Looner 1 Marina e Gianni

Looner 1 Marina e Gianni

Marina e Gianni
Gianni quel giorno mi aveva dato un colpo di telefono al cellulare e chiesto di andare a casa sua per aiutarlo nella traduzione in italiano di racconti in inglese che aveva scaricato da internet. Siamo amici d’infanzia e dopo aver frequentato assieme le scuole medie inferiori, ognuno ha scelto differenti strade. Io ho frequentato il liceo linguistico e lui quello scientifico, ma non abbiamo mai perso tra noi un contatto, perché siamo rimasti buoni amici! Io sono bionda, alta un metro e ottanta, ben proporzionata nei punti giusti e lui è un ragazzone alto quasi 2 metri. Nel periodo delle medie inferiori avevamo avuto anche un rapporto che poteva sconfinare in amore, ma forse la timidezza di entrambi non ci aveva spinto oltre qualche dolcissimo bacio e qualche carezza. Adesso io frequentavo un corso di recitazione e Gianni si occupava di costruire siti web per amici e ultimamente stava aiutando un suo amico fotografo di nome Mario a costruirne uno. Era grosso modo la terza volta che andavo da lui che viveva in un residence e per le scale avevo sempre incontrato una bella ragazza di nome Michela castana con occhi chiari come i miei che abitava sul suo stesso pianerottolo ed avevamo scambiato sempre quattro chiacchiere prima di entrare, io nell’appartamento di Gianni, e lei nel suo. Siccome il mio amico mi accoglieva sulla porta dandomi un abbraccio caloroso e un bacio sulla bocca a labbra chiuse, forse si era convinta che fossimo fidanzati! Nei primi due incontri Gianni mi aveva specificato a grandi linee che sito avrebbe dovuto costruire ma io con internet non avevo tanta dimestichezza e le volte che lo avevo usato era per fare ricerche di lavoro o siti umoristici per prendere spunto di battute che avrei dovuto recitare con il mio gruppo nelle prove teatrali. Mi disse che era un sito ‘looner’ e per quel termine si intendeva coloro che si eccitavano nel gonfiare o vedere gonfiare dei palloni; rimasi sorpresa a saperlo, perché sapevo solamente di feticisti dei piedi, delle scarpe, delle mutandine da donna etc. ma di gente che si eccitasse con i palloni non ne sapevo niente. Mi fece visionare il primo racconto dal titolo Anime Gemelle e quando terminai di tradurlo mi ringraziò moltissimo. A leggere il testo, mi sembrò un bel racconto e a differenza di altri racconti più esplicitamente sessuali, che descrivevano per filo per segno l’atto sessuale, era decisamente soft e lasciava spazio all’immaginazione di quello che sarebbe successo nella camera di Ashley insieme a Neil. Guardai con dolcezza Gianni e gli domandai a brutto muso: ”sei un ‘looner? Uno che si eccita nel vedere una donna che gonfia un pallone?” Lui rispose arrossendo: “si, solo che finora non ce n’è mai stata una che davanti a me lo facesse dal vivo! Per il momento ho scaricato da Internet moltissimi filmati che mi fanno eccitare. Posso mostrartene uno? “si, volentieri risposi io” Gianni ne selezionò uno e mi mostrò una bella bionda che cominciava a stirare con le mani un pallone, afferrava con i denti l’imboccatura e poi lentamente incominciava a gonfiarlo fino a farlo scoppiare! Direi sembrava facesse al pallone quello che in termine americano si chiama blowjob e in maniera forse un po’ più volgare, nella nostra lingua chiamiamo ‘pompino’ o in termini scientifici ‘fellatio’. Vedevo che Gianni era diventato rosso in viso e alla fine del filmato sembrava decisamente imbarazzato. Siccome eravamo amici da tanto tempo, per toglierlo dall’imbarazzo e dirgli che non l’avrei canzonato per quel suo modo di concepire il rapporto sessuale usando un feticcio, gli sussurrai in un orecchio: “scommetti che sono più brava io a gonfiare un ‘pallone’ e più sexy di quella lì? Ne hai per caso uno con te? “Gianni estrasse un bel pallone giallo dalla sua tasca, me lo consegnò, io come una ragazzina gli diedi un bacio sulla bocca e sentendo che teneva le labbra serrate con la lingua gliele aprii dandogli un bel french kiss! Gli dissi: ”grazie, per il bel pallone, vedrai come lo farò diventare grosso e magari scoppiare, è da un sacco di tempo che non ne gonfio uno e se devo fare un piacere ad un vecchio amico d’infanzia lo farò volentieri!” Lui mi guardò con dolcezza e poi disse:” mi permetti di farti qualche foto o una ripresa con la mia telecamera? Prometto che non metterò niente in internet che possa darti fastidio o possa metterti in imbarazzo, anzi alla fine deciderai tu se cancellarlo o tenerne qualcosa!” “Ok – dissi io – riprendimi e io inizio lo spettacolo “. Siccome stavo facendo dei corsi di recitazione, iniziai esordendo nel mio primo filmato amatoriale con la voce più suadente e sexy che potevo: ”Ciao a tutti i loonerini che mi stanno guardando, il mio nome è Marina ed oggi gonfierò per voi questo bel pallone e se mi direte di si lo farò scoppiare. Mi scuserete se non sarò all’altezza di altre ‘loonerine’ che avete visto in internet, ma per me è la prima volta che lo faccio davanti a tanti spettatori, e spero di accontentarvi tutti !” detto così, presi il pallone, lo stirai dicendo :”il mio istruttore mi ha detto di fare così !” poi misi l’imboccatura di traverso ai miei denti la leccai con la lingua introducendola all’interno, poi incominciai a gonfiare, ad un certo punto lasciai uscire l’aria ed esclamai “non si vuole gonfiare, devo metterci più impegno !” presi allora un bel respiro e gonfiai con quanto fiato avevo in corpo. Il pallone divenne grosso come un melone, me lo tolsi di bocca lo guardai e lo rimproverai: “sei un cattivo pallone, perché non vuoi che ti gonfi al massimo? Hai paura che ti faccia del male? Collabora e diventa bello grosso per me e per i miei amici!” Sapevo che il momento iniziale per gonfiare un pallone era di vincere la resistenza che faceva per espandersi, ma da brava attrice stavo dando il meglio per tenere sulle spine il mio pubblico. Ripresi in bocca il pallone, gli diedi due gonfiate potenti, sentii la sua superficie espandersi, lo ripresi tra le mie dita e gli dissi: “adesso sì che stai collaborando, ti meriti un bel bacio!” Lo baciai e siccome era un pallone di colore giallo ed io mi ero messa un rossetto di colore rosso fiamma, l’impronta delle mie labbra risaltarono sulla sua superficie. Continuai a gonfiare con un buon ritmo e cominciai a sentire caldo, sarà che Gianni mi aveva offerto del caffè o che le luci del suo studio erano potenti, ma incominciai a sudare. Mi bloccai, gli diedi il pallone e incominciai a sbottonarmi i bottoni del golfino che indossavo. Tolto questo, rimasi in reggiseno e mi feci ridare il pallone. Prima di rimetterlo in bocca diedi un’occhiata ai calzoni della tuta del mio amico e mi accorsi che stava avendo un’erezione. Continuai a gonfiare con maggiore piacere e sarà stato a causa dell’aria che inspiravo e espiravo dentro il pallone, anch’io sentivo che qualcosa si stava gonfiando nel mio corpo: i miei seni! Rivolta alla telecamera dissi: “mi sto accorgendo che oltre al pallone si sta gonfiando anche qualcos’altro, vorrei controllare con la mano!”. Vidi arrossire Gianni, quando allungai la mia mano ed entrai dentro nei suoi calzoni per afferrargli il pisello. Era dritto, turgido e molto caldo! Rivolta al pallone dissi:” bel birichino che sei, oltre a gonfiarti tu, hai fatto gonfiare il pisello del mio regista e anche i miei seni.” Mi slacciai il reggiseno, glielo consegnai dicendo:” controlla se non è vero!” Presi la sua mano e gliela appoggiai prima al seno sinistro, poi a quello destro poi gli dissi: “adesso vorrei ‘gonfiare’ anche qualcos’altro, ma dovrò lavorare con una mano sola, perché con l’altra dovrò tenere incollato alle mie labbra il pallone; c’è un sistema perché possa avere tutte e due le mani libere? ““Si, rispose lui, a suo tempo guardando un filmato da internet, ho visto una modella che applicava una valvola di plastica all’imboccatura del pallone, e le permetteva di gonfiarlo facilmente, senza che l’aria introdotta potesse uscire, adesso te ne do una.” Aprì un cassetto della sua scrivania ed estrasse tre boccagli di diverso colore: uno giallo, uno verde e uno rosso. Presi quello rosso e lo infilai nell’imboccatura del pallone e quando rilasciai il pollice e l’indice che impedivano all’aria di uscire, il pallone non si sgonfiò. Cominciai allora a gonfiare dal boccaglio lentamente mentre le mie due mani accarezzavano lentamente il pisello di Gianni e lui mi accarezzava i seni soffermandosi sui capezzoli pizzicandoli dolcemente. Io con il pallone in bocca continuavo a gonfiare in maniera lenta e costante facendolo diventare sempre più grosso. Ad un certo punto mi fermai e gli dissi: “ho paura che gonfiandolo ancora, possa scoppiare prima del tuo pisello!” Gianni osservò bene le dimensioni del pallone e disse: “sono degli ottimi palloni, vedrai che quando si ingrosserà il collo facendolo diventare simile ad una grossa pera, tu farai fatica ad introdurci aria nonostante il boccaglio e sarà il momento giusto: dovrai prendere un grosso respiro e scaricargli tutta l’aria che hai nei polmoni, allora sì che scoppierà! Comunque ti avviserò io quando sarà il momento!” Continuai a muovere una mano sul suo pisello che sentivo sempre più duro e più grosso. Man mano continuavo a gonfiare, stupendomi di quanto grande stava diventando il pallone, ormai il collo si era ingrossato e come aveva detto il mio amico era sempre più faticoso gonfiarlo. Mi fermai per ammirarlo: era giallo trasparente e attraverso la sua superficie potevo vedere la faccia di Gianni che era prossimo a ‘venire’. Lui nell’accarezzarmi i seni mi faceva provare dei brividi di piacere che raggiungevano la mia passerina facendomi venire la voglia di toccarmi, solo che per farlo avrei dovuto mollare la presa sul suo pisello. Ebbi un’idea: tenendo il pallone in