del nostro filmato in seguito…” “vuoi che ti aiuti a sistemare la stanza e preparare il pranzo?” “Si – dissi io – saresti un tesoro ma ad un solo patto: ti devi fermare qui da me a pranzo, conoscere mia mamma e poi se ti va quando ti sarai stufata di parlare con lei, potrai finalmente ritornare a casa!” “Ok – disse lei – tanto quando esco da qui non avrò paura d’incontrare Gianni, mi aveva detto che andava a trovare un ‘amico’ fotografo e sarebbe ritornato in tarda serata “Ci venne da ridere ad entrambe pensando che sia Mario e Gianni stavano a ‘masturbarsi’ il cervello guardando le foto e i filmati che ci avevano fatto la sera prima! Neanche a farlo apposta nel medesimo momento ci arrivò un messaggio sui nostri cellulari con allegata una foto. Nel mio SMS c’era la foto di Mario con la scritta: “mia ‘passerina’ ti voglio rivedere al più presto! Mi manchi !!!” e su quello di Marina la foto di Gianni con scritto:” mia ‘patatina’ ti voglio rivedere al più presto! Mi Manchi !!!” ridemmo per un quarto d’ora e le dissi: ” gli uomini, che scarsa fantasia ! L’unica cosa che hanno cambiato è il modo in cui ci chiamano: ‘patatina-passerina’ “adesso mi verrebbe la voglia di dargli una lezione!” Prendemmo i nostri cellulari, ci mettemmo sullo sfondo del grappolo di palloni ci scattammo una foto assieme guancia a guancia con le lingue di fuori a mo’ di sberleffo e scrivemmo quasi uguale io: ” Pisellino, ti presento la mia amica Marina, trascorri un buon pomeriggio in compagnia del tuo amico, io devo cucinare per mia mamma che odia i cellulari, pertanto non messaggiarmi né chiamarmi, lo spengo e ci sarà in funzione solo la segreteria telefonica!” Lei scrisse: “Pistacchio, ti presento Michela la tua vicina di casa, resto a pranzo a casa sua! Passa un buon pomeriggio assieme al tuo amico, devo spegnere il cellulare perché sua mamma che verrà fra poco li odia; se ti va, lascia un messaggio alla segreteria telefonica e con calma ti richiamerò stasera !” Ridemmo come due pazze pensando alle loro facce, prememmo in contemporanea il pulsante d’invio, spegnemmo i cellulari e ci mettemmo all’opera per sistemare casa. Pulimmo per terra i brandelli dei palloni scoppiati e li buttammo nel cestino delle immondizie, svuotammo il portacenere, aprimmo la finestra per aerare l’ambiente, prendemmo ognuna il suo grappolo di palloni piazzandoli in camera mia assieme a telecamera e cavalletto. Aprii il cassetto della scrivania e ci misi le due buste di palloni che ci erano state regalate. Poi lavammo le tazze della colazione, pulimmo il tavolo e decidemmo di andare a farci una doccia; eravamo decisamente
sudate, puzzolenti di tabacco e sapendo che mia madre aveva un odorato finissimo, la cosa che obbligatoriamente dovevamo fare era di presentarci pulite e profumate al suo cospetto. Tirai fuori dall’armadio due paia di slippini e due reggiseno (Marina aveva per fortuna la mia stessa taglia), buttammo in lavatrice i nostri panni sporchi, poi prima d’entrare per prima in doccia fui presa dal panico: avevo un boiler elettrico e la mia doccia che sarebbe durata almeno 20 minuti avrebbe consumato tutta l’acqua calda e la seconda di noi avrebbe dovuto sopportare un’acqua gelida! Pazienza pensai dentro di me e dissi a Marina: “vai prima tu” “perché? “- rispose lei- le dissi quali erano i problemi con la doccia e lei rise di gusto dicendo: “ci siamo scambiati oggi almeno 4 baci saffici, ieri abbiamo fatto le pornostar con i nostri ragazzi e tu ti preoccupi di fare una doccia assieme, nude come mamma ci ha fatto, con i nostri bei corpicini che hanno da poco scoperto le gioie del sesso ?” Questa volta risi io di gusto alla battuta di Marina, le presi la mano, aprii la porta della doccia, feci scorrere l’acqua del docciatore stando attenta che non fosse troppo calda, versai il bagnoschiuma sulla spugna indirizzai il getto dell’acqua sul suo viso e incominciai ad insaponarla tutta iniziando dalla faccia, passando ai suoi seni