Confessione di un aspirante schiava

Confessione di un aspirante schiava

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Lo contattai una sera di novembre, avevo letto i suoi racconti, nelle sue parole trovavo il mio desiderio, le sentivo scivolare ad una ad una sulla mia pelle come un onda, il suo modo di scrivere mi trasportava nella sua mente, nelle sue diaboliche perversioni, nelle sue sadiche punizioni, mi colpiva il suo esserci ma senza troppo contatto mi ritrovai a desiderare quell’ uomo e ne rimasi scioccata. Passarono giorni in cui scorrevo tra le pagine alla sua disperata ricerca, l’ eccitazione mi dilaniava fino alle viscere, quella sera decisi di mandargli una mail, rispose la sera dopo, ero sul gruppo con le mie amiche soliti discorsi tra donne e madri il mio sguardo fisso sulla parte superiore del telefono e la mente decisamente altrove lontana da pappe pannolini e compiti ma in un mondo profondo buio e sadico, nel mio inferno, alzai lo sguardo e il sorriso generato da una battuta di Sara morì alla vista dell’ icona che avvisa email in entrata, il cuore incominciò a battere all’ impazzata, i movimenti lenti per assaporare fino all’ ultimo lo stato di sorpresa, desideravo e temevo che fosse LUI, aprii, poche parole nella sua risposta quasi disinteressata e fredda, sparì per quasi due giorni nei quali lo cercai senza ricevere troppa considerazione, risposi alle sue parole usai un pizzico di malizia ma ricevetti solo silenzio, scossa e turbata lessi e rilessi quelle parole, non mi importava cosa avesse risposto ma più il fatto che avesse risposto ne seguì una notte travolgente, il mio compagno era al lavoro mentre mio figlio dormiva, io nel buio della stanza in sala mi toccai e venni più volte desiderando con l anima che bruciava quell’ uomo, lo immaginai davanti a me zitto e serio, quasi infastidito dal mio respiro che mi eccitava ancor di più, disturbato dalla vista dei miei umori che schizzavano senza ritegno sul pavimento, in ginocchio nuda illuminata solo dai lampioni in strada, le mie dita sul seno in bocca sul ventre e tra le gambe, il suono del mio desiderio riempiva la stanza, facendomene quasi vergognare, il mio corpo si muoveva al ritmo delle mie dita, nella mia mente una voce sussurrava la sua voce, raggiunsi il delirio e desiderai di muovermi su di lui, un desiderio che arriva dal cervello prima che dal corpo, un desidero al quale non puoi dire “no” ma in ginocchio preghi per avere, un desiderio che scava fino al centro del tuo corpo è risale fino agli occhi e ti costringe a visualizzare il suo corpo davanti a te, un desiderio che ti costringe a sussurrare il suo nome mentre un orgasmo travolgente infinitamente sofferto scoppia lasciandoti senza respiro costringendo il tuo corpo a piegarsi fino a toccare con le labbra il pavimento…immaginando il suo sguardo compiaciuto. Da quella notte passarono alcuni giorni fino a questa mattina quando forse la curiosità di scoprire chi si nascondesse dietro a un nome ha preso il sopravvento…questo è quello che mi auguro ma sono quasi certa che il suo silenzio sia stato intenzionale, per portare il mio desiderio al punto di strisciare ai piedi. Mi sono svegliata mezza nuda e assonnata dalla notte di sesso passata con il mio compagno, ignaro del fatto che abbia scopato con il corpo di una donna che nello stesso istante desiderava un altro uomo, si nella mia mente sempre e ancora LUI, le sue mani sul mio seno, la sua lingua tra le mie gambe e il suo cazzo dentro di me, lo scrivo e le mie mutandine si bagnano ancora di più. Suona la sveglia doccia di corsa e accompagno mio figlio a scuola torno a casa sbrigo due faccende ho fretta ho un appuntamento con un amica in centro, a quell’ appuntamento arriverò dannatamente tardi, il mio compagno mi sta addosso le sue mani si muovono su di me veloci e divertite le parole che dice mi fanno sussultare “questa notte ti sei fottuta il mio cazzo che sembravi un indemoniata e a me scappa una risata divertita penso “eh già chissà se anche LUI potrebbe mai dirmi queste parole” …. È tardi scappo sento la suoneria e-mail in entrata, tiro fuori dalla borsa il cellulare e rimango inchiodata nell androne…È LUI…apro..una