bocca, con la mano sinistra guidai la mano destra del mio amico sulla mia patatina e gli posizionai il dito indice sul mio clitoride cercando d’insegnargli velocemente il movimento che facevo io quando volevo masturbarmi! Notai subito che non era tanto esperto, ma guidando il suo dito col mio incominciò a ‘titillarmi’ nella maniera giusta. Mi tolsi poi il pallone con la mano e gli dissi: “anch’io non sono esperta riguardo i movimenti da fare per eccitarti, sto procedendo correttamente?” “Si – disse lui – se continui così fra un minuto o due raggiungerò l’orgasmo!” io mostrandogli il pallone:” devo per forza farlo scoppiare? Guarda quanto è bello e grosso, mi verrebbe voglia di sgonfiarlo un po’, di annodarlo e farlo volare in alto …” disse lui: “oggi ti sei scoperta come loonerina non-popper; devi sapere che il gruppo dei ‘looners’ è suddiviso in due gruppi distinti i ‘poppers’ e i ‘non-poppers’ i primi adorano far scoppiare i palloni nelle più diverse maniere, i secondi no, ci giocano, poi li sgonfiano e li conservano per usi futuri. Se purtroppo gli succede di farli scoppiare è quasi sempre in maniera accidentale. Non ti preoccupare di cosa farai di quel pallone quando arriverò all’orgasmo; sarà sempre stata la nostra prima esperienza di coppia di ‘loonerini’. Se ti piacerà, la prossima volta ne faremo di altre, e ti lascerò libera come adesso di fare quello che ti dice il tuo istinto o i tuoi sentimenti! Ricordati che il pallone è solo uno strumento per giochi erotici, ma quello che conta sono solo i sentimenti che proviamo l’uno verso l’altra!” le sue parole mi fecero commuovere e dissi:” ci conosciamo dai tempi delle elementari e siamo stati insieme fino alle medie inferiori poi abbiamo frequentato dei licei diversi, ma all’epoca ti consideravo il mio fidanzatino ufficiale anche se tu ti limitavi a darmi qualche bacetto perché eri troppo occupato a giocare a calcio o a studiare. In cuor mio sapevo che mi volevi bene e quando mi hai chiamato qualche giorno fa sono stata felice perché tra tutti i ragazzi che ho conosciuto finora eri il più dolce e buono! Ma bando alle smancerie, continuo a gonfiare!” Diedi ancora due gonfiate leggere al pallone e l’imboccatura si riempì al massimo, ma non scoppiò. Sentii però che il pisello di Gianni era diventato durissimo e dopo un attimo lui ebbe l’orgasmo eiaculando in maniera potente e copiosa. Allora gonfiai con tutto il fiato avevo in corpo, ma il pallone non ne volle sapere di scoppiare, anch’io stimolata dal movimento delle dita del mio amico ebbi il mio orgasmo, cominciai ad ansimare e tremare tutta! Mi tolsi il pallone dalla bocca e baciai con passione il mio amico, restando incollata alle sue labbra per almeno tre minuti. Poi rivolta al mio enorme pallone dissi:” adesso ti sgonfio un po’ e ti le…” non feci tempo a terminare la parola ‘lego’, che scoppiò fra le mie dita con un botto assordante, spargendo frammenti di lattice tutto attorno! Ridemmo dal nervoso tutti e due e Gianni esclamò: “anche lui ha avuto il suo orgasmo!” “Poverino – dissi io – ha resistito fino all’ultimo!”. Spense la telecamera, disse che voleva fare una doccia e io gli dissi che l’avrei fatta volentieri insieme a lui. Ci togliemmo la tuta (me ne aveva offerta una delle sue perché voleva che stessi a mio agio in casa sua) ci lavammo e dopo esserci asciugati e rivestiti, vista l’ora (erano le sette di sera) mi propose di andare a mangiare una pizza sotto casa. Io accettai di buon grado, durante tutta la serata chiacchierammo di argomenti vari; io gli parlai delle mie esperienze teatrali e lui di quelle della creazione di siti web, la pizza non era niente male e tra un boccone e l’altro ci scambiammo degli sguardi da innamorati. Quando fu il momento dei saluti, alla fermata dell’autobus Gianni mi consegnò una busta di carta dicendomi di aprirla al mio arrivo a casa, mi diede appuntamento per due giorni dopo, io lo baciai con la passione di una innamorata sentendomi ricambiata con altrettanto trasporto. All’arrivo a casa mi spogliai, mi misi il pigiama e con la mia busta segreta mi misi sotto le coperte, l’aprii e dentro ci trovai 5 palloni con cinque boccagli ed un messaggio scritto che diceva: “per il mio amore affinché si alleni…con affetto Gianni!”