con una paura di farle male. Mi guardò un attimo, ed esclamò: ”Michela, guarda che non sono fragile come quei palloncini che hai in camera tua e che le mie tette non sono rifatte, pertanto applicaci un po’ più di forza!” Risi di gusto e la strofinai con più vigore sia sui seni, sulla pancia, sulla ‘pisella’ e sulle gambe. Poi lei si girò e presi a lavarle il collo, la schiena e il culo. Mi disse:” così va bene, adesso tocca a me!” Incominciò nell’operazione che avevo fatto io indugiando decisamente su di me sia sui seni che sulla ‘pisella’. Le dissi di smettere abbastanza seccata perché quella stimolazione mi faceva provare vergogna …” Ok – disse lei – io ho già fatto l’amore con una donna e so, perché l’ho provato io in prima persona con una donna più matura ed esperta di me, che ti si scatenano sensi di colpa e di pudore quando provi le stesse sensazioni che provi con un uomo! Adesso finiamo di lavarci senza più toccarci e quando saremo meno sensibili e più propense a parlarne vedrai che riderai di ciò, perché per me amore e sesso sono due cose inscindibili, senza amore non c’è sesso e se ti va lo devi fare senza remore psicologiche!” Abbracciai Marina forte, forte e le sussurrai in un orecchio: “tra ieri e oggi ho vissuto delle emozioni molto intense e devo ancora riprendermi, scusami del tono seccato, ti voglio bene come una sorella e forse di più, la baciai sulle guance, finimmo di lavarci i capelli appena in tempo perché l’acqua della doccia incominciava a raffreddarsi, uscite indossammo due accappatoi e incominciammo ad asciugarci a vicenda i capelli col phon. Vidi sul suo volto un velo di tristezza e le volli domandare: “sei triste per colpa mia o per colpa di qualcun altro o per qualcosa?” lei mi rispose. “Quando ti ho incontrata per la prima volta sulle scale e ti dissi che avevo perso la verginità ti dissi una bugia, ma che conteneva una base di realtà! Con Gianni abbiamo avuto ieri sera un ottimo rapporto, ma con il ragazzo che conoscevo prima no! Il ragazzo con cui ho fatto l’amore per la prima volta era stato molto violento nei miei confronti, mi aveva tolto frettolosamente le mutande, mi aveva sbattuto sul letto, si era poi tolto le sue e mi aveva penetrato facendomi un male bestia perché la mia ‘patatina’ non era ancora abbastanza lubrificata. Per noi i preliminari che gli inglesi chiamano petting sono importanti quanto l’atto sessuale vero e proprio non trovi Michela? “Si – dissi io – in effetti con Mario prima di fare all’amore ci sono state carezze, baci, schermaglie amorose e poi quell’aria di romanticismo che pervadeva tutto l’ambiente: le candele, il cibo eccellente, la galanteria del mio compagno, tutto quello che piace a noi ragazze, non trovi?” “Invece quella mia prima esperienza di sesso è stata un disastro per me! Il ragazzo mi è ‘venuto’ dentro dopo pochi minuti, è ‘uscito’ quasi subito dopo e mi aveva apostrofato con le seguenti parole:” hai goduto brutta troia? Che ne dici di prepararmi un caffè e fra un’oretta, dopo che mi sono ripreso, farmi un bel pompino?” Io repressi la rabbia che avevo dentro, andai in cucina a preparargli il caffè, e quando ritornai glielo versai tutto sul suo pisello (non l’avevo fatto bollente perché non volevo rovinarlo per sempre). Cacciò un urlo come se avesse subito un’ustione di terzo grado e disse :”Brutta puttana, se ti prendo ti strangolo !” si alzò dal letto, mi mise le mani sul collo ma io gli aggiustai una ginocchiata al basso ventre come mi aveva insegnato un maestro di autodifesa in un corso comunale organizzato per noi donne, poi gli storsi il braccio portandoglielo dietro la schiena e gli dissi: “se adesso non ti rivesti e vai via in fretta e furia, questo braccio te lo spezzo in un attimo; chiedimi scusa per avermi chiamato ‘brutta troia’, cancellami dalla tua rubrica telefonica, non farti più vedere e quanto ai pompini, fatteli fare da tua sorella ! Ritieniti fortunato che non chiamo il comando di polizia qui vicino e ti denuncio per stupro così passi un po’ di tempo in loro compagnia a fare esami tossicologici per vedere quanta coca ti sei sniffato e quanto alcool hai nel sangue! Con Gianni è stato diverso, mi aveva chiesto se l’aiutavo a fare delle traduzioni dall’inglese all’italiano di racconti che aveva scaricato da internet che riguardavano i palloni, ne tradussi due o tre e