sola parola e la sensazione che provo è un fremito tra le gambe rispondo dicendo cosa sto provando senza vergogna e pudore in quell’ istante non ho nessun altra parola, salgo in macchina sono tra lo sconvolto e l’ eccitato, tra le gambe i miei umori si fanno strada e la mia fica si gonfia, sono talmente sconvolta dall’ effetto che ha su di me da non pensare ad altro che far scivolare le mie dita sul clitoride turgido, appena lo sfioro un ansimo riempie l’ abitacolo e sono già travolta, di nuovo le sue parole alle quali rispondo mentre le mie dita scivolano tra le labbra alla disperata ricerca di fermare quella terribile voglia di venire subito e adesso, sono bagnata da impazzire mi sorprendo e sorrido penso “cazzo nemmeno quando avevo 15anni mi bagnavo così” le mie dita si muovono veloci dentro e fuori schizzo e colo sui vestiti fino al sedile poi quelle parole mi arrivano come un treno in corsa “sei una cagna” le mie dita premono verso l’ alto e un orgasmo mi travolge lasciandomi senza respiro per secondi interi…scendo dalla macchina sono ubriaca e stordita i pantaloni aderenti che indosso sono fradici fino a metà coscia, devo cambiarmi è davvero tardi. Raggiungo la mia amica ci sediamo per un caffè e la mia mente è ancora su quel sedile ancora bagnato dal mio piacere. Torno a casa trovando la scusa di una terribile emicrania, ma ho solo voglia di lui e non so più come fermare la mia mente, cucino distrattamente la scusa dell’ emicrania funziona bene anche con il mio compagno, pranziamo persi in discorsi frivoli, il telefono lampeggia di verde un e-mail è arrivata distolgo lo sguardo ma la mano batte la testa e un attimo dopo un esplosione tra le gambe, il mio cuore perde un battito le sue parole mi scopano fino all’ anima “ti piacerebbe essere una mia schiava eh…” la fame mi passa di colpo rimango immobile per secondi interi nella mia mente immagini perverse di sottomissione si accavallano, sono talmente distante da non sentire nemmeno le parole preoccupate che il mio compagno mi sta dicendo torno in me e sussurro “tutto ok è Sarà ha bisogno un favore” rispondo e i messaggi che seguono mi tolgono il respiro fino alla sua richiesta ovvero il divieto di toccarmi fino a sera, penso “posso farcela mi auguro solo che non si diverti a scrivermi tutto il pomeriggio”. Finalmente il mio compagno va al lavoro ma nel frattempo LUI mi ha scritto portandomi a un livello di eccitazione allucinante, la sua richiesta è improponibile ovvero arrivare per cinque volte di seguito vicino all’ orgasmo e fermarmi, prego per non farlo la sua risposta è un “Si si” che fa volare i miei vestiti in giro per tutta la stanza, mi siedo sul divano una gamba sul divano l’ altra sul tavolino senza troppi convenevoli sono vergognosamente bagnata infilo due dita tra le labbra e quasi vengo all’ istante premo verso l’ alto e l esterno e le muovo come se fossi posseduta dal demonio, la prima volta mi fermo imprecando la seconda volta stringo le gambe per fermarmi, la terza volta grido talmente forte da farmi sentire pure dai vicini perché la mia figa ormai un lago ha incominciato a schizzare è fermarmi è stata una tortura la quarta il mio schizzare fuori controllo mi ha portato quasi all’ orgasmo facendomi odiare disperatamente quell’ uomo, la quinta volta ho chiesto il permesso a LUI per poter venire ma la sua risposta è arrivata in ritardo e ho raggiunto il momento in un attimo, l ultima volta mi sono fermata e ho incominciato a muovere le mie dita sul clitoride ho cambiato posizione accucciamdomi sul pavimento le gambe sul divano e l’ altra sul tavolino il mio sedere a mezz’ aria le mie dita dentro e fuori, il respiro un lamento continuo, i miei umori colavano sul pavimento mentre il mio corpo accompagnava il movimento sempre più veloce delle mie dita fino a quella sensazione ora si, ora posso e ecccolo un orgasmo travolgente guidato dalle mie dita e prolungato fino a sfociare in grida senza controllo….e ora lo voglio ancora, sono passate ore, ma LUI si aspetta questo da me, sono ubriaca di voglia, sono fradicia, sono sua, della sua mente voglio essere posseduta da un vero padrone come lui.

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