. Il giorno dopo mi svegliai con accanto 5 palloni ben gonfiati, andai direttamente a fare una doccia, poi presi la macchina fotografica impostai l’autoscatto e utilizzando i 5 palloni mi scattai delle foto sia in primo piano del viso che di tutto il corpo nudo, ‘nascosto’, si fa per dire da tre palloni neutri e lasciavano vedere tutto. In seguito le foto le avrei portate a Gianni affinché le visionasse e le inserisse nel sito che stava costruendo per il suo amico. Gli volli comunque dare un assaggio di come erano venute spedendole per posta elettronica al suo indirizzo e-mail; mi arrivò subito una risposta: “sono bellissime amore mio! Hai impegni oggi pomeriggio? Non vedo l’ora di rivederti!” Gli risposi in un attimo:” no, va bene per le 15?” E lui “perché dobbiamo scriverci in Internet, quando ho una voglia pazza di sentire la tua voce?” 30 secondi dopo mi squillò il cellulare e restammo a parlarci per un quarto d’ora e fui io a dirgli di sganciare la linea perché dovevo sistemare casa e contattare gli amici del teatro per sapere in che date dovevamo incontrarci per le prove del nostro nuovo spettacolo. Alle 15 in punto arrivai a casa sua, incontrai sul portone Michela la sua vicina che mi salutò, suonai il campanello e Gianni mi aprì immediatamente, mi fece accomodare nel suo studio dopo avermi baciato per 5 minuti sulla bocca e sul collo in una maniera talmente dolce che se non mi fossi trattenuta l’avrei spogliato e disteso nel letto per ‘farmelo’ !!! Aveva tappezzato le pareti del suo studio con una quarantina di palloni messi a gruppi di quattro creando un ambiente coloratissimo d’effetto. Il computer era già acceso e tradussi il racconto in Inglese La prima volta, poi passai a tradurre Natale. Anche questi raccontini mi piacquero perché raccontavano in maniera poetica le esperienze sessuali di un ‘looner’ e avevano una dose di humor prettamente anglosassone. Nelle traduzioni che feci e lo dissi subito a Gianni, ci misi anche qualcosa di mio, arricchendole o continuandole anche se per certi versi andavano bene così com’erano; ma chi tra i traduttori di racconti da una lingua all’altra a volte si prendono licenze affinché siano graditi al lettore? Lui li lesse attentamente e poi mi domandò: “fumi?” io “ogni tanto fumo , ma sto cercando di smettere ! Perché?” “so che fumare fa male !” “Mi piacerebbe che tu ti accendessi una sigaretta e fumando gonfiassi un pallone…” “si, però anche tu devi farmi compagnia e devi gonfiare un pallone!” “Ok disse lui” prese due palloni uno per se e l’altro me lo diede in mano. Io presi dalla mia borsetta il pacchetto di sigarette e l’accendino, aprii il pacchetto ne presi una, consegnai l’accendino a Gianni e gli dissi: “fai il cavaliere, accendimela!”. Quanto mi faceva piacere che me la accendesse un ragazzo! Afferravo le sue mani con le mie, avvicinavo la sua punta alla fiamma, aspiravo con voluttà e soffiavo il fumo in alto. A volte facevo apposta a cercare con difficoltà dentro la mia borsa l’accendino, perché speravo che qualcuno dei ragazzi me l’accendesse; era un modo come un altro per chiacchierare e sedurre! Me l’accese e io aspirai ed espirai soffiando il fumo in alto. Lo guardai mentre aveva già infilato in bocca il pallone incominciando a gonfiarlo e, facendogli vedere la punta incandescente dissi: “sigarette accese e palloni gonfi non vanno proprio d’accordo tra di loro, sei proprio sicuro di voler gonfiare quel pallone mentre io fumo? “ “si, correrò questo rischio e se per ‘sbaglio’ me lo farai scoppiare vedrai che non mi arrabbierò!” gli feci l’occhiolino, aspirai una boccata ed iniziai a gonfiare il mio molto più lentamente di come lo faceva lui. Gli feci raggiungere la metà delle dimensioni di quello che stava gonfiando Gianni che se avesse dato due gonfiate in più, ero sicura sarebbe scoppiato! Gli dissi:” bloccati un attimo, lascia che anche io faccia diventare il mio pallone grosso come il tuo” e lui “sei una mezza imbranata coi palloni, brava a fare le traduzioni, ma sei una non-Popper di mer…” non fece tempo a terminare la frase che gli colpii il suo pallone con la sigaretta facendolo scoppiare con un botto assordante! Rimase con l’imboccatura tra le labbra stupito che avessi osato fare tanto e alzò una mano come per mollarmi uno schiaffo. Io mi riparai il viso con il pallone, ma quando mi accorsi che invece di uno schiaffo mi arrivava una carezza e la sua bocca veniva in contatto con la mia, allontanai pallone, aprii la bocca per ricevere il suo bacio che fu il bacio più bello che ricevetti e ricambiai: Gianni mi teneva il viso tra le sue mani e la lingua si muoveva intorno alla mia entrando e uscendo simulando un amplesso! Quando ci staccammo mi guardò negli occhi con una dolcezza unica dicendo: “ti ho detto quelle parole perché volevo che tu mi facessi scoppiare il pallone, ma non le penso veramente!” “Adesso -dissi io- per farmi perdonare finirò di gonfiare questo pallone, te lo regalerò e poi ti farò un regalo che spero ti piacerà!” “Quale -domandò lui-?” “Sarà una sorpresa …abbi la pazienza di aspettare.” Spensi la sigaretta e gonfiai il pallone fino a fargli raggiungere una dimensione ottimale, gli consegnai il pallone dicendo che era suo e nel farlo, appoggiai la mia mano sul suo inguine sentendo che aveva il pisello duro. Gli tolsi velocemente sia i calzoni che le mutande e mi apparve il suo ‘Lui’ bello dritto, lo afferrai con una mano, lo massaggiai un po’, poi aprii la bocca, lo baciai, lo leccai tutto e incominciai a lavorarmelo lentamente. Gianni disse: “non mi aspettavo una ‘sorpresa’ di questo tipo…” si mise il pallone fra le labbra, aspirò un po’ del mio fumo poi mi volle baciare e disse: “vorrei andare in camera mia sul mio letto, lì potremmo stare più comodi …” mi prese sottobraccio, e quando arrivammo al letto eravamo completamente nudi! Gianni teneva il pallone in bocca e quando ci posizionammo a 69 sentivo che la sua bocca, con il collo del pallone premeva sulla mia ‘patatina’ facendomi il solletico. Iniziai dolcemente a baciargli il pisello che era caldo e rigido. Era la prima volta che praticavo sesso orale con un uomo ma dalle reazioni che il mio compagno mi trasmetteva, capivo di procedere nel modo giusto. Ogni tanto si toglieva il pallone di bocca, andava in contatto con la mia passerina e io nell’allargare le gambe gli permettevo di immergere la sua lingua all’interno e muoverla sul clitoride. Gianni gonfiava il pallone andando al ritmo di come io gli gonfiavo il pisello e potevo immaginare quanto fosse diventato grosso anche senza vederlo. Ad un certo punto sentii che il suo pisello si contraeva e rilasciava nella mia bocca il suo sperma caldo. Immediatamente il pallone scoppiò e lui urlò dal piacere, immerse la sua bocca nella mia patatina e incominciando a leccarla tutta spingendo la sua lingua all’interno. La posizione in cui stavo era scomoda e gli dissi che avrei preferito distendermi nel letto dalla parte del cuscino. Fatto ciò presi dalla spalliera del letto uno dei palloni che lui aveva legato, tolsi l’elastico che lo chiudeva, lo sgonfiai completamente e cominciai a gonfiarlo seguendo il ritmo che Gianni applicava nel leccarmi la ‘patatina’, all’inizio veloce poi lento, il pallone si gonfiava facilmente e i miei seni si inturgidivano. Tenendolo in bocca incominciai a massaggiarli, mentre lui ogni tanto prendeva fiato, mi osservava gonfiare, allungava le mani e li accarezzava anche lui pizzicando i capezzoli e domandando:” sto andando bene?” “Si –rispondevo io – continua così e vedrai che anch’io potrò ‘scoppiare’ di piacere come sei scoppiato prima tu!” e lui: “forse scoppierà prima il tuo pallone di te, l’hai gonfiato al massimo!” “No caro, ormai sono diventata una loonerina esperta e vedrai che ‘scoppieremo’ assieme!” diedi una spintarella alla sua testa per riposizionarlo davanti alla mia passerina e quando riprese a leccarmi incominciai a dare delle soffiate leggere, leggere dentro al pallone. Era diventato enorme e faticavo sempre di più a tenerlo incollato alle mie labbra, in quanto il collo si era espanso al punto da darmi sempre meno contatto con la bocca. Sentivo che arrivava il mio orgasmo e quel benedetto pallone non si decideva a scoppiare, decisi allora di aiutarlo: avevo delle belle unghie affilate, feci scorrere la mia mano sulla sua superficie provocando un rumore stridulo, poi afferrai il collo con tutte due le mani feci una leggera pressione con le unghie ma non successe niente. Incominciai a tremare tutta perché il mio orgasmo era arrivato, presi fiato riempiendo i polmoni e scaricai tutta l’aria che avevo dentro il pallone, sentii il collo espandersi ancora di più ed improvvisamente lo scoppio che fu potente! scattai col busto in avanti, cacciai un urlo e chiusi le gambe stringendo involontariamente la testa di Gianni che cacciò un “ahiiaaa”. Allargai le gambe, gli accarezzai la testa e gli dissi di mettersi accanto a me; ci baciammo per almeno 10 minuti, ci coccolammo uno con l’altro dicendoci parole dolci e toccandoci nei punti sensibili: io il suo pisello e lui i miei seni. Lui disse: “è la prima volta che faccio del sesso orale con una donna e non sono tanto esperto, ti è piaciuto?” “Si –dissi io- anche per me è la prima volta che lo faccio; la mia prima esperienza con un uomo è stata decisamente negativa, in quanto il ragazzo con cui l’ho fatta per la prima volta era stato molto violento nei miei confronti, mi aveva tolto frettolosamente le mutandine, mi aveva sbattuto sul letto, si era poi tolto le sue e mi aveva penetrato facendomi un male bestia perché la mia ‘patatina’ non era ancora abbastanza lubrificata. Con te è diverso sei molto dolce e stai facendomi scoprire dei lati del sesso che non conoscevo e non avevo ancora sperimentato, però ti avviso, non sono ancora pronta per un rapporto completo e ti chiedo di aspettare!” “Sono d’accordo – dissi io – quando sarai pronta ti verrà spontaneo. Adesso che ne dici di farsi una doccia e poi continuare a fare qualche altra traduzione?” “Ok”. Quando ci fummo asciugati, mi rivestii, Gianni preparò un thè caldo con dei biscotti, mi misi al computer e tradussi Angelo d’Inverno poi tradussi anche Dee li fa scoppiare Finite le traduzioni erano arrivate le 19, sentii di aver fame; lo dissi a Gianni che mi propose senza andare al ristorante o in pizzeria qualcosa cucinato da lui. Domandai “Cosa fai di buono?” – “ti andrebbero degli spaghetti aglio, olio e peperoncino?” – “si, vanno bene, anch’io quando voglio fare a casa qualcosa di semplice e gustoso me li preparo!”