quando li rilessi ci eccitammo entrambi, però prima facemmo un bel pranzo a base di carne e al pari tuo a lume di candela! Alla fine mi porse un pallone sgonfio ne prese uno anche lui e mi disse di gonfiarlo per vedere se poteva provocarmi eccitazione sessuale. Era un bel pallone di colore blu con la faccia di un clown e lo gonfiai con gioia, sia perché Gianni si era eccitato e anche io lo ero ! Il resto lo sai perché te l’ho raccontato tutto per filo e per segno. Ripeterei volentieri tutto d’accapo. “Ci rivestimmo in maniera informale, guardai l’orologio e vidi che erano le 11:15 e dissi a Marina: ”forse ci è rimasto del tempo per completare i nostri filmati, quando avremo finito anche il terzo, scenderò nel negozio di gastronomia che c’è in strada per prendere qualcosa di buono, non ho il tempo di cucinare e quando cucino io mia mamma trova sempre da ridire!” “Va bene, come intendi organizzare il prossimo filmato?” “Seguimi in camera mia e te lo mostrerò. Entrammo in camera, piazzai la videocamera sul cavalletto che riprendesse il letto, dissi a Marina di distendersi e di rimanere in mutande e reggiseno, presi dalla busta due palloni, uno glielo diedi e l’altro lo tenni per me. Anch’io rimasi in mutande e reggiseno, mi misi alle sue spalle a gambe aperte, le consegnai due palloni già gonfi e ne presi due per me. Diedi a Marina le istruzioni parlandole nell’orecchio, con il telecomando avviai la telecamera, e lei iniziò:” ciao Gianni, ciao Mario adesso io e Michela vi mostreranno come le ragazze sanno divertirsi con i palloni anche senza di voi! Adesso comincio io poi terminerà Michela.” Prese il primo pallone, con un colpetto leggero lo fece volare e quando ricadde lentamente, con la puntina da disegno che aveva raccolto dal mio tavolo, lo fece scoppiare ridendo. Il secondo fece la stessa fine solo che non fu rapida: con la puntina nelle sue mani percorse dolcemente tutta la superficie del pallone per poi alla fine farlo scoppiare. Prese poi il pallone sgonfio lo stirò per bene, lo mise sulle labbra, leccò l’imboccatura la mordicchiò due volte, prese un piccolo fiato ed incominciò a gonfiarlo per poi bloccarsi, sgonfiarlo e poi riprendere. Quando lo ebbe gonfiato per un quarto si arrestò e rivolta alla telecamera disse: “adesso Gianni ti mostrerò come una vera donna sa gonfiare i ‘palloni’ fino a farli scoppiare!” Dicendo ciò fece il gesto che facciamo noi donne per fare sesso orale con i maschi. Io dissi: “Marina, la smetti di farla così lunga, vuoi iniziare? Io intanto controllerò che tu lo gonfi a regola d’arte!” Senza che potesse immaginare in cosa poteva consistere il mio controllo, le slacciai da dietro il reggiseno, glielo sfilai, presi con le mani i suoi seni ed incominciai ad accarezzarli. Lei rimase decisamente stupita, ma prese il primo grosso respiro ed incominciò a gonfiare il pallone. Gonfiava con un buon ritmo e io ad ogni respiro le massaggiavo i capezzoli in maniera tale che avrebbe provato dei brividi di piacere e dopo qualche minuto sarebbe impazzita dal piacere! Sapevo il fatto mio perché distesa nel mio letto a gonfiare un pallone, per raggiungere un discreto orgasmo me li toccavo anch’io, anche se per accelerarlo una delle mie mani scendeva all’altezza della passerina e la penetrava con il dito indice! Marina ad un certo punto quando il pallone aveva raggiunto metà delle sue dimensioni si arrestò volse la sua testa verso di me e disse: “lo sto gonfiando per benino ?” e io :”si, sei bravissima a gonfiare questo ‘pallone’, ricordati che all’inizio puoi andare abbastanza veloce, poi quando