Perversioni di coppia

Perversioni di coppia

Per molto tempo avevo cercato una coppia i cui gusti fossero simili ai miei, e dopo tanti incontri deludenti o saltati, mi ero quasi convinto a lasciar perdere. Avevo ancora una speranza, per una coppia con cui sino ad ora avevo scambiato soltanto delle mail. Le foto di lei erano molto belle e mi sentivo in sintonia con il suo tipo, perciò, quando organizzammo un incontro, ci andai pensando che se neanche questa volta fosse successo qualcosa, mi sarei dedicato ad altri passatempi.

Avevo appuntamento con la coppia all’uscita dell’autostrada, eravamo d’accordo per le nove di sera e una volta lì avremmo dovuto telefonarci. Quando arrivai c’era un grosso furgone a luci spente con un tipo vicino che fumava una sigaretta. Prima di avere il tempo di prendere il telefono quello viene verso di me, e io riconosco il lui della coppia, e mi fa segno di non parlare forte. -Eccoci qua, finalmente- mi fa, – ho deciso di fare una sorpresa a Paola, non sa nulla di oggi, crede sia uno dei soliti giochi che facciamo io e lei…di quelli che abbiamo fatto sino ad adesso…prima di decidere…comunque piacere, io sono Marco- Era uguale alle foto, e mi stava simpatico, e se non fosse stato che lui era bruno e io biondo, e lui un po’ più giovane, ci assomigliavamo molto, era solo più muscoloso.-Piacere mio, finalmente davvero, non vedevo l’ora di conoscervi…siete sempre dell’idea?- -Si, le tue fantasie ci hanno eccitato da morire, Paola incarna proprio il tipo di donna che descrivi tu, e quando leggevamo le tue mail la sua fantasia creava altre situazioni, le sviluppava…è un vulcano spento, sai, pieno di lava che chiede solo di uscire ed esplodere…e insieme credo che potremmo farla impazzire. -Io avevo capito che lei era nel furgone, ma non sapevo cosa avesse in mente Marco, credevo in un incontro tranquillo per prepararne altri e per conoscerci, ma sospettavo che quella sera non sarebbe andata così.
Ero già eccitato a pensarla chiusa la dentro ignara di tutto e quando Marco mi disse di seguirlo in macchina il cazzo mi tirava talmente i pantaloni che non riuscivo quasi a camminare per raggiungere l’auto.
Guidava piano e poi lasciò la strada principale per uno sterrato che si perdeva nei boschi, curve e curve che facevano perdere l’orientamento. Era una sera di luglio e faceva caldo e il nero del bosco era illuminato solo dai nostri fari. Arrivati ad uno spiazzo Marco ferma il furgone e mi fa segno di venire verso di lui, poi prende due birre dal sedile e me ne offre una. -La bella non ha fretta-mi dice – e io ho una sete da morire…mi sono chiesto molte volte come vi avrei fatto conoscere, e credo che questo sia il migliore. Paola sogna di essere violentata, così adesso tu entri nel furgone e le fai tutto quello che ti va, solo niente lividi, per ora, e non incularla perchè di lì, ti sembrerà strano, è ancora vergine, non ha mai voluto, e io l’ho assecondata per tenerlo per un’occasione speciale, mi ha sempre eccitato che lì fosse vergine, mi capisci, no?- -Si, ti capisco benissimo, e l’occasione speciale non è detto che dobbiamo essere tu od io, vero? Magari un grosso porco a cui lei fa impazzire e sbavare come un animale e di cui lei ha schifo e paura, giusto? E che la castighi per non averlo voluto dare a te mentre tu ti godi la scena…-Era sicuramente quello che lui aveva in mente perchè si era eccitato alle mie parole e questo mi diceva che eravamo davvero in sintonia, poi gettò la lattina, prese una grossa torcia elettrica dalla cabina del furgone e andammo verso il portellone posteriore.
Lei era decisamente più bella dal vivo che nelle foto, una bambola di circa un metro e sessantacinque, con lunghi capelli castani raccolti sul capo. Aveva i polsi legati assieme e appesi al tetto del furgone, così in alto che era costretta a stare sulla punta dei suoi meravigliosi piedini, velati dal nylon e stretti in dei sandaletti da troia col tacco a spillo. Era bendata e imbavagliata da una specie di morso che le impediva di parlare, e si dimenava stirando col suo bel culo pieno la gonna corta e aderente, mentre le tette ballonzolavano tonde e piene sotto una camicietta trasparente bagnata di sudore. Le cosce e le gambe erano piene e veniva voglia di mordergliele tanto dovevano essere sode. Era eccitata e spaventata, non sapeva che cosa stava accadendo e sentiva che Marco non era solo come aveva pensato.
-Adesso troia fai quello che vogliono loro se no ti sfondiamo il tuo bel culetto, hai capito puttana! E cerca di essere carina perchè ti hanno pagato bene e non voglio che si incazzino perché la troietta fa la difficile, hai capito?- Ha urlato Marco e poi le ha pizzicato i capezzoli e lei mugulava dietro il bavaglio e le ha urlato nelle orecchie che lui le toglieva il morso ma lei doveva stare zitta se no glieli avrebbe schiacciati fino a farla impazzire. -E’ tutta vostra- mi ha urlato e io sono salito nel furgone dopo essermi tolto i pantaloni e ho cominciato a palparla e a accarezzarla mentre il mio cazzo duro le sbatteva contro e lei sentendolo enorme saltava come sotto una frusta.

Il suo culo mi faceva impazzire e le ho sollevato la piccola gonna e strappato il tanga e la troietta era bagnata anche sulle cosce e le calze erano fradicie del suo sugo, e allora l’ho girata e volevo che mi baciasse, aveva le labbra gonfie e rosse dall’eccitazione ma dimenava la testa per non farsi baciare con un’aria di schifo che mi faceva voglia di prenderla a ceffoni ma Marco ha urlato -Dagli quella cazzo di bocca stronza, tanto dovrai darla anche al suo cazzo, e a quello del suo amico!- e poi ha preso una specie di canna che c’era nel furgone e le ha dato due scudisciate sul culo e quella è diventata dolce e si è lasciata prendere la bocca dalla mia lingua e mi baciava come un’innamorata mentre le infilavo le mani tra le tette e tra le gambe.

Mentre le strusciavo il cazzo addosso Marco si è spogliato e ha preso da una borsa un giubbotto di cuoio e dei guanti e li ha indossati e poi ha tirato fuori un boccetto di un dopobarba del cazzo, di quelli che si vendono in autostrada, per intenderci, e se ne è versato addosso una bella dose e io mi dicevo che cazzo fa quello ma poi ho capito, voleva che lei non lo riconoscesse, infatti quando le ha messo le mani addosso e a cominciato a strusciarle il cazzo sul culo Paola non ha capito più nulla, era convinta che fossimo in due e questo non le tornava, prima sospettava che uno fossi io, ma ora…adesso l’eccitazione si mischiava alla paura ma era fradicia quando da dietro l’ho infilata sul mio cazzo e ho cominciato a montarmela come un gorilla e mugolava e sbavava e Marco l’ha sganciata dal soffitto e l’ha messa a quattro zampe su un materasso che c’era nel furgone.

Non resistette più a lungo e dopo averle infilato il cazzo in bocca con Marco che mi guardava le ho sborrato di forza tutta in gola,facendola bere, l’abbondante sborrata che avevo fatto. Il resto…… Forse ve lo racconterò un’altra volta

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