. Mentre lui armeggiava fra i fornelli io esploravo il suo computer visionando i vari filmati che aveva scaricato dalla rete. Ce n’erano alcuni molto belli e senza volgarità però le modelle erano tedesche, alcune inglesi altre italiane. In certi la qualità delle immagini era scadente o l’abbinamento dei colori dei palloni con lo sfondo lasciava desiderare…mi riguardai i filmati che Gianni aveva ripreso di noi due e li trovai perfetti sia come riprese che come audio; a mia insaputa aveva ripreso quasi tutti gli incontri che avevamo avuto e sapendo che li avrebbe messi in rete, mi sentii decisamente imbarazzata e glielo dissi: “pensi di mettere in rete foto e filmati di noi due che facciamo l’amore?” “Marina, qualunque decisione la prenderemo assieme, non ho intenzione di violare la tua privacy o fare qualcosa che vada contro la tua volontà! Ho intenzione insieme al mio amico, di creare un sito con due sezioni: uno con foto e filmati senza scene di sesso e un altro con foto e filmati osé e se decidiamo di essere anonimi con programmi di modificazione immagini e video possiamo cancellare i nostri occhi mettendoci delle mascherine a mosaico!”-“Ok Gianni, può andare, a che punto è la cottura della pasta?”-“fra 2 minuti è pronta…” si avvicinò e mi diede un bacio sul collo, e io lo ricambiai voltandomi e dandogli un bacio in bocca che durò esattamente i 2 minuti che mancavano alla cottura degli spaghetti ! Ci mettemmo a tavola, lui scodellò gli spaghetti, li mangiammo di gusto bevendo del buon vino, passammo al secondo che era del vitello tonnato altrettanto buono, per poi concludere con una fetta di tiramisù a testa, caffè e un liquore niente male. Restammo a guardarci negli occhi per 5 minuti tenendoci per mano e io che a fine pasto mi fumo una sigaretta presi il pacchetto, l’accendino e feci per accenderla, lui mi bloccò la mano e disse: “no, non farlo” – “perché dissi io ?“ useresti la tua sigaretta per fare scoppiare un po’ dei nostri palloni mentre ci sono dei modi più belli per farlo” “quali dissi io ?” “uno è quello di sedercisi sopra e di cavalcarli, un altro è quello di usare le tue unghie e un altro ancora è quello di giocare al ‘mio è più grosso del tuo !’ ” “Gianni mi piacerebbe fare l’ultimo !” “lo faremo la prossima volta perché avevo da farti una sorpresa per finire in bellezza la serata !” incuriosita dissi: “quale?” “Ti piacciono i palloni gonfiati con l’elio?” “Da pazzi, perché hai una bombola nascosta da qualche parte?” “Si disse lui, andò verso uno sgabuzzino, aprì la porta ed uscì con una bombola di medie dimensioni, un sacchetto pieno di palloni e dei nastri per legarli. Gli andai incontro, aspettai che posizionasse la bombola al centro della sala, lo abbracciai e lo baciai per almeno 3 minuti e poi gli sussurrai nell’orecchio:” mi insegni a gonfiarli?” “Certo disse lui” Aprì la busta ed estrasse una decina di palloni alcuni con delle silhouette di ragazza che gonfiava un pallone e con delle frasi stampate accanto altri con la faccia da clown. Gli domandai “cosa c’è scritto sopra? E’ scritto in piccolo e faccio fatica a leggerlo…” “Gonfia per primo questo e quando sarà bello grande potrai leggere cosa c’è scritto; adesso ti mostro come si gonfiano.” Mi diede il primo pallone, mi aiutò a infilare l’imboccatura sulla valvola della bombola e accompagnando la mia mano mi disse di spingere in basso la valvola. Spinsi con forza e il gas incominciò in maniera rumorosa a riempire il pallone e a far apparire chiara l’immagine di una ragazza che raccoglieva un pallone da terra e la scritta “prendilo come ti capita”. Quando il collo del pallone si riempì, Gianni mi disse di mollare la presa sulla valvola, di
staccarlo dalla bombola e di dare due giri all’imboccatura. Poi lui mi passò un nastro per legarlo facendomi vedere come si doveva fare il nodo. Il secondo pallone mostrava la stessa ragazza che gonfiava un pallone con la scritta:” gonfialo e dopo…” dopo averlo legato con il nastro lo piazzai insieme a quell’altro legato ad un pesetto che lui aveva piazzato a terra. Il terzo pallone mostrava la ragazza che avvicinava uno spillo al pallone e la scritta riportava “pungilo e lui fa…” Il quarto mostrava la stessa ragazza che avvicinando lo spillo al pallone lo faceva scoppiare e la scritta riportava “Buuum, Buuum, Buum”. Continuai così a gonfiare altri sei palloni e alla fine il bouquet era stupendo: i 10 palloni illuminati dalla lampada pendente dal soffitto che stava in alto proiettavano luci colorate sul pavimento. Presi il nastro che li tratteneva con la mano destra e immersi la testa all’interno del bouquet. Gianni aveva preso una macchina fotografica e dopo avermi chiesto se poteva fotografarmi iniziò a scattare molte foto dicendo: “sei bellissima, muovi i palloni con la mano, alza e abbassa il bouquet…saranno degli ottimi scatti!” “Non hai idea -dissi io- di quanto sia felice, ho sempre sognato di possedere un bouquet di palloni bello come questo! adesso vieni a farmi compagnia qui in mezzo, ho voglia di baciarti!” Lui entrò nel bouquet e incominciai a baciarlo appassionatamente stringendolo forte verso di me. Potevo sentire attraverso i pantaloni della sua tuta che stava avendo un’altra erezione. Finito di baciarci lo guardai negli occhi teneramente e gli dissi: “adesso sono pronta per un rapporto completo, andiamo in camera tua…” Presi il bouquet di palloni lo legai alla mano destra e dissi sussurrando in un orecchio a Gianni: “mi prenderesti in braccio come fossi la tua sposa per adagiarmi sul letto come se fosse la prima notte di nozze e io fossi ancora ‘vergine’?” “Volentieri-rispose lui- per me è come se tu lo fossi, non mi importa se hai avuto un altro uomo prima di me, l’importante è che stiamo bene insieme!” Mi prese in braccio con facilità, mi diede un bacio, mi fece adagiare dolcemente sul letto slegò i palloni dal mio braccio legandoli alla spalliera per poi sfilarmi lentamente sia la maglia della tuta che i calzoni, togliermi sia il reggiseno che le mutandine. Io feci altrettanto con lui che rimase accanto a me con il pisello dritto e degli occhi sognanti. Io gli dissi: “hai un pallone con la scritta ‘gonfialo e dopo… ’ da farmi gonfiare mentre facciamo l’amore?” “Sì –disse lui- “prese un pallone di colore rosso, gli diede una gonfiata per ammorbidirlo e me lo mise in bocca. Poi si distese e mi chiese di stargli sopra, in quanto non voleva pesare col suo corpo sul mio e voleva che fossi io a condurre il ritmo dell’amplesso! Mi piazzai con la ‘pisellina’ al di sopra del suo ‘pisello’ e siccome era già ben lubrificata, in quanto i suoi baci mi avevano eccitata tutta, il suo ‘Lui’ entrò facilmente! Incominciai lentamente a muovermi su e giù e contemporaneamente gonfiai il pallone, ma dopo due minuti mi ritrovai stremata tra le braccia di Gianni con la testa accostata al suo orecchio e col pallone gonfio a metà in una mano. Lui mi disse: “cambiamo posizione e mi metto un profilattico?” “Cambiamo posizione, ma non ti mettere il preservativo perché prendo la pillola e non c’è pericolo…” Gianni si mise sopra di me facendo attenzione di non farmi male ed iniziò a muoversi prima lentamente e poi più velocemente, mentre io ogni volta che spingeva gonfiavo il pallone. Ad un certo punto anche lui si fermò tutto sudato e sfinito, mi disse se poteva cambiare posizione e io dopo essermi tolta il pallone di bocca gli dissi di si! Lui mi baciò estrasse il pisello dalla mia patatina, mi disse di collocarmi di lato e riprese a muoversi dentro di me. In quella posizione comoda sia per lui che per me, poteva massaggiarmi i seni, baciarmi il collo e mordicchiarmi il lobo dell’orecchio. Cominciavo a percepire dei brividi di piacere in tutto il corpo, gonfiavo il pallone abbastanza facilmente e ad ogni soffiata i miei seni premevano sempre di più tra le mani di Gianni e si inturgidivano. L’unica pecca di quella posizione era che non potevo vedere i suoi occhi di, toccarlo ed accarezzarlo! In compenso il mio grado di eccitazione saliva sempre di più man mano che gonfiavo il pallone. Dovevo trattenerlo con entrambe le mani per evitare che mi scappasse di bocca ed era diventato grandissimo! Avevo una paura bestia che scoppiasse prima che lui mi venisse dentro e lo sgonfiai lentamente. Ad un certo punto il mio amorevole amante cominciò a canticchiarmi dentro nell’orecchio: “conosco un tipo grosso grosso e tondo che parla tanto perché ha girato il mondo, ma a furia di parlare si gonfia da scoppiare, l’ho già fotografato è un gran pallon gonfiato, però, però, però…è tanto facile, non è difficile, prendilo come ti capita, gonfialo e dopo pungilo e lui fa buum bum buum buum.” Io dissi: “è la prima volta che sento questa canzone. Per caso è quella che è stata scritta sui palloni che ho gonfiato prima con l’elio? Di che anno è?” “È del 68 ed è la sigla finale della trasmissione ‘Quelli della Domenica’; noi all’epoca non eravamo ancora nati, ma navigando in Internet sono riuscito a scaricare il brano e anche un filmato.”” molto bella e quando avremo finito di fare l’amore me la farai ascoltare per intero!” Gianni riprese a muoversi dentro di me e io a gonfiare il pallone, sentivo dal suo ansimare e dai movimenti sempre più potenti dentro la mia passerina che mancava poco al suo orgasmo. Il pallone era gonfiato al massimo, anch’io ero prossima all’orgasmo e quando sentii che con l’ultima spinta lui ‘veniva’ scaricai tutta l’aria dei miei polmoni dentro il pallone che vibrò per un attimo e poi esplose in un rumore assordante in mille pezzi! Cacciammo tutti e due un gemito di piacere, Gianni continuò a muoversi più lentamente dentro di me ansimando sul mio collo e sussurrandomi all’orecchio:” amore è stato bellissimo, per un attimo ho creduto di scoppiare anch’io come quel pallone e tu cosa hai provato?” “Io sentivo di essere per un attimo il pallone, e tu il bambino che lo voleva fare diventare sempre più grosso, comunque è stato bellissimo anche per me!”