lo sentirai che tenderà a gonfiarsi attorno alla tua bocca, dovrai rallentare e quando ti accorgerai che è diventato duro duro, basterà che tu scarichi dentro di esso tutta l’aria che hai nei polmoni e lui finalmente scoppierà, sentirai prima uno schiocco sulla bocca e poi uno scoppio assordante e se ho seguito un ritmo giusto nel mio massaggio inarcherai la schiena e forse caccerai un grido ! Scommettiamo?” “Ti credo” disse. Io ricominciai a massaggiarle i capezzoli ad un ritmo pari alla velocità con cui gonfiava il pallone e quando incominciò ad espandersi e a premere l’imboccatura sulla sua bocca e lei lo circondava con le sue mani per tenerlo fermo pressato sulla sua bocca rallentai di molto il massaggio, ma avvicinai la mia bocca sul suo orecchio, le mordicchiai il lobo, le sussurrai dolcemente: “lo stai facendo impazzire, fra poco non ne potrà più e scoppierà dal piacere !” pensavo infatti che Gianni vedendo questo filmato che gli avremmo spedito per posta elettronica si sarebbe masturbato o avrebbe gonfiato anche lui al massimo un suo pallone ! I suoi seni erano turgidi e duri, e io per aumentarle il piacere incominciai a baciarle il collo. Marina ad un certo punto inarcò la schiena, prese un forte respiro col naso e rilasciò tutta quell’aria dentro quell’enorme pallone. Lo scoppio fece vibrare la finestra della camera, ondeggiare il lampadario e tintinnare lo scaccia spiriti che vi era appeso. Continuai a baciare Marina sul collo e a massaggiarle i seni, ansimava e sentivo che il suo corpo era scosso da fremiti. Disse ansimando “è stato bellissimo e se un giorno sia tu che io, ai maschi preferissimo le donne, io sarei la tua anima gemella! Se ti do un altro bacio sulla bocca ti dà fastidio?” “No – risposi io – dopo quello che mi hai detto prima non ho più remore. Accostammo le nostre labbra le aprimmo e le nostre lingue si congiunsero in un girotondo che durò tre minuti. Poi restammo sfinite ad accarezzarci tutte. Ad un certo punto si bloccò e disse: “adesso è il tuo turno, però per condurre le ‘danze’ ci penserò io!” Mi chiese di darle i due palloni, mi slacciò il reggiseno e mi lasciai togliere anche le mutandine, prese i due palloni e me li piazzò sui soliti codini che avevo creato sui miei capelli e mi sussurrò nell’orecchio:” adesso tocca a te di far impazzire il tuo Mario, mettici impegno!” detto ciò mi consegnò un pallone sgonfio, mi baciò sui capezzoli, sull’ombelico e poi scese molto in basso fino alla mia passerina. Prima che iniziasse la sua azione dissi verso la telecamera:” Mario, anch’io come Marina con il suo ragazzo, vorrei rifare con te del sesso orale, adesso chiudi gli occhi, immagina sia accanto a te, che questo pallone sia il tuo pisello e io sarò la tua ‘bambina’ che lo gonfierà fino a farlo scoppiare! Sei pronto? “Accarezzai col pallone i miei seni, lo avvicinai alla bocca leccai l’imboccatura, accarezzai la testa di Marina per farle sapere che poteva incominciare, chiusi gli occhi e stetti ad ascoltare i messaggi che dava il mio corpo. Lei prima baciò la mia passerina e io misi in bocca il pallone, poi quando incominciò ad introdurre la sua lingua nelle mie grandi labbra iniziai a gonfiare. Anch’io percepii che lei andava ad un ritmo accelerato simile a quello che adottavo per gonfiare il pallone. Dopo quattro respiri profondi il pallone era arrivato alla metà delle sue dimensioni, e guardandolo con amore (era uno dei miei preferiti con la faccia da clown) lo strofinai sui miei seni massaggiando i capezzoli con l’imboccatura e poi offrendolo alla mia amica Marina perché ci desse una gonfiata e mi facesse riposare la patatina che cominciava ad essere stuzzicata dalla sua lingua. Quando glielo passai le dissi “dacci una bella gonfiata senza farlo scoppiare, se ti va anche un bacino, ma poi ridammelo, solo i miei baci e le mie carezze lo faranno contento e lo renderanno innamorato folle al punto di morire per il mio amore!” Marina lo aveva gonfiato e