Costretta a venire in pubblico

Costretta a venire in pubblico

Era da poco che ci frequentavamo, ma lui aveva un fascino particolare e mi eccitava da morire ogni volta che mi guardava.

Un giorno eravamo sul treno diretti a casa sua dopo un lungo pomeriggio assieme,avevo i pantaloncini corti e una t shirt attillata,sentii le sue mani scivolare in mezzo alle mie gambe che si strinsero per impedirgli di toccarmi.

Bastò un suo sguardo per capire che dovevo aprire le gambe anche se non volevo ,la sua mano scivolò lentamente nei pantalonicini e le sue dita presero a rovistarmi imperterrite il clitoride,emisi un sottile gemito mi tappo la bocca,cera gente nel vagone dove eravamo seduti infondo.

Il tocco delle sue dita si fece piu pesante sentivo le gambe abbandonarmi e l’orgasmo arrivare,mi sentivo umiliata e avvilita ,eppure dalla mia vagina continuava a scendere fluido chiaro segno di eccitazione.

Si fermò di botto poco prima dell’orgasmo,lo guardai come se avessi paura di aver fatto qualcosa di male e nella mia mente girava solo un pensiero” continua ti prego”,prese la sua valigetta e ne estrasse un dildo prima che io potessi dire qualcosa mi scosto i pantaloncini e lo infilo dentro acceso,mi sussurrò all orecchio di tenerlo dentro e di camminare che era la nostra fermata.

Scesi dal treno imbarazzata a stento camminavo ,il vibratore appoggiato dentro che mi masturbava il clitoride lui che mi teneva per mano e mi tirava.

sentivo le gambe tremare e l orgasmo percuotermi,cercando di essere disinbita in mezzo alla folla della metro continuavo a camminare tenendo stretti i denti.

ci fermammo in un bar a prendere un caffè e sentivo il piccolo vibratore contro le pareti vaginali mentre stavo seduta al tavolino…”accavalla le gambe” mi ordinò,lo feci senza nemmeno pensarci i brividi mi scombussolavano ,tenere un contegno era diventato impossibile sentivo i miei umori colare giu dalle mutandine e l orgasmo arrivo senza pietà.

Lui sorrise poi mi disse “ora alzati vai dal cassiere e paga,appena arrivati a casa ho un altra sorpresa per te troia”, mi alzai e tremante andai alla cassa la gente mi fissava o forse era solo una mia impressione,il vibratore non mi dava tregua lo sentivo rovistarmi nella figa e darmi piacere,pagai e usci mano nella mano con lui.

Arrivati a casa sua chiuse la porta alle sue spalle,mi accompagno sul divano e mi apri le gambe spingendo con la mano il vibratore ancora intento a darmi piacere ” Ora ti faccio capire cosa vuol dire godere”.

Mi lego le mani alle gambe prese una serie di dildo ed iniziò il nostro perverso gioco che ormai pratichiamo da mesi,mi masturbò torturandomi la vagina per ore, fino allo sfinimento.

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