. Dopo alcuni minuti ci sganciammo dall’amplesso e restammo uno accanto all’altro a baciarci ed accarezzarci vicendevolmente. Lui mi accarezzava i seni e poi mi baciava sul collo e sulla bocca mentre io lo accarezzavo sui capelli, i lobi dell’orecchio per poi posare la mia mano sul suo pisello sentendolo ancora caldo e duro anche se bagnato dal suo sperma. Spinsi poi la mia testa fino alla punta del suo ‘Lui’ e lo leccai tutto accarezzandogli le palle che sentii belle dure e che baciai con la stessa passione con cui gli avevo leccato il pisello. Poi ritornai a guardarlo negli occhi e continuai a baciarlo sulla bocca con passione. “Gli domandai: che ora sarà? Lui guardò l’orologio e disse: “è mezzanotte!” “Possibile che sia così tardi? Siamo andati a letto che erano le 20…” “si in effetti sto barando, sono le 21, ma vorrei che tu rimanessi a dormire qui con me per tutta la notte, hai davvero tanti impegni per domani?” “No-dissi io- resterò da te e domani mattina andrò a casa…andiamo però a farci una doccia, perché sono tutta sudata e sento che puzzo come una capra !”.Andammo insieme sotto la doccia ed incominciammo ad insaponarci a vicenda scherzando e facendoci il solletico nei nostri punti sensibili ridendo come dei matti. Finito di asciugarci e rivestiti, Gianni mi fece ascoltare la canzone E’ tanto facile scaricata dal computer e poi mi propose di far colazione in quanto ci era arrivata fame. Davanti al caffelatte e 5 fette di pane spalmate di Nutella, fui in vena di confessarmi con lui. Gli dissi: “prima di fare l’amore stasera con te ho avuto dei rapporti ‘saffici’ con una mia amica che è lesbica e sono stati molto belli, ma nonostante tutto mi piacciono moltissimo gli uomini e specialmente te !!!” “Che cosa avete fatto assieme? Penso che voi donne conosciate il vostro corpo meglio di come noi maschi conosciamo il nostro e sapere come vi eccitate mi può aiutare ad aumentare il tuo piacere!”” ci accarezziamo i seni, ci baciamo dolcemente, poi ci massaggiamo la pisella a vicenda usando a volte un vibratore e se ci va ce la lecchiamo! Qualche volte utilizziamo dei falli di plastica, ma non sono caldi come quelli veri ed è difficile muoverli correttamente!” ” Capito, ma io come amante ‘normale’ come sono?” “ti amo, ho avuto delle belle sensazioni, poi l’uso che hai fatto utilizzando i palloni mi è piaciuto moltissimo!” Finita la colazione andammo a dormire e mi addormentai velocemente avvolta dalle sue braccia. Il giorno dopo, verso le sette sentimmo due scoppi potenti che ci risvegliarono di colpo; guardai il bouquet che avevamo legato alla spalliera del letto e mi accorsi che pendevano due nastri con attaccati i brandelli di due palloni che avevo gonfiato la sera prima, mi rivolsi a Gianni: “che cosa gli è successo? Non li avevo gonfiati al massimo!” Lui rispose: “ci stanno avvisando che arriverà brutto tempo!” “Davvero dissi io?” “Sì, quando dicono per televisione che c’è un campo di bassa pressione in arrivo, vuol dire che sta arrivando brutto tempo e i palloni quando la pressione atmosferica si abbassa tendono ad espandersi di volume e qualche volta scoppiano.” “È vero, adesso mi ricordo che al liceo durante un esperimento di fisica in laboratorio, vidi che un pallone gonfiato poco, messo all’interno di una campana di vetro e tolta l’aria incominciava ad espandersi perché non c’era più la pressione dell’aria che lo circondava a comprimerlo!”.Ci alzammo dal letto, ci rivestimmo ed andammo a fare colazione. Era domenica mattina, piovigginava, Gianni mi guardò con dolcezza e disse: “vorrei che tu stessi con me anche oggi, ma ho un appuntamento con il mio amico del sito web e dovrei lasciarti per tutta la giornata da sola” ” non farti problemi, adesso mi rivesto, abito abbastanza vicino a casa tua a piedi ci metto un attimo ad arrivarci!” mi baciò e disse:” sta piovigginando non ho un ombrello da imprestarti, ti bagnerai!” “Perché non mi regali il bouquet di palloni; lo userò come ‘ombrello’ per il piccolo tragitto che farò tornando a casa”” va bene, un momento che te lo vado a prendere.” Arrivò con il bouquet e con una busta di plastica che avrà contenuto almeno 100 palloni e me li consegnò dicendo: “questo per il momento è solo un acconto, ti avevo promesso 20 euro per ogni traduzione che mi avresti fatto, ma al momento non li ho. La prossima settimana quando vieni qui te li do”. Mi ero rivestita, avevo legato al braccio il bouquet che mi aveva regalato Gianni, sul pianerottolo ci eravamo scambiati un tenero bacio, aveva chiuso la porta e nel voltarmi verso le scale vidi la sua vicina Michela che aveva un grappolo di palloni simili ai miei…

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