baciato facendogli raggiungere le dimensioni normali e me lo aveva consegnato come si consegnava un oggetto prezioso, poi si era immersa con la bocca nella mia Lei e aveva continuato a baciarla e leccarla. Io presi il mio pallone-pisello virtuale e incominciai a gonfiarlo come avevo fatto con il pisello di Mario. Respiri profondi e gonfiate profonde, poi respiri brevi e gonfiate brevi. Ogni tanto lo staccavo dalla bocca, lo accarezzavo, baciavo la sua faccia da clown sorridente, passavo la sua superficie sui miei seni che cominciavano ad irrorarsi e inturgidirsi e lo rimettevo in bocca per gonfiarlo nuovamente. Marina continuava a immergersi come un subacqueo nella mia patatina ed essendo donna sapeva quali punti doveva toccare con la sua lingua. Ad un certo punto stavo per ‘scoppiare’ prima che scoppiasse il pallone, ormai l’imboccatura circondava le mie labbra, tendeva a scapparmi dalla bocca e se non usavo i denti sarebbe scappato via per tutta la stanza. Mi ricordai del consiglio di Marina per come farlo scoppiare: prendere un grosso fiato e scaricarlo tutto dentro al momento giusto. Inspirai profondamente, aspettai che lei riuscisse a innescare il mio orgasmo e quando percepii che ero prossima a ‘venire’, soffiai tutta l’aria che avevo nel pallone per farlo scoppiare. Sentii tra le mie mani la superficie del pallone vibrare e poi fu un attimo: uno schiaffo delicato alle mie labbra e uno scoppio ancora più potente di quello di Marina, mi drizzai di schiena e cacciai un urlo potente. I brandelli erano disseminati tutto intorno e ci avevano ricoperto a mo’ di petali di rosa. Lei aveva sollevato la sua testa per guardarmi e le avevo spontaneamente offerto le mie labbra per accogliere le sue. Ci tenemmo strette strette per buoni venti minuti, ci guardammo negli occhi e poi lo sguardo mi cadde sull’orologio a parete. Erano le 11:45, fra un quarto d’ora sarebbe venuta mia madre, Che cosa sarebbe successo se mi avesse trovato a far l’amore con una donna? Sentii però un beep al secondo cellulare che possedevo, il cui numero lo davo solamente agli amici e ai parenti più stretti. C’era un SMS, era di mia madre e c’era scritto: “scusa ma farò tardi, arriverò alle 13:00!” Tirai un respiro di sollievo, mostrai il messaggio al cellulare a Marina, andai a spegnere la telecamera. La presi per mano e andammo di nuovo in doccia. Durante il tragitto mi fece scoppiare i palloni che avevo legato ai capelli e io le dissi stizzita :” lo sai che sei una grossa ‘rompipalle’?” “Si lo so”, ridemmo di gusto, entrammo nella doccia e ci lavammo
nuovamente. Asciugate e rivestite infilammo un paio di scarpe scendemmo in strada a fare un po’ di spese per il pranzo nel negozio di gastronomia aperto anche domenica , scegliemmo degli arancini di riso, olive ascolane, porzioni di pasticcio, cotolette alla milanese, una grossa porzione di tiramisù, due bottiglie di vino rosso una di limoncello, e al distributore automatico, delle sigarette. Tornate in casa, raccogliemmo da terra i brandelli dei palloni scoppiati, apparecchiammo il tavolo, lei aprì il suo pacchetto di sigarette ne prese una, l’accese e io che avevo raccolto cinque palloni mi allontanai,proteggendoli ma lei con cattiveria ne fece scoppiare quattro ! Subito le dissi: “perché hai voluto farli scoppiare, erano così belli ?!” “Per non far sapere a tua mamma,la nostra passione per i palloni, li ho dovuti sacrificare !”. Le sorrisi :“ Marina quando mamma sarà andata via, li rimpiazzerai con quattro dei tuoi, gonfiati al massimo e io mi fumerò una sigaretta ascoltando il brano ‘E’ Tanto Facile !!” Mi guardò e sorrise con malizia, aspirò del fumo dalla sigaretta, iniziò a canticchiare: “ Prendilo come ti capita, gonfialo e dopo pungilo e lui fa BUUUUM !” colpendo con la sigaretta il mio ultimo pallone e disse: “ Michela ci saranno altri bei palloni da gonfiare assieme e potrai farli scoppiare